Lamezia, ragazza uccisa ritrovata tra gli uliveti. Omicida si autodenuncia

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    Lamezia, ragazza uccisa ritrovata tra gli uliveti. Omicida si autodenuncia

    adele-brun-luogo-delitto-31-ott-2011

    Lamezia Terme, 31 ottobre – E’ morta per mano del suo amore, dell’uomo di cui si fidava. E’ morta così la giovane Adelina Bruno, 27 anni. Un amore violento che l’ha uccisa, pare, fino a strangolarla, togliendole il respiro e sferrandole anche diversi colpi con un corpo contundente. Lui è Daniele Gatto, separato e padre di un figlio, che aveva con la giovane una relazione da oltre un anno. Dovevano vedersi ieri pomeriggio per parlare, forse per chiarire alcune cose che non andavano nella loro relazione. Forse lei voleva chiudere il rapporto, o forse si era semplicemente innamorata di un altro stanca di un amore con troppi problemi dietro. Sulle cause che hanno scatenato la furia omicida dell’uomo, al momento ancora sotto interrogatorio, non si sa di più. Certo è che i due, nel primo pomeriggio di domenica si sono incontrati e sono andati in un luogo appartato in località Montesanti, in un dedalo di stradine sterrate in mezzo a diversi poderi d' ulivo. E lì, vicino ad un casolare diroccato e in mezzo ad una vasta distesa di ulivi, che è accaduta la tragedia.

    luogo_delitto_adel_brun_31_ott_2011

    Essendo ancora il giovane sotto interrogatorio la ricostruzione degli ultimi attimi di vita della giovane sarebbero ancora frammentari. Probabilmente la giovane avrebbe dapprima subito un tentativo di strangolamento, mentre poi le sarebbero stati inferti diversi colpi con un bastone e con un ramo di canna.

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    Una volta esamine, la ragazza sarebbe stata lasciata lì sotto uno degli ulivi dal suo aguzzino. Per gli inquirenti che stanno ricostruendo gli ultimi istanti di questa tragedia, l’ora della morte della giovane dovrebbe risalire tra le 18:00 e le 20:00 di ieri. Delitto da film, come tanti omicidi a sfondo passionale, di amori insani.

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    I genitori della ragazza, non vedendo rincasare la figlia per l’ora di cena, si sono recati in commissariato denunciandone la scomparsa e lasciando sul tavolo una foto recente della ragazza. Al momento non è chiaro se, ad accompagnare i genitori della ragazza, ci fosse anche l'uomo. Certo è che l’omicida avrebbe tenuto il segreto fino alle prime luci dell’alba, poi il rimorso avrebbe avuto la meglio. L’uomo si è infatti presentato alle 7:00 di questa mattina al commissariato cittadino autodenunciandosi dell’omicidio commesso nel pomeriggio del giorno prima e avrebbe indicato il luogo dove avrebbe lasciato il corpo della ragazza. Giunti sul posto, gli agenti hanno avuto conferma dell’accaduto, mentre l’uomo, è ancora sotto interrogatorio presso il commissariato di polizia. Proprio oggi la ragazza avrebbe compiuto gli anni.

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    Fonte: Il Lametino (31 ottobre 2011)

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    Lamezia, ragazza uccisa: Gatto in carcere. I due si sono conosciuti su Facebook

    Adelina_Bruno_Daniele_Gatto

    Lamezia Terme, 31 ottobre – Alle 18:15 Daniele Gatto, il giovane fidanzato che avrebbe ucciso la fidanzata Adelina Bruno nel pomeriggio di ieri, esce dal commissariato di Lamezia, con le manette ai polsi, destinazione carcere. Amore e morte, eros e thanatos, impulso di vita e di morte secondo Freud. Probabilmente, nella vicenda che ha coinvolto Adele si potrebbe parlare dell’essenza del thanatos, ovvero di destrudo, l’istinto alla distruzione o all’ annientamento. Adele era una ragazza normale, come tante, di neppure 27 anni (li avrebbe compiuti qualche ora dopo la sua morte). Si fidava di chi l’ha condotta lì, in quel posto isolato in mezzo agli ulivi, in aperta campagna, in un tiepido pomeriggio di una domenica di fine ottobre. Adele non era sola. Era con lei qualche altro, forse quello che considerava il suo amore.

    Il tributo della rete
    Nella sua bacheca, in queste ore, si stanno susseguendo centinaia di messaggi di amici che esprimono un pensiero di vicinanza all’amica perduta. Altri, hanno inviato persino messaggi di buon compleanno perché non si sono “affacciati” sulla sua bacheca e non sanno ancora della triste notizia. Succede anche questo. Ma assieme ai messaggi di cordoglio e rabbia, andando a ritroso ci si può imbattere in quelli del suo fidanzato, torchiato per quasi dodici ore dal commissario Antonio Borrelli, il suo vice Lucia Cundari, il procuratore Salvatore Vitello e il Pm Maffia, questi ultimi usciti dal commissariato cittadino solo attorno alle ore 17:00 di questo pomeriggio. Un amore finito male, quello dei due giovani.

    I messaggi del ragazzo
    Leggendo i messaggi che il ragazzo ha lasciato sulla bacheca di Adele sembrerebbe di avere davanti un giovane molto innamorato. In uno dei messaggi, datato 3 ottobre, il giovane ricorda ad Adele come sia stato proprio Facebook a farli incontrare “e forse è anche questo che lo rende ancora più speciale”. Sempre nello stesso messaggio il giovane prosegue e dice: “ti amo immensamente, vorrei che tu non te lo dimenticasi mai, anche perché ormai sei diventata la mia vita, il mio ossigeno per vivere...hai fatto tanto per me e ogni volta che avevo bisogno eri li al mio fianco, come io lo sono stato con te...grazie...amore con te ho ricominciato a vivere...a sorridere...e a amare di nuovo...non riuscirò mai a dimostrarti quant'è grande il mio amore per te...immaginati per un attimo l'universo...ecco il mio amore e doppio”. E ancora “Ora non saprei più vivere senza te..... Sei la mia gioia... il mio amore... il mio oggi è il mio domani... per sempre insieme.... “. Il giovane chiamava Adele “princess” (principessa in lingua inglese, n.d.r.) e in un altro messaggio, sempre sulla bacheca di Facebook scrive come "hai in mano il mio cuore...è tuo.. ti appartiene come ti appartiene il mio amore, come ti appartiene ogni mia singola lacrima, come ti appartengono le mille emozioni che provo per te!!! è forte il bisogno di te, ti amo, e ti amerò per sempre. Amami anche tu con tutto l'amore che mi puoi dare”. Uno dei messaggi forse più agghiaccianti per il finale di questa storia lo si legge sulla bacheca di Adele il 13 ottobre. Daniele scrive sulla bacheca della ragazza stralci della canzone La Cura di Battiato con il titolo “Io avrò cura di te”. Non l’intero testo, dunque, ma stralci tra cui: “Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via. Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai” per concludere con “supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te...io sì, che avrò cura di te”. Il testo si conclude con un fotomontaggio di un tramonto in cui il giovane ha riprodotto diverse foto di loro due felici ed innamorati con la scritta: “Tu…sei la mia dolce e meravigliosa emozione. Ti amo”. Oggi, il rinvenimento del corpo della ragazza in mezzo agli ulivi di contrada Montesanti.

