La riforma dell'Università

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    La riforma dell'Università

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    I punti del ddl: lotta agli sprechi, a "parentopoli" e stop ai rettori a vita.

    * E' il primo provvedimento organico che riforma l'intero sistema universitario;

    * il ddl afferma il principio che l'autonomia delle università deve essere coniugata con una forte responsabilità finanziaria, scientifica, didattica. Le università sono autonome ma risponderanno delle loro azioni. Se saranno gestite male riceveranno meno finanziamenti. Soldi solo in base alla qualità. Fine dei finanziamenti a pioggia;

    * vengono riformati il reclutamento del personale e la governance delle università secondo criteri meritocratici e di trasparenza.

    * Per la prima volta si proibisce di partecipare ai concorsi a chi ha parentele fino al 4° grado.

    Saranno evidenziati con una freccia ( ) i provvedimenti più significativi del Disegno di Legge

    Organizzazione del sistema universitario

    (entro sei mesi dall'approvazione della legge le università dovranno approvare statuti con queste caratteristiche)

    * Adozione di un codice etico

    Come è: non ci sono regole per garantire trasparenza nelle assunzioni e nell'amministrazione;

    Come sarà: ci sarà un codice etico per evitare incompatibilità e conflitti di interessi legati a parentele. Alle università che assumeranno o gestiranno le risorse in maniera non trasparente saranno ridotti i finanziamenti del Ministero.

    * Limite massimo complessivo di 6 anni al mandato dei rettori, inclusi quelli già trascorsi prima della riforma.

    Come è: ogni università decide il numero dei mandati;

    Come sarà: un rettore potrà rimanere in carica un solo mandato, per un massimo di sei anni.

    * Distinzione netta di funzioni tra Senato e Consiglio d'Amministrazione: il primo organo accademico, il secondo di alta amministrazione e programmazione.

    Come è: attualmente vi è una confusione e ambiguità di competenze tra i due organi che non aiuta l'assunzione di responsabilità nelle scelte;

    Come sarà: il Senato avanzerà proposte di carattere scientifico, ma sarà il CdA ad avere la responsabilità chiara delle assunzioni e delle spese, anche delle sedi distaccate.

    * Il CdA avrà almeno 3 membri esterni su 11. Il presidente del CdA potrà essere esterno.

    * Presenza qualificata degli studenti negli organi di governo.

    * Introduzione di un direttore generale al posto del direttore amministrativo.

    Come è: oggi il direttore amministrativo è spesso un esecutore con ruoli puramente amministrativi;

    Come sarà: il direttore generale avrà compiti di grande responsabilità e dovrà rispondere delle sue scelte, come un vero e proprio manager dell'ateneo.

    * Nucleo di valutazione d'ateneo a maggioranza esterna.

    Come è: molti nuclei di valutazione sono oggi in maggioranza composti da docenti interni;

    Come sarà: il nucleo di valutazione dovrà avere una maggiore presenza di membri esterni per garantire una valutazione oggettiva e imparziale.

    * Gli studenti valuteranno i professori

    Gli studenti valuteranno i professori e questa valutazione sarà determinante per l'attribuzione dei fondi alle università da parte del Ministero.

    * Possibilità per gli atenei di fondersi tra loro o aggregarsi su base federativa per evitare duplicazioni e costi inutili.

    Come è: oggi università vicine non possono unirsi per razionalizzare e contenere i costi;

    Come sarà: ci sarà la possibilità di unire o federare università vicine, anche in relazione a singoli settori di attività, di norma in ambito regionale, per abbattere costi e aumentare la qualità di didattica e ricerca.

    * Riduzione dei settori scientifico-disciplinari, dagli attuali 370 alla metà (consistenza minima di 50 ordinari per settore).

    Come è: ogni professore è oggi rigidamente inserito in settori scientifico-disciplinari spesso molto piccoli, anche con solo 2 o 3 docenti;

    Come sarà: saranno ridotti per evitare che si formino micro-settori che danneggiano la circolazione delle idee e danno troppo potere a cordate ristrette.