    Fonte: Il Lametino (31 ottobre 2011)

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    Lamezia, omicidio Adelina: Autopsia esclude soffocamento e Gatto parla di test gravidanza

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    Lamezia Terme, 2 novembre – “Le ho fatto tanto male”, “le ho fatto tanto male”. Queste le parole, ripetute fino allo sfinimento, durante le otto ore d’interrogatorio da Daniele Gatto che ha ucciso Adelina Bruno nel pomeriggio di domenica scorsa. Il giovane, stando a quanto continua trapelare, non avrebbe mai totalmente ammesso l’omicidio, ma neppure cambiato versione. Ha indicato il luogo agli inquirenti e poi avrebbe dato una ricostruzione sempre molto frammentaria e lacunosa di quegli istanti. Gatto, già in passato lasciato dall’ex moglie che ha comunque detto agli inquirenti di non aver mai subito violenze da parte sua, non avrebbe resistito alla volontà di Adelina di lasciarlo, seguendo in questo i consigli della famiglia che non vedevano di buon occhio la relazione che la giovane aveva con un disoccupato, separato e con un figlio avuto dall’ex moglie. L’uomo era stato infatti lasciato dalla moglie non per delle manifestazioni violente nei suoi confronti, ma perché il rapporto non andava più, per la superficialità dimostrata dal giovane nella gestione familiare.

    Il responso dell’autopsia
    Ma c’è di più. L’autopsia condotta da Massimo Rizzo ha accertato che la ragazza è stata sì soffocata, ma non è stata quella la causa della morte avvenuta, con ogni probabilità sopraggiunta dai 13 colpi inferti sul volto e sul cranio della bella Adelina. Nessuna altra violenza in altre parti del corpo. Confermata, quindi, l’ipotesi che fosse ancora viva, ma priva di conoscenza per il tentativo di soffocamento, al momento dei colpi mortali sotto il mento e sul cranio. Dopo aver infierito, procurandosi anche l’accusa di vilipendio di cadavere oltre all’accusa di omicidio volontario per motivi abbietti, Gatto avrebbe lasciato la canna appuntita e insanguinata vicino al corpo esamine e avrebbe inscenato dapprima l’apprensione per la sparizione per poi costituirsi al commissariato nella prima mattina del 31 ottobre.

    La versione di Daniele sul litigio
    Nella ricostruzione frammentaria rilasciata dal giovane agli inquirenti durante l'interrogatorio, c’è un particolare del quale i medici si stanno occupando in queste ore. Forse la ragazza era incinta. Nell’interrogatorio Gatto ha spiegato che una delle cause del litigio fosse un ritardo da parte della giovane Adelina. La ragazza non voleva sottoporsi al test, mentre lui, già padre di un figlio, le avrebbe ripetutamente chiesto di togliersi questo dubbio che lo stava consumando. Gli inquirenti, dagli elementi che stanno continuando a raccogliere, sono convinti che comunque la ragazza fosse andata all’appuntamento per lasciare Daniele ma, per fugare ogni dubbio sul preciso movente che ha scatenato la furia omicida hanno chiesto particolari esami che possano, o meno fugare, nei prossimi giorni quanto reso loro dal giovane sotto interrogatorio.

    Il totale controllo sulla vita della ragazza
    La polizia comunque non ha dubbi sull’ossessione del giovane per la ragazza che ha poi ucciso. Esercitava su di lei un controllo totale tanto che, non fidandosi, aveva chiesto e ottenuto la sua password di Facebook (il popolare social network sul quale si erano conosciuti, ndr) per poter accedere ai suoi dati, contatti e, perché no, sostituirsi a lei per parlare con i suoi amici. E proprio per questo non si esclude che il giovane possa aver modificato qualcosa sulla bacheca e sul profilo della ragazza prima di andare a costituirsi la mattina seguente all’omicidio. Tutto il materiale informatico in possesso ai due giovani è stato comunque sequestrato e, anche da lì si attendono possibili riscontri che facciano chiarezza sul brutale omicidio.

    Lutto cittadino
    Oggi pomeriggio alle 16:00 i funerali in cattedrale. Per l'occasione è stato proclamato lutto cittadino. Alle esequie di Adelina sarà presente il sindaco di Lamezia e il feretro sarà accompagnato dal gonfalone della città.

    Fonte: Il Lametino (02 novembre 2011)

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    Lamezia, l'ultimo saluto ad Adele

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    Lamezia Terme, 2 novembre – Alle 15:40 il feretro di Adele Bruno entra in Cattedrale dopo aver attraversato corso Numistrano accompagnato da due ali di palloncini bianchi con su scritti i nomi dei suoi amici. C’è anche un grosso numero, 27, come gli anni mancati per una manciata di poche ore. Lo porta in corteo il fratello Vincenzo, accanto a lui la ragazza che non smette mai di stargli accanto stringendo a sé il ritratto di Adele, sulla cui cornice è posata una farfalla bianca. La Messa inizia alle 16. Il Vescovo è assente per “una lieve indisposizione” ma invia un messaggio che viene letto da don Isidoro Di Cello, il parroco della Cattedrale.

    Il messaggio del Vescovo
    Nel giorno in cui tutti noi ricordiamo i nostri cari defunti desidero esprimere il mio cordoglio e la mia preghiera per questa giovane donna. Per chi è coinvolto in questa tragedia. Ma soprattutto mi preme, con queste mie parole, avvicinarmi ai familiari. San Paolo ci dice che noi non viviamo e neanche moriamo per noi stessi ma tutta la nostra esistenza è nelle mani del Signore. Lui sa tutto e conosce tutto, persino gli anfratti più nascosti del nostro cuore e della coscienza. Cerchiamo di affidarci a lui, alla sua sapienza e alla sua giustizia. Noi siamo sgomenti e sconvolti. Solo il signore può donarci pace, solo la sua presenza può acquietare e risanare ogni dolore. So che è difficile ma cerchiamo di dare spazio solo a sentimenti di pace, di riconciliazione. Anche il profeta Isaia ci invita: cessate di fare il male imparate a fare il bene. Questo dramma deve farci riflettere. Farci pregare per tutti e per ciascuno. Il Signore nella sua misericordia accoglierà il nostro cuore sincero, le lacrime ogni dolore. Che nella morte di Gesù e nella sua resurrezione possiate trovare l’unica risposta possibile di un Dio che si è donato per amore a noi fino alla fine. Vi benedico paternamente. Luigi Antonio Cantafora, vescovo”.

    La Messa è celebrata da don Pietro Folino Gallo, parroco della chiesa di Adele, quella di Santa Maria Goretti a Savutano. Ci sono anche altri sacerdoti: don Carlo Cittadino, don Peppino Ferraro, don Antonio Marghella, don Vittorio Dattilo e don Pino Latelli. Ci sono anche i diaconi Paolo Fusto ed Enzo Mastroianni.

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    L’omelia del parroco Pietro Folino Gallo
    Una omelia commossa, sentita, partecipata che ha destato nella maggior parte dei presenti al funerale di Adele profonda e sentita commozione. Proprio per questo abbiamo deciso, seppur abbastanza lunga, di riproporvela integralmente

    “Cara Adele, la notizia della tua morte ci ha lasciato tutti sgomenti e attoniti. Un brivido di paura ha attraversato il nostro cuore. Ci siamo sentiti tutti più poveri, deboli, impotenti. La nostra città di Lamezia già profondamente ferita da lutti, atti di violenza mafiosa, amarezza per la mancanza di lavoro, ingiustizie di ogni genere in ambito sociale, ancora forse non aveva sperimentato un delitto così atroce. E’ vero, il clima di incertezza generale, le notizie sentite sui media ci hanno fatto riflettere ed interrogare. Ma aver dovuto assistere in maniera così diretta, quasi personale, ad un fatto così triste ci ha gelato il cuore. Cara Adele, sei entrata nel cuore di tutte le mamme, di tutti i papà e di tutti i giovani di Lamezia. Tutti ti abbiamo sentito nostra figlia, sorella nipote e amica. E’ vero, non tutti ti hanno conosciuto di persona ma i tuoi occhi neri hanno conquistato l’affetto di tutta la città. Ancora una volta i nostri occhi sono stati costretti a vedere ciò che non avrebbero mai voluto vedere: la morte di una ragazza il giorno prima del suo ventisettesimo compleanno. Due famiglie, in maniera diversa, accomunate e lacerate dal dolore. Sai, cara Adele, i nostri occhi sono proprio stanchi di vedere ogni giorno morte e violenza. Sono stanchi di vedere sangue innocente sparso sulle strade, sono stanchi di vedere negozi che saltano in aria, famiglie divise, aumento della violenza. Sono stanchi, i nostri occhi, di vedere decine di giovani fragili e indifesi che rovinano la loro vita cedendo al fascino illusorio dell’alcool e delle droghe. Siamo stanchi perché i nostri occhi sono la finestra sul cuore, la fessura attraverso la quale il mondo entra dentro di noi e di fronte a queste cose è il nostro cuore che viene meno, alla sua originaria bellezza e purezza. Il male che vedono i nostri occhi infetta e imbruttisce il nostro cuore. Dopo la notizia della tua morte tutti siamo stati avvitati dalla rabbia, dall’indignazione, dalla disperazione. Una angoscia profonda ha calato i nostri cuori nelle tenebre oscure della tristezza. Abbiamo parlato, abbiamo giudicato e forse abbiamo anche condannato. Abbiamo ceduto anche noi alla violenza.

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    I ricordi di papà Rosario
    Cara Adele, in questi giorni ho parlato tanto con tuo papà Rosario. Quante cose belle mi ha raccontato su di te, da quando hai mosso i primi passi a quando gli raccontavi delle tue amicizie, dei tuo problemi e delle difficoltà che vivevi. Ha assistito con una premura esemplare ogni tuo passo di crescita umana e di fede. Non dimentico che è stato lui ad accompagnarti in parrocchia per fare la preparazione alla cresima che hai ricevuto in questa chiesa cattedrale il 28 maggio del 2009. Oggi che i genitori parlano sempre meno con i propri figli, voi avevate un dialogo aperto e libero. Con Vincenzo e mamma Teresa non vi nascondevate nulla, siete stati sempre partecipi delle gioie e dei dolori l’una dell’altro senza mai ingannarvi. Non avete conosciuto né bugie e né sotterfugi. Mi ha colpito l’orgoglio e la riconoscenza con cui tuo papà mi ha parlato di te e di Vincenzo. Proprio ieri mi ha detto che ha sempre cercato di fare del suo meglio per voi, ma la sua gioia più grande è stata quella di constatare che siete diventati più bravi e più saggi di lui. Cara Adele, ti ho conosciuto poco mentre eri in vita, ma ora è come se ti conoscessi da sempre. Tra le cose belle che mi hanno detto di te papà e Vincenzo una in particolare mi ha colpito profondamente: Adele vedeva con il cuore. Mi hanno detto che vedevi il bello della cose, cercavi il positivo delle persone. In ogni occasione, senza tante illusioni e con sano realismo cercavi di comprendere il senso profondo delle cose e dei problemi delle persone. Siamo rimasti tutti colpiti dai tuoi grandi occhi neri, ma ancora più grandi erano gli occhi del tuo cuore. E come ha detto oggi Gesù nel Vangelo: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”. Cara Adele, oggi più che mai abbiamo bisogno dei tuoi occhi perché volgiamo vedere oltre, oltre la violenza, oltre la disperazione, oltre la morte. Aiutaci, cara Adele, sul perché, che senso ha questa triste esperienza se racchiude, al di là di ciò che vediamo, un'altra sconosciuta bellezza. Sai, Giobbe nella prima lettura e Giovanni nel libro dell’Apocalisse hanno avuto i tuoi stessi occhi. Occhi che hanno vinto quel velo di dolore e quel non senso che li opprimevano. Hai ascoltato Giobbe e in un suo momento di dolore dice: “I miei occhi Lo contempleranno”. E San Giovanni, costretto a vedere la violenta persecuzione di Nerone mentre era circondato da odio, violenza e morte dice: “vidi un cielo nuovo e una nuova terra, vidi la città santa, ala Gerusalemme nuova scendere dal cielo, da Dio. Pronta come una sposa per il su sposo“. Non una chiesa in lutto, ma una chiesa in festa.

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    Dopo la tragedia, tanti interrogativi
    C’è ancora spazio nel nostro cuore ferito per la speranza? C’è ancora spazio per la gioia? Possiamo ancora desiderare una città più bella, persone e famiglie più felici? Io sono sicuro, cara Adele, che se tu fossi qui ci diresti che è ancora possibile. Che nel marcio che ci circonda, Dio non ci ha abbandonato. Tu che hai visto sempre con il cuore, oggi vedresti la vita nella morte, la luce nelle tenebre. I tuoi occhi contemplano Dio. Beati i puri di cuore perché anche nelle ferite della storia vedono l’opera di Dio. Cristo è risorto e la sua resurrezione ha redento la nostra storia. La vita del Cristo risorto rende feconda la nostra sterile storia, seminando i solchi scavati dalle nostre lacrime con il seme della sua vita e che dalle nostre macerie rinasca ancora la speranza.