    * Riorganizzazione interna degli atenei

    Riduzione molto forte delle facoltà che potranno essere al massimo 12 per ateneo. Questo per evitare la moltiplicazione di facoltà inutili o non richieste dal mondo del lavoro.

    Reclutamento di giovani studiosi

    * Il ddl introduce l'abilitazione nazionale come condizione per l'accesso all'associazione e all'ordinariato. L'abilitazione è attribuita da una commissione nazionale sulla base di specifici parametri di qualità. I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università, cui potranno accedere solo gli abilitati.

    I punti salienti:

    1. Commissioni di abilitazione nazionale autorevoli con membri italiani e, per la prima volta, anche stranieri;

    2. cadenza regolare annuale dell'abilitazione a professore, al fine di evitare lunghe attese e incertezze;

    3. attribuzione dell'abilitazione, a numero aperto, sulla base di rigorosi criteri di qualità stabiliti con Decreto Ministeriale, sulla base di pareri dell'ANVUR e del CUN;

    4. distinzione tra reclutamento e progressione di carriera: basta con i concorsi banditi per finta solo per promuovere un interno. Entro una quota prefissata (1/2), i migliori docenti interni all'ateneo che conseguono la necessaria abilitazione nazionale al ruolo superiore potranno essere promossi alla luce del sole con meccanismi chiari e meritocratici;

    5. messa a bando pubblico per la selezione esterna di una quota importante delle posizioni di ordinario e associato per ricreare una vera mobilità tra sedi, oggi quasi azzerata;

    6. procedure semplificate per i docenti di università straniere che vogliono partecipare alle selezioni per posti in Italia.

    Accesso di giovani studiosi

    * Il ddl introduce interventi volti a favorire la formazione e l'accesso dei giovani studiosi alla carriera accademica.

    I punti salienti:

    1. revisione e semplificazione della struttura stipendiale del personale accademico per eliminare le penalizzazioni a danno dei docenti più giovani;

    2. revisione degli assegni di ricerca per introdurre maggiori tutele, con aumento degli importi;

    3. abolizione delle borse post-dottorali, sottopagate e senza diritti;

    4. nuova normativa sulla docenza a contratto, con abolizione della possibilità di docenza gratuita se non per figure professionali di alto livello;

    5. riforma del reclutamento, con l'introduzione di un sistema di tenure-track: contratti a tempo determinato di 6 anni (3+3). Al termine dei sei anni se il ricercatore sarà ritenuto valido dall'ateneo sarà confermato a tempo indeterminato come associato. In caso contrario terminerà il rapporto con l'università maturando, però dei titoli utili per i concorsi pubblici. Questo provvedimento si rende indispensabile per evitare il fenomeno dei ricercatori a vita e determina situazioni di chiarezza fondate sul merito. Inoltre, il provvedimento abbassa l'età in cui si entra di ruolo in università, da 36 a 30 anni, con uno stipendio che passa da 1300 euro a 2100.

    6. chiarificazione delle norme sul collocamento a riposo dei docenti;

    7. valutazione complessiva delle politiche di reclutamento degli atenei ai fini della distribuzione del Fondo di Finanziamento Ordinario.

    Gestione finanziaria

    * Introduzione della contabilità economico-patrimoniale uniforme, secondo criteri nazionali concordati tra MIUR e Tesoro.

    Come è: i bilanci delle università non sono chiari e non calcolano la base di patrimonio degli atenei;

    Come sarà: i bilanci dovranno rispondere a criteri di maggiore trasparenza. Debiti e crediti saranno resi più chiari nel bilancio.

    * Commissariamento e tolleranza zero per gli atenei in dissesto finanziario

    Valutazione degli atenei

    * Le risorse saranno trasferite dal ministero in base alla qualità della ricerca e della didattica. Fine della distribuzione dei fondi a pioggia.

    1. Obbligo di accreditamento, quindi di verifica da parte del ministero, di tutti i corsi di laurea e di tutte le sedi distaccate per evitare che si creino insegnamenti e strutture non necessarie.

    2. valutazione dell'efficienza dei risultati conseguiti da parte dell'Anvur.