    La consolazione per mamma Teresa
    Cara Adele cosa diresti a mamma Teresa guardandola negli occhi? Hai notato che oggi sono spenti e tristi? Beati coloro che sono nel pianto perché saranno consolati. Mamma Teresa lasciati consolare da Dio, Adele non ti ha lasciato, non ti ha abbandonata nell’abisso profondo del dolore e della disperazione. E’ con te per sempre. Guardala anche tu con gli occhi del cuore, guardala con gli occhi della fede. La vedrai ancora bella come una sposa pronta per il suo sposo, come la visione di San Giovanni. Così Adele non si è mai allontanata da te, non è salita in un luogo inaccessibile, freddo e lontano. Teresa apri i tuoi occhi, la vedrai scendere nel tuo dolore, la vedrai che asciugherà le tue lacrime, la vedrai che consolerà il tuo cuore. Cara Teresa oggi devi imparare anche tu da Adele. Guarda con il cuore e non allontanarti mai, mai, dal Signore. Dio non ti ha rubato Adele. Oggi è lui che la custodisce insieme a te.

    Al fratello Vincenzo, la promessa: ora nessuno le farà più del male
    Vincenzo, nessuno farà più male ad Adele. L’hai detto tu ieri. E’ vero. Nessuno la priverà più del suo sorriso e della sua gioia. Dio non l’ha mai abbandonata. Nemmeno quella triste domenica sera. Ha condiviso con lei il terrore di quei momenti, ha pianto con lei, l’ha vegliata Lui tutta la notte. C’è un salmo che dice: non si addormenta il Signore, non prende sonno. Il Signore è stato il suo custode, non si è addormentato, non ha preso sonno. Il Signore è stato l’ombra che l’ha coperta perché non la colpisse il freddo della notte. Ha vegliato su di lei quella notte e ora per sempre.

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    Cosa hanno visto quella sera i tuoi occhi?
    Adele, tu che vedevi con il cuore ti chiedo un aiuto grande per tutti noi, per la tua famiglia, per i tuoi parenti, per la tua parrocchia di Savutano e per la città di Lamezia. Cosa hanno visto i tuoi occhi la sera di domenica scorsa? L’atroce e fredda violenza di un efferato assassino o il gesto disperato di un uomo lacerato dal suo fallimento? E’ vero, cara mia sorellina che nessuno potrà mai giustificare un gesto così disumano, ma sono sicuro che tu che vedevi con il cuore quella sofferenza l’avevi colta e stavi cercando di aiutarla a guarire. Quando la disperazione tocca il suo apice, il dolore può sfociare nella più inaudita violenza. E tu sapevi che solo un amore grande come il tuo avrebbe potuto guarire ferite tanto profonde.

    Il messaggio: lasciatevi aiutare perché certi atti non si ripetano mai più
    “Cara Adele, oggi tu e la tua famiglia lasciate un messaggio forte a tutti i giovani e a tutte le famiglie di Lamezia. Lasciatevi aiutare. Non affrontate da soli i vostri problemi. Non mascherate il vostro dolore. Non camuffate dietro falsi atti di forza e robustezza quelle che sono solo profonde fragilità del cuore. Non costruitevi una falsa immagine di voi stessi, questa vi renderà sempre più violenti, superficiali, arrabbiati e profondamente soli. Tirate fuori i vostri malesseri, le vostre paure, le vostre ansie, i vostri timori perché non si spengano mai gli occhi del vostro cuore. In nome di Dio lasciatevi aiutare perché non si ripetano mai più atti come questo. Dio è dalla vostra parte e vuole rendere giustizia al vostro desiderio di felicità Cara Adele, oggi ti vogliamo ricordare come ti abbiamo sempre vista con i tuoi occhioni vispi e neri, il tuo sorriso limpido e solare mentre scendi da Dio dal Cielo verso di noi con le tue braccia spalancate, bella come una sposa pronta per il suo sposo. Così anche le nostre lacrime saranno asciugate dai nostri occhi e non ci sarà più lutto, lamento, affanno perché le cose brutte di prima sono passate. Aiutaci, cara Adele, a guardare con il cuore perché possiamo sperimentare quella felicità che Gesù ha promesso solo ai puri di cuore”.

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    E alla fine, un lungo applauso mentre i palloncini volano in cielo
    Alla Fine del funerale, il parroco si fa portavoce delle condoglianze del sindaco, degli assessori e dei consiglieri comunali, del presidente del Consiglio regionale Talarico e dell’onorevole Lo Moro. A questi messaggi, don Folino Gallo aggiunge anche le condoglianze della famiglia di Daniele Gatto.

    Il tempo di un abbraccio e di un ultimo saluto e poi il feretro ripercorre la navata tra la commozione generale. Sulla bara, anche la sciarpa della Juventus, la squadra per la quale tifava Adele. All’uscita un lungo, sentito applauso mentre i palloncini e una colomba volano in cielo.

    Fonte: Il Lametino (02 novembre 2011)

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    Il Lametino 177: L'ira di Ida

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    Lamezia Terme, 6 novembre - E’ in edicola il n. 177 de “il Lametino”. L’apertura è dedicata all’on. Ida D’Ippolito che ha lasciato (assieme ad un altro collega) il Pdl per passare all’Udc. Perché questa apertura? Perché la decisione della D’Ippolito potrà avere conseguenze soprattutto a livello nazionale (due voti in meno per il governo Berlusconi alla Camera) e anche a livello locale. L’inchiesta di questo numero è dedicata a tre episodi diversi tra di loro ma accumunati dall’ennesima ferita alla sensibilità cittadina. Il primo episodio è la condanna ad otto anni al colpevole della morte degli otto ciclisti lametini: una condanna scaturita dalla normativa del rito abbreviato ma che lascia l’amaro in bocca. Un anno per ogni ucciso, tanto vale la vita di un uomo. Il secondo episodio riguarda l’attentato, pochi giorni dopo l’inaugurazione, al grande negozio di scarpe Pittarello, appena sbarcato in Calabria. L’ennesimo episodio criminale, l’ennesima dimostrazione che in Calabria non è ancora possibile aprire un’azienda senza fare i conti con la ‘ndrangheta. Il terzo episodio è l’uccisione di Adelina Bruno, una ragazza massacrata nel fiore degli anni dalla brutale violenza del suo compagno. Uno strazio questa morte, un dolore per tutta la città. Cosa accomuna questi tre episodi? La reazione della gente, l’indignazione e lo scoramento, la voglia di cambiare, di urlare basta.

    Fonte: Il Lametino (06 novembre 2011)

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    Lamezia, in fiamme l'auto dei familiari di Daniele Gatto

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    Lamezia Terme, 19 novembre - Un incendio ha distrutto la scorsa notte, attorno all'una, in via Mario Paola a Lamezia Terme, la vettura di proprietà dei genitori di Daniele Gatto, l'uomo di 29 anni che è attualmente detenuto per avere ucciso, il 30 ottobre scorso, la fidanzata Adelina Bruno, di 27. Le fiamme sono state spente dai vigili del fuoco che hanno così evitato che si propagassero ad altre autovetture parcheggiate. Sull'episodio i carabinieri hanno avviato delle indagini e, al momento, i militari della Compagnia di Lamezia Terme non escludono alcuna ipotesi sull'origine del rogo.

    Fonte: Il Lametino (19 novembre 2011)

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    Lamezia, tante piccole fiammelle in ricordo di Adele

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    Lamezia Terme, 26 novembre – Una folla silenziosa e composta si è radunata nella chiesa di San Teodoro nel cuore del centro storico lametino per ricordare la giovane Adele Bruno, brutalmente uccisa dal suo fidanzato quasi un mese fa. Una folla composta da famiglie, giovani, bambini e anziani si è stretta attorno alla famiglia Bruno che, al termine della veglia di preghiera, ha sfilato tra le viuzze del centro storico per giungere poi su corso Numistrano e Piazzetta Ardito. Tante piccole luci si sono accese e altrettanti striscioni hanno sfilato per ricordare così questa giovane vita spezzata.

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    Fonte: Il Lametino (26 novembre 2011)

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    Lamezia: Chirumbolo (Pdl): Intestare una strada ad Adelina Bruno

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    Riceviamo e pubblichiamo

    Lamezia Terme, 1 dicembre - E’ trascorso un mese da quando la giovanissima Adele Bruno ha perso la vita per mano dell’allora fidanzato, il quale, con un’efferatezza senza paragoni, l’ha strappata all’affetto dei familiari ed amici. Una vicenda straziante che ha suscitato la commozione dell’intera comunità lametina, che è rimasta sconvolta dalla violenza con la quale è stato perpetrato questo barbaro delitto. Devo dire che ho apprezzato molto la compostezza ed il riserbo con cui i componenti della famiglia di Adele hanno affrontato questa immane tragedia, che è piombata addosso a tutti loro come un enorme macigno, senza che nulla potessero fare per evitarla. In considerazione di ciò, rispetto tantissimo questo momento di grave turbamento emotivo che stanno vivendo le persone più vicine alla ragazza, e ritengo, comunque, che tale vicenda non possa passare in sordina ed essere dimenticata dalla comunità, in quanto, senza alcun dubbio, essa rappresenta l’aspetto più degradante in cui versa la condizione della donna, soggetta purtroppo, ancora oggi, ad atti di violenza diretti alla sua sottomissione.

    Tale aspetto non può essere trascurato da una società moderna e democratica, quale è la nostra, che, di fronte ad episodi del genere, deve manifestare la propria indignazione e porre in essere tutte quelle condizioni che consentano alla donna di reagire fermamente ad una cultura medievale e retrograda, che in alcune fasce della nostra comunità vorrebbe, ancora oggi, relegare la donna ad un ruolo marginale, quale oggetto di angherie, soprusi e vessazioni di ogni genere, tutti atteggiamenti, espressione di un sub-strato culturale che va condannato a gran voce e ad ogni livello. Proprio qualche giorno fa, ed esattamente il 25 Novembre, si è celebrata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ed è scandaloso accorgersi, ancora oggi, come molte donne sono sottoposte quotidianamente a forme di violenza inaccettabili, delle quali loro stesse non si rendono conto.

    Speso per la donna la sofferenza diventa abitudine e stile di vita; non si denuncia, ma neppure ci si ribella, in quanto non si conosce una possibilità di vita migliore, né la si ricerca. Variegate sono le forme in cui si può manifestare la violenza, sia essa fisica, psicologica, sessuale, tra le mura domestiche e sul lavoro, ed, anche mediante la privazione delle risorse economiche e con atti diretti alla coercizione psicologica. Da una ricerca Istat condotta in Italia, vengono fuori le cifre impressionanti di un fenomeno che, tutt’oggi, tocca moltissime donne, ma che continua a rimanere sommerso, perché le vittime non denunciano. Insomma, un fenomeno in continua crescita e dai contorni sempre più allarmanti. Pertanto, alla luce di quanto è avvenuto a Lamezia Terme, che è stata teatro di una tale aberrante vicenda, ho ritenuto opportuno, quale atto dovuto di civiltà ad espressione di una forte condanna, presentare una interrogazione ed una mozione Consiliare, dopo essermi, anche confrontato con il parroco della Famiglia Bruno, don. Pietro Folino Gallo, con la quale chiedo che venga intesta una strada ad Adelina Bruno, affinché, oltre a ricordare la figura di una giovane perbene, quello che è accaduto a Lei, che potrebbe essere la figlia, la sorella o l’amica di ogni lametino, funga da monito per le future generazioni, affinché la donna acquisisca, sempre più, maggiore consapevolezza dei propri diritti e soprattutto, non sia mai più soggetta a tali inconcepibili violenze.

    Il Consigliere Comunale PDL
    Avv. Armando Chirumbolo


    Armando_Chirumbolo

    Fonte: Il Lametino (01 dicembre 2011)

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    Lamezia: Al via il processo per l'omicidio di Adele Bruno

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    Lamezia Terme, 14 ottobre - Morire a poche ore dal suo ventisettesimo compleanno e per mano di chi si fidava. Così Adele Bruno, uccisa da Daniele Gatto, reo confesso, nel pomeriggio del 30 ottobre 2011. E’ passato quasi un anno da quando, la mattina del suo compleanno, il 31 ottobre, gli agenti del commissariato, su indicazione dello stesso Gatto, hanno ritrovato il corpo senza vita di Adele, tra l’altro sfregiato da un corpo contundente, vicino un casolare diroccato tra gli ulivi in località Montesanti. L’omicidio della giovane e bella ragazza ha destato profondo sgomento in tutta la città e il sindaco, in occasione dei funerali, svolti il 2 novembre 2011, ha proclamato il lutto cittadino.

    Domani, il 15 ottobre, si celebrerà il processo. La difesa di Gatto, con gli avvocati Francesco Gambardella e Giulia Benincasa, hanno chiesto ed ottenuto il rito abbreviato per il loro assistito. Da quando si apprende, la strategia difensiva si dovrebbe avvalere anche di una perizia psichiatrica. E, a quanto si apprende, Gatto sarebbe stato assistito, dal momento del suo ingresso nel carcere di Castrovillari, da uno psicologo. Tale strategia difensiva, ovviamente, non fa piacere alla famiglia della ragazza, assistita dall’avvocato Massimo Sereno. Per i familiari c’è il timore che tutto questo sia fatto per cercare di diminuire al massimo gli anni di permanenza di Gatto in carcere e che uno sconto di pena non possa essere commisurato alla tragedia subita con la perdita di Adele.