    * I docenti avranno l'obbligo di certificare la loro presenza a lezione. Questo per evitare che si riproponga senza una soluzione il problema delle assenze dei professori negli atenei. Viene per la prima volta stabilito inoltre un riferimento uniforme per l'impegno dei professori a tempo pieno per il complesso delle attività didattiche, di ricerca e di gestione, fissato in 1500 ore annue di cui almeno 350 destinate ad attività di docenza e servizio per gli studenti.

    * Scatti stipendiali solo ai professori migliori.

    Come sarà: si rafforzano le misure annunciate nel DM 180 in tema di valutazione dell'attività di ricerca dei docenti. In caso di valutazione negativa si perde lo scatto di stipendio e non si può partecipare come commissari ai concorsi.

    * Diritto allo studio e aiuti agli studenti meritevoli

    Delega al governo per riformare organicamente la legge 390/1991, in accordo con le Regioni. Obiettivo: spostare il sostegno direttamente agli studenti per favorire accesso agli studi universitari e mobilità.

    Inoltre sarà costituito un fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di merito e di gestire su base uniforme, con tassi bassissimi, i prestiti d'onore.

    * Mobilità del personale

    Sarà favorita la mobilità all'interno degli atenei, perché un sistema senza mobilità interna non è un sistema moderno e dinamico.

    Possibilità per chi lavora in università di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto.

    Fonte: MIUR (01 dicembre 2010)

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    Edited by Steve Hi Power Mc - 30/1/2013, 23:41
     
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    Approvata riforma universitaria. La FLCGIL minaccia: "non avrà vita facile"

    Ieri, dopo una lunga gestazione, Palazzo Madama ha approvato il DDL con 161 sì, 98 no e 6 astenuti. Soddisfatto il ministro che ha visto "una prova di grande compattezza della maggioranza", infatti hanno votato a favore il PDL, Lega e Fli. Pubblichiamo il comunicato del ministro giunto in redazione e il comunicato della FLCGL che minaccia di contrastare il provvedimento "con tutte le forme di lotta possibili"

    Dichiarazione del ministro Mariastella Gelmini
    “Desidero in modo particolare ringraziare il Presidente Berlusconi per il pieno sostegno dato alla riforma universitaria durante tutto il suo iter.
    Ancora una volta il Premier si è dimostrato un uomo del fare e un politico lungimirante, comprendendo perfettamente l’importanza di un provvedimento che è innanzitutto a favore dei giovani.
    Questo nuovo successo del governo è stato reso possibile soprattutto dalla sua determinazione e dalla sua volontà di realizzare le riforme di cui il Paese ha bisogno”.

    Il DDL Gelmini sull'università è legge. La FLC CGIL annuncia: non avrà vita facile
    Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

    La controriforma dell’Università non avrà vita facile e continuerà ad essere contrastata con tutte le forme di lotta possibili nella concreta attuazione che richiederà tantissimi regolamenti, decreti e soprattutto risorse che in realtà non ci sono. La partita non è chiusa.

    Si è voluto in modo autoritario, sulla base della solo forza dei numeri in Parlamento e non di solide ragioni riformatrici, approvare un provvedimento regressivo che determinerà meno autonomia degli Atenei, più precarietà, meno diritto allo studio, meno qualità didattica e meno ricerca. Sarà garantita la possibilità di studiare solo a coloro che avranno buone condizioni economiche perché in realtà si avvia il processo di privatizzazione dell’Università. E’ un attacco ai principi democratici sanciti dalla nostra Costituzione.

    Alle tantissime ragazze e ragazzi, ai ricercatori, ai precari che hanno riempito le piazze si è risposto con l’arroganza del potere che nega presente e futuro proprio a partire dall’impossibilità per tutti di accedere alla conoscenza quale condizione di libertà nel potere realizzare i propri sogni, nel non essere condannati alla disoccupazione e alla precarietà. Quei giovani hanno ricevuto tanta solidarietà e simpatia mentre questo Governo è sempre più distante dai bisogni reali delle persone.

    La Ministra Gelmini dopo aver tentato di demolire la scuola pubblica adesso si compiace con se stessa di completare l’opera con la distruzione delle università e della ricerca pubblica. La sfidiamo ad aprire una discussione di merito e a recepire le tantissime proposte messe in campo dal sindacato, dagli studenti, dai ricercatori e da tante personalità di altissimo profilo culturale perché ogni cambiamento ha bisogno del consenso e non dell’arroganza.