    L’udienza, probabilmente a porte chiuse, dovrebbe svolgersi non nella tradizionale aula penale, ma nell’ufficio del Gup. Il processo che si apre domani, quindi, avverrà in un clima molto delicato e con i familiari di Adele, da una parte, a chiedere che sia fatta giustizia per la giovane vita spezzata e, dall’altra, una difesa che si avvarrà di quanto previsto dalla legge per far ridurre la pena al suo assistito reo confesso. Una vicenda su cui è calato il silenzio in tutti questi mesi, ma che si riaccende ora per fare piena luce sugli ultimi istanti che hanno spinto all’omicidio ed hanno condotto Adele verso una morte prematura e crudele.

    Fonte: Il Lametino (14 ottobre 2012)

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    Lamezia: Processo omicidio Adele Bruno, le proteste dei parenti fuori il Tribunale

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    Lamezia Terme, 15 ottobre - Daniele Gatto, il giovane lametino che la sera del 30 ottobre dell’anno scorso uccise la sua fidanzata Adele Bruno, è stato rinviato a giudizio. La prima udienza del dibattimento è stata fissata per il 9 novembre prossimo. A deciderlo il gip Barbara Borelli che stamattina ha presieduto l’udienza preliminare nell’aula al terzo piano del tribunale di Lamezia Terme. All’udienza erano presenti il pm Luigi Maffia, l’avvocato di parte civile Massimo Sereno e il legale che difende Gatto, Francesco Gambardella. L'avvocato Giulia Benincasa, ad inizio seduta, ha invece rimesso il suo mandato quale avvocato difensore di Gatto.

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    I genitori della vittima, Teresa Godino e Rosario Bruno, sono assistiti da Vincenzo Ruberto. Nel corso dell’udienza, durata poco meno di un’ora, l' avvocato del trentenne omicida ha chiesto il rito abbreviato ed ha inoltre depositato una perizia psichiatrica e psicologica di parte. Davanti al piazzale di palazzo di giustizia, stamattina, ad attendere Daniele Gatto c’era un gruppo di amici e familiari di Adele Bruno, la giovane 27nne prima uccisa e poi sfigurata dall’uomo che amava. I conoscenti della sventurata ragazza con le loro forti proteste hanno impedito che l’omicida, tradotto dal carcere di Castrovillari dove è rinchiuso, scendesse dal cellulare della polizia penitenziaria ed entrasse in tribunale dall’ingresso principale. Le guardie carcerarie e i carabinieri hanno dovuto cambiare programma ed immettersi con tutto il furgone nel cortile retrostante l’edificio.

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    I parenti e gli amici di Adele Bruno hanno seguito tutte le fasi dell’arrivo e poi della partenza di Gatto ed hanno continuato ad urlargli contro la loro rabbia e il loro dolore. “Bastardo, assassino, bugiardo! In America ora dovevi essere così la pena di morte non te la levava nessuno!”. Queste le parole forti volate contro il trentenne omicida che nei pochi minuti di udienza è rimasto impassibile senza mai girarsi verso Rosario e Vincenzo Bruno, il papà e il fratello della giovane vittima. L’attesa per l’udienza preliminare di questa mattina ha generato un clima di notevole tensione ma anche di forte commozione. In molti sono scoppiati in lacrime quando Gatto è uscito dal furgone della polizia penitenziaria, tanta la disperazione dei parenti e degli amici nel ricordare la tragica serata dell’assassinio, il 30 ottobre scorso, e poi le ore successive fino all’alba del 31 ottobre quando è stato ritrovato il cadavere di Adele, uccisa alla vigilia del suo 27mo compleanno. Per i genitori ed il fratello della ragazza ricordare quei terribili momenti è uno strazio continuo, una sofferenza indicibile. Ciò nonostante, colpisce profondamente la compostezza e la dignità con cui tutta la famiglia ha vissuto fin dal primo momento e continua a vivere questo dolore infinito.

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    Fonte: Il Lametino (15 ottobre 2012)

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    Lamezia: Ricorre oggi anniversario della morte di Adele Bruno

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    Lamezia Terme, 30 ottobre - Ricorre oggi l'anniversario della morte di Adele Bruno, la ragazza brutalmente uccisa dal suo fidanzato Daniele Gatto, reo confesso. Dall'Amministrazione, in una nota, fanno sapere di essere "vicini al dolore della famiglia Bruno" e di aver espresso tale vicinanza, nella mattinata di oggi, ai familiari della ragazza recandosi insieme sulla tomba della giovane Adele. Nel pomeriggio gli assessori Pina Abramo, Giusi Crimi e Anna Maione parteciperanno alla messa in memoria della ragazza. Adele morì lo scorso anno, una domenica pomeriggio, per mano di colui che riteneva essere il suo amore rivelatosi poi in realtà il suo carnefice che non si accontentò di uccidere ma infierì, sfreggiando, il viso della giovane e bella ragazza. L'uomo si costituì la mattina dopo all'alba presso il locale commissariato e fornì elementi per il ritrovamento del corpo senza vita di Adele abbandonato nelle campagne nei pressi di un casolare abbandonato. Due settimane fa si è aperto il processo per la morte della ragazza.

    Fonte: Il Lametino (30 ottobre 2012)

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    Lamezia: Nuova udienza per delitto Adele Bruno

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    Lamezia Terme, 8 novembre - Seconda udienza per il processo a carico di Daniele Gatto reo confeso dell'omicidio della fidanzata Adele Bruno avvenuto il 30 ottobre 2011. I familiari e gli amici di Adele Bruno hanno rivolto un appello affinché si partecipi all'udienza che si svolgerà domani mattina presso il tribunale di Lamezia. "Partecipate anche voi - è scritto in una nota dei conoscenti e degli amici di Adele - affinché sia fatta giustizia, il vostro contributo è importante". Daniele Gatto, difeso dall'avvocato Francesco Gambardella, uccise Adele Bruno strangolandola al termine di una lite per motivi passionali e poi infierì sul cadavere colpendolo ripetutamente con un bastone e abbandonandolo su un terreno. Dopo il delitto, l'uomo si allontanò e si recò a casa dei genitori della vittima per dire che la giovane era scomparsa. Quindi andò al Commissariato di polizia per fare la denuncia di scomparsa. La mattina dopo, però, si presentò nuovamente agli agenti confessando l'omicidio e dando indicazioni per il ritrovamento del corpo. I genitori ed il fratello di Adele Bruno si sono costituiti parte civile.

    Fonte: Il Lametino (08 ottobre 2012)

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    Lamezia: Omicidio Adele Bruno, disposta perizia psichiatrica su Daniele Gatto

    adele-bruno-giusitizia-per-adele-camper

    Lamezia Terme, 9 novembre - Una maglietta bianca con la foto di Adelina Bruno e la scritta "giustizia per Adelina". Gli amici della ragazza uccisa a Lamezia Terme il 30 ottobre 2011, all'età di 27 anni, dal fidanzato Daniele Gatto, si sono presentati così, stamani, davanti al Tribunale di Lamezia dove si è svolta l'udienza con rito abbreviato nei confronti dell'uomo. L'udienza davanti al gup è durata pochi minuti. Il giudice, infatti, ha disposto una perizia psichiatrica su Gatto rinviando il processo al 23 novembre. "Capiamo il rinvio - ha detto Rosario Bruno, il padre della giovane, che insieme al figlio Vincenzo si è costituito parte civile - ma per noi ogni udienza significa rinnovare il dolore e rivivere quella tragedia". Oggi Gatto non si è presentato in aula ed ha fatto sapere al giudice che non si presenterà neanche nelle prossime udienze. "Gatto - ha detto al termine dell'udienza il suo difensore, l'avv. Francesco Gambardella - è pronto anche ad andare incontro alla pena di morte. E' disinteressato alla difesa e molti suoi gesti vanno in questa direzione. La famiglia è distrutta, anche lo zio sacerdote che lo convinse a costituirsi dopo il delitto. Se sapesse che la fucilazione riporterebbe Adelina in vita lui l'accetterebbe". Gatto uccise Adele Bruno strangolandola al termine di una lite per motivi passionali e poi infierì sul cadavere colpendolo ripetutamente con un bastone e abbandonandolo su un terreno. Dopo il delitto, si allontanò e si recò a casa dei genitori della vittima per dire che la giovane era scomparsa. Quindi andò al Commissariato di polizia per fare la denuncia di scomparsa. La mattina dopo, però, si presentò nuovamente agli agenti confessando l'omicidio e dando indicazioni per il ritrovamento del corpo.

    adele-bruno-magliette-giustizia

    Fonte: Il Lametino (09 novembre 2012)

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    Lamezia: Comune assegna a 24 studenti borse di studio dedicate ad Adele Bruno

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    Lamezia Terme, 6 marzo - Saranno consegnate il prossimo 8 marzo alle ore 10, nella sala riunioni del Comune di Lamezia Terme in via Perugini, le borse di studio in memoria di Adelina Bruno a 24 studenti selezionati all'interno dei vari istituti scolastici. La borsa di studio, la cui istituzione è stata annunciata dal Comune, in collaborazione con il Centro Lametino Antiviolenza "Demetra" lo scorso anno, è intitolata alla giovane lametina scomparsa il 30 ottobre del 2011, vittima di una tragica violenza, con l'intento di sensibilizzare i nostri ragazzi sulla violenza di genere. Il tema assegnato per questa prima edizione “Le donne sono le nostre mamme, nonne, sorelle, maestre, amiche, compagne: basta violenza su di loro” poteva essere svolto in forma di poesia, tema, raffigurazione pittorica inerenti la problematica della violenza sulle donne.

    Le borse di studio, di 100 euro per ciascun ragazzo, saranno consegnate dal sindaco, Gianni Speranza, dall'assessore alla Pubblica istruzione, Giusi Crimi e dal fratello di Adelina, Vincenzo Bruno, agli studenti delle terze classi delle scuole secondarie di I° grado della città (hanno partecipato all'iniziativa gli istituti comprensivi Perri-Pitagora, Manzoni-Augruso, Don Milani, Gatti, Borrello-Fiorentino, Nicotera-Costabile), che hanno presentato i migliori elaborati. All'incontro parteciperà la famiglia di Adele Bruno e la commissione per le Pari opportunità del Comune nonché gli studenti e i docenti che hanno voluto contribuire con i loro lavori a questa importante iniziativa.

    Fonte: Il Lametino (06 marzo 2013)

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    Lamezia: Assegnate a 24 giovani studenti le borse di studio in memoria di Adele Bruno

    borse-di-studio-adele-bruno-2013

    Lamezia Terme, 8 marzo - Oggi, nella sala riunioni del Comune di Lamezia Terme in via Perugini, in occasione della giornata dedicata alle donne, sono stati premiati 24 studenti della città, selezionati dai rispettivi istituti, a cui è stata assegnata la borsa di studio dedicata alla memoria di Adelina Bruno, alla presenza dei familiari della giovane vittima. La borsa di studio, la cui istituzione è stata annunciata dal Comune, in collaborazione con il Centro Lametino Antiviolenza "Demetra" lo scorso anno, è intitolata alla giovane lametina scomparsa il 30 ottobre del 2011, vittima di una tragica violenza, con l'intento di sensibilizzare i nostri ragazzi sulla violenza di genere. Il tema assegnato per questa prima edizione “Le donne sono le nostre mamme, nonne, sorelle, maestre, amiche, compagne: basta violenza su di loro” poteva essere svolto in forma di poesia, tema, raffigurazione pittorica inerenti la problematica della violenza sulle donne. Le borse di studio, di 100 euro per ciascun ragazzo, sono state consegnate dal sindaco, Gianni Speranza, dall'assessore alla Pubblica istruzione, Giusi Crimi, dall'assessore alle Pari opportunità Pina Abramo, dall'assessore alle Politiche sociali, Anna Maione e dal fratello di Adelina, Vincenzo Bruno, agli studenti delle terze classi delle scuole secondarie di I° grado della città (hanno partecipato all'iniziativa gli istituti comprensivi Perri-Pitagora, Manzoni-Augruso, Don Milani, Gatti, Borrello-Fiorentino, Nicotera-Costabile), che hanno presentato i migliori elaborati. All'incontro ha partecipato la commissione per le Pari opportunità del Comune nonché gli studenti e i docenti che hanno voluto contribuire con i loro lavori a questa importante iniziativa.

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    I nomi dei vincitori
    Istituto comprensivo Gatti (Giuseppe Careri 3 A poesia; Antonio Curcio 3 B raffigurazione pittorica/collage); Istituto comprensivo Augruso-Manzoni (Arianna Cosentino 3 A tema; Benayad Hakima 3 B tema; Vincenza Martello 3 C tema; Maria Letizia Rovito 3 D poesia); Istituto comprensivo Don Milani (Tasan Furkan 3 A racconto; Amedeo Cugnetto 3 B due raffigurazioni a carboncino); Istituto comprensivo Perri-Pitagora (Ada Di Salvo 3 B tema; Maria Cristina Deodato 3 C tema; Camilla Mansi 3 D tema; Andrea Borelli 3 F tema; Sara La Rosa 3 G tema; Maria Francesca Le Piane 3 G tema; Francesco Raso 3 I tema; Giulia Panedigrano 3 H tema); Istituto comprensivo Borrello-Fiorentino (Angelica Sinopoli 3 A tema; Domenico Caparello 3 A tema; più 3 poster di classe); Istituto comprensivo Nicotera-Costabile (Saad Tarybqy 3A tema; Marianna Fusto 3 C tema; Antonio Strangis 3 C tema; Francesco Cuda 3 D tema; Teresa De Biase 3 E tema; Ilenia Mastroianni 3 H tema).