    La FLC CGIL non lascerà soli quei giovani, e agli interessi che si nascondono dietro la controriforma delle università, contrapporremo quelli generali ad avere un sistema di istruzione e formazione all’altezza dei bisogni del Paese.

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    Per un sunto sulla riforma rimandiamo al video di un servizio di SkyNews24

    Fonte: Orizzonte Scuola (24 dicembre 2010)

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    Promulgata la legge sull'Università. Napolitano: Si ricerchi un costruttivo confronto sulla complessa fase attuativa della legge per l’Università

    Quirinale - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ai sensi dell'art. 87 della Costituzione, ha promulgato la legge 'Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario' non avendo ravvisato nel testo "motivi evidenti e gravi per chiedere una nuova deliberazione alle Camere, correttiva della legge approvata a conclusione di un lungo e faticoso iter parlamentare".

    Il Capo dello Stato ha contestualmente indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri nella quale si rileva che: "l'attuazione della legge è del resto demandata a un elevato numero di provvedimenti, a mezzo di delega legislativa, di regolamenti governativi e di decreti ministeriali; quel che sta per avviarsi è dunque un processo di riforma, nel corso del quale saranno concretamente definiti gli indirizzi indicati nel testo legislativo e potranno essere anche affrontate talune criticità, riscontrabili in particolare negli articoli 4, 23 e 26".

    Al di là del possibile superamento - nel corso del processo di attuazione della legge - delle criticità relative agli articoli menzionati, per il Presidente "resta importante l'iniziativa che spetta al governo in esecuzione degli ordini del giorno Valditara e altri G 28.100, Rusconi ed altri G24.301, accolti nella seduta del 21 dicembre in Senato, contenenti precise indicazioni anche integrative - sul piano dei contenuti e delle risorse - delle scelte compiute con la legge successivamente approvata dall'Assemblea".

    Il Capo dello Stato ha auspicato che "su tutti gli impegni assunti con l'accoglimento degli ordini del giorno e sugli sviluppi della complessa fase attuativa del provvedimento, il governo ricerchi un costruttivo confronto con tutte le parti interessate".

    Fonte: Orizzonte Scuola (31 dicembre 2010)

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    Nuove norme sul dottorato di ricerca

    Una scheda della Cisl Scuola Sicilia sulle nuove norme in vigore dal 29 gennaio, e il nostro articolo sulla novità del congedo straordinario solo se "compatibile con le esigenze dell’amministrazione" per i dottorandi senza borsa.

    Scheda CISL
    "La legge di riforma dell'Università, che entrerà in vigore il 29 gennaio p.v., prevede modifiche alle disposizioni che regolamentano i congedi per dottorato di ricerca.
    La nuova legge 30 dicembre 2010, n. 240 Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario, all’articolo 19, comma 3, lettera b) disciplina il congedo straordinario per dottorato di ricerca, con o senza assegni, in modo restrittivo rispetto alla norma precedente, legge 13 agosto 1984, n. 476.

    Le modifiche riguardano:
    - la discrezionalità dell’Amministrazione / Dirigente Scolastico, che, sulla base delle esigenze di servizio, può concedere o meno il congedo per dottorato;
    - il blocco del diritto al congedo per coloro che abbiano già conseguito il titolo di dottore di ricerca;
    - il blocco del diritto al congedo per coloro che siano stati iscritti a corsi di dottorato per almeno un anno accademico beneficiando del congedo stesso.

    La nuova norma salvaguarda, comunque, i lavoratori già posti in congedo straordinario per dottorato di ricerca alla data di entrata in vigore della legge (29 gennaio 2010) conservando loro i benefici già in godimento.

    Di seguito l’art. 2 della legge 13 agosto 1984, n. 476 - Norma in materia di borse di studio e dottorato di ricerca nelle Università così come modificato dall’articolo 19, comma 3, lettera b) della legge 30 dicembre 2010 , n. 240 - Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario.

    2. Il pubblico dipendente ammesso ai corsi di dottorato di ricerca è collocato a domanda, compatibilmente con le esigenze dell'amministrazione, in congedo straordinario per motivi di studio senza assegni per il periodo di durata del corso ed usufruisce della borsa di studio ove ricorrano le condizioni richieste. In caso di ammissione a corsi di dottorato di ricerca senza borsa di studio, o di rinuncia a questa, l'interessato in aspettativa conserva il trattamento economico, previdenziale e di quiescenza in godimento da parte dell'amministrazione pubblica presso la quale è instaurato il rapporto di lavoro.

    Qualora, dopo il conseguimento del dottorato di ricerca, il rapporto di lavoro con l'amministrazione pubblica cessi per volontà del dipendente nei due anni successivi, è dovuta la ripetizione degli importi corrisposti ai sensi del secondo periodo. "Non hanno diritto al congedo straordinario, con o senza assegni, i pubblici dipendenti che abbiano già conseguito il titolo di dottore di ricerca, né i pubblici dipendenti che siano stati iscritti a corsi di dottorato per almeno un anno accademico, beneficiando di detto congedo. I congedi straordinari e i connessi benefici in godimento alla data di entrata in vigore della presente disposizione sono mantenuti".

    Dottorandi senza borsa: congedo straordinario solo se "compatibile con le esigenze dell’amministrazione"

    Fonte: Orizzonte Scuola (19 gennaio 2011)

    :shifty:

    Edited by Steve Hi Power Mc - 19/12/2014, 19:22
     
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    Università, Gelmini: Proposte Pd vecchie e fuori tempo massimo

    "Con la proposta di legge sull'università presentata ieri, il Pd scende dai tetti ed è costretto ad ammettere il fallimento del tentativo di radicalizzare lo scontro politico su un tema così importante come la riforma dell'università. Il Pd cerca adesso la rivincita provando a riaprire un percorso parlamentare concluso appena pochi mesi fa. La sinistra dimostra ancora una volta di essere esperta ad aprire tavoli, a perdere tempo e non concludere mai nulla. L'ultima cosa di cui il sistema universitario ha bisogno infatti è riaprire il cantiere normativo mentre gli atenei e il Ministero stanno lavorando per attuare la riforma e tutte le componenti del mondo universitario sono impegnate sui provvedimenti attuativi e sugli statuti".

    "Per quanto riguarda l'immediata attuazione delle procedure di selezione non c'è bisogno di alcuna legge. Spetta infatti agli atenei varare un loro regolamento, cosa che possono fare in tempi rapidi. E' assurdo che coloro che ritengono la riforma troppo prescrittiva chiedano ora di legiferare anche su quello che era stato giustamente lasciato alla responsabilità degli atenei.

    Il compimento di tutte le procedure concorsuali bandite prima dell'entrata in vigore della legge è già garantito dalla stessa riforma dell'università. Ovviamente, tutte le procedure bandite prima del 29 gennaio 2011 saranno portate a termine con le vecchie regole. Al momento devono essere completati circa 250 concorsi da associato e ordinario e oltre 1.500 da ricercatore, circa 900 dei quali banditi nel 2011. Ci sono poi circa 2.000 idonei che possono essere chiamati.

    Anche il rinnovo degli assegni di ricerca banditi prima dall'entrata in vigore della riforma è già possibile senza alcun intervento normativo, come ribadito in una circolare inviata a tutti gli atenei.

    Infine, per quanto riguarda i tempi di attuazione del ddl, confermo l'impegno a varare tutti i provvedimenti necessari entro sei mesi. Ricordo tuttavia che gli atti davvero fondamentali sono meno di una dozzina".

    Fonte: MIUR (14 aprile 2011)

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    Università, Miur: Tempi rapidi per approvazione decreti attuativi riforma

    Il percorso di attuazione della Riforma universitaria prosegue molto rapidamente, rispettando regolarmente le scadenze poste all'inizio del procedimento.

    I decreti attuativi della Riforma sono complessivamente 38. Di questi, 30 sono stati già firmati dal ministro e sono attualmente sottoposti al parere degli organi consultivi e degli organi di controllo.

    Entro il mese di luglio, 17 decreti saranno completati e pubblicati in Gazzetta Ufficiale e saranno quindi operativi. I rimanenti decreti diventeranno legge, e saranno quindi operativi, entro il mese di settembre.

    Fonte: Ufficio Stampa Miur (01 luglio 2011)

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    Università, procede velocemente l'approvazione dei decreti attuativi della riforma

    Aumentano gli assegni di ricerca (+20%) e quasi raddoppiata la quota dei fondi da assegnare in base al merito (930 milioni). Taglio ai corsi di laurea (-25%) e dei curricula (-40%).

    Assegni di ricerca più alti (+20%), quasi raddoppiata la percentuale dei fondi assegnati alle università su base meritocratica, norme per bilanci più trasparenti, riduzione del numero dei corsi di laurea, razionalizzazione dei settori scientifico-disciplinari, certificazione degli atenei e valutazione della qualità della ricerca, nuove procedure per l'abilitazione scientifica nazionale e l'internazionalizzazione dell'università, 106 milioni per i progetti di ricerca PRIN e test di medicina in inglese.

    Sono queste le principali novità che oggi il ministro Mariastella Gelmini ha illustrato nel corso della conferenza stampa dedicata all'iter di attuazione della Riforma e alle nuove norme previste per le università italiane.

    Riforma dell'università

    Prosegue rapidamente l'iter di attuazione della Riforma. Dei 38 provvedimenti previsti (decreti legislativi, regolamenti, decreti ministeriali), 32 sono già stati firmati dal ministro e a breve saranno emanati anche i restanti 6. 7 decreti saranno approvati in via definitiva entro luglio e i rimanenti entro fine settembre.

    * Assegni di ricerca più alti

    Aumenta di oltre il 20% l'importo minimo degli assegni di ricerca. Si passa così da 16mila euro a 19.630 euro, che rappresentava il precedente valore massimo. Contestualmente, il tetto agli assegni di ricerca è stato abolito;

    * Nuove procedure di abilitazione scientifica

    Entro l'anno saranno finalmente sbloccate le nuove procedure di abilitazione scientifica nazionale, prerequisito necessario per l'accesso alla docenza. Si tratta di una rigorosa valutazione dei meriti scientifici dei docenti basata su criteri di merito e qualità predefiniti;

    * Internazionalizzazione delle università

    Per favorire l'internazionalizzazione del sistema universitario italiano e attirare dall'estero i migliori studiosi verso i nostri atenei, sono previste procedure semplificate per la chiamata diretta di ricercatori e docenti. Potranno essere chiamati anche i ricercatori, italiani e stranieri, che hanno vinto importanti e prestigiosi progetti di ricerca internazionali, riconosciuti attraverso un decreto del ministro. Sono stabiliti inoltre i criteri di equipollenza tra il progetto di ricerca vinto e il ruolo che lo studioso può ricoprire all'interno degli atenei;

    * Nuova contabilità economico-patrimoniale e commissariamento degli atenei in rosso

    Vengono stabilite nuove regole per la contabilità economico-patrimoniale a cui tutte le università dovranno adeguarsi entro il 2014, per garantire una maggiore trasparenza dei conti e nella gestione delle risorse.

    Il decreto prevede anche linee guida e misure che le università a rischio devono seguire per uscire dalla situazione di difficoltà finanziaria ed evitare il commissariamento. Si tratta di una sorta di "cartellino giallo", che può diventare "rosso" se, nonostante questa possibilità, gli atenei non metteranno ordine nei propri conti. In questo caso, infatti, scatterà il commissariamento.

    * Accreditamento dei corsi e delle sedi

    Tutti i nuovi corsi attivati e le nuove sedi istituite dovranno essere accreditati e certificati. Saranno oggetto cioè di un'attenta valutazione di qualità svolta dall'Anvur. La valutazione comunque non sarà "una tantum" ma si svolgerà regolarmente per verificare gli standard di qualità delle università e riguarderà, nei prossimi anni, anche i corsi e le strutture già esistenti;

    * Riduzione dei settori scientifico-disciplinari

    E' stato