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    Fonte: Il Lametino (08 marzo 2013)

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    Lamezia: Omicidio Adele Bruno, 30 anni a Daniele Gatto

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    Lamezia Terme – È stata emessa oggi la sentenza per l’omicidio di Adele Bruno, la giovane uccisa il 30 ottobre del 2011 dal fidanzato Daniele Gatto. Alle 14:00 il Giudice, la dottoressa Barbara Borelli ha pronunciato la sentenza e ha condannato l’imputato reo confesso, Daniele Gatto alla pena di 30 anni di reclusione, il massimo per il rito abbreviato. L’imputato oltre alla pena inflittagli è stato condannato al pagamento delle spese processuali ed al risarcimento di 70 mila euro per ciascun genitore e di 35 mila euro in favore del fratello della vittima.

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    Questa mattina il Pubblico Ministero, il dottor Luigi Maffia aveva discusso una lunga requisitoria, durata circa due ore, facendo una ricostruzione storica dei fatti e demolendo le perizie neurogenetiche della difesa, evidenziando in particolare, la personalità omicida e la volontarietà dell’imputato. Aveva insistito inoltre, sul riconoscimento delle aggravanti contestate, e in particolare sui futili motivi e sulla crudeltà con la quale Gatto aveva commesso l’omicidio. Ha concluso chiedendo il massimo della pena concessa dal rito abbreviato consistente in 30 anni di reclusione, pena poi confermata dal Giudice. Lo stesso avevano chiesto anche i difensori di parte civile, l’avvocato Massimo Sereno per i genitori e l’avvocato Vincenzo Ruberto per il fratello di Adele Bruno. L’avvocato Francesco Gambardella invece, difensore dell’imputato, pur non negando la colpevolezza del suo assistito aveva chiesto una mitigazione della pena, considerando la confessione dell’imputato.

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    Nella foto sopra e in quella sotto i parenti di Adele oggi in tribunale

    Soddisfazione, dopo la sentenza, da parte degli avvocati difensori: “Sicuramente era una condanna che ci aspettavamo, questa era la pena massima che doveva essere attribuita a Gatto, e che doveva essergli attribuita per l’efferatezza e la gravità del delitto. – ha affermato l’avvocato Ruberto, - Certo non servirà a riportare in vita Adele, ma sarà una soddisfazione per i familiari che sia stato condannato al massimo della pena. Il Giudice- ha aggiunto - avrebbe potuto dargli l’ergastolo solo nel caso in cui ci fossero stati più reati oltre all’omicidio, e questo non è il caso, anche se sono state riconosciute delle aggravanti. Siamo comunque soddisfatti perché è emersa la consapevolezza dell’imputato nel compiere il delitto. Siamo contenti – ha continuato - anche del fatto che il Giudice non gli abbia attribuito le attenuanti generiche, non solo alla luce della gravità del reato, ma anche per il comportamento dell’imputato successivamente al delitto, che ha cercato di depistare le indagini. Una storia dolorosa, - ha concluso - ma questo poteva essere l’unico epilogo giudiziario”.

    il-fratello-di-adele-legge-la-sentenza

    “Più che soddisfazione – ha aggiunto l’avvocato Sereno – ritengo che sulla base delle risultanze del processo e in relazione alla scelta del rito, la pena è stata congrua”. Come sempre in aula erano presenti il padre e il fratello di Adele Bruno: “A noi non cambia molto – ha affermato il padre, Rosario - Questa sentenza è più per dare esempio ad altri. Trent’anni non sono tanti né pochi. Ma queste sentenze dure vanno emesse per dare un esempio. Non saranno venti, trenta o un ergastolo a cambiare il danno che ci ha procurato. – ha aggiunto - Non capisco quale possa essere il motivo che spinga una persona a togliere la vita ad un’altra. Il dolore c’è e rimane e non cambierà qualsiasi sia il futuro dell’imputato”.

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    I legali della famiglia Bruno

    Poca soddisfazione e molto dolore per il fratello di Adele: “Per me cambia poco o niente. La condanna c’è, ma lui ha una vita. Potrà vedere il figlio, i genitori, mentre io – ha concluso - non potrò più riabbracciare mia sorella”. Fuori dal Tribunale, i parenti di Adele Bruno, presenti da stamattina come ad ogni udienza del processo: “Ci aspettavamo il massimo della pena, certo, speravamo nell’ergastolo, ma visto la procedura del rito abbreviato, sapevamo che non potevano esserci grandi stravolgimenti nella sentenza. Purtroppo tutto questo non ci porterà indietro la nostra Adele, e non è per noi una vittoria. La rabbia c’è e ci sarà sempre, ma possiamo ritenerci soddisfatti”.

    alcuni-parenti-commentano-la-sentenza

    “Aspettavamo una più ampia partecipazione da parte dell’opinione pubblica, - continuano - e siamo un po’ delusi dalla poca collaborazione nel sostenerci oggi da parte della popolazione lametina. Speriamo che ciò sia dovuto alla poca informazione. Però vogliamo ringraziare i nostri avvocati, e anche tutti coloro che ci hanno sempre sostenuto nella nostra battaglia, come le diverse associazioni, la famiglia Lanzino, l'associazione Pietro Ardito, i gruppi scout, il sindaco Speranza, la senatrice Doris Lo Moro, le televisioni e la stampa che non ci hanno abbandonato”. Adele Bruno è stata brutalmente uccisa a Lamezia Terme, dal suo fidanzato Daniele Gatto, il 30 ottobre 2011, all’età di 27 anni, dopo una lite per motivi passionali. Dopo il delitto, Gatto prima si recò a casa dei genitori della vittima per dire che la ragazza era scomparsa e li accompagnò al Commissariato di Polizia per effettuare la denuncia. Il mattino dopo, confessò agli agenti di aver commesso l’omicidio e diede indicazioni per il ritrovamento del corpo.

    Fonte: Il Lametino (20 giugno 2013)

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    Lamezia: Seconda edizione del Premio Adele Bruno

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    Lamezia Terme - Si terrà il 28 ottobre al teatro Umberto a partire dalle 20:30 la seconda edizione del Premio Adele Bruno “per non dimenticare”. La manifestazione, voluta dalla famiglia Bruno, la giovane uccisa il 30 ottobre del 2011 dal fidanzato Daniele Gatto, con il patrocinio del comune di Lamezia Terme. Questa edizione vedrà la partecipazione di Matteo Cosenza, direttore del Quotidiano della Calabria, Piero Sansonetti, direttore de L’Ora della Calabria, Domenico Romeo, criminologo, il sindaco Speranza e Pasqualino Ruberto, presidente di Calabria Etica. La realizzazione del premio, anche quest’anno, è stata affidata a Maurizio Carnevali e conferito alla memoria di Lea Garofalo e ritirato personalmente da Marisa Garofalo la sorella di Lea. L’incontro sarà occasione di discussione su un tema quanto mai attuale, quello del femminicidio e della violenza sulle donne nel ricordo di due figure e due storie diverse, ma unite nello stesso tragico destino: quelle di Adele e Lea.

    Fonte: Il Lametino (25 ottobre 2013)

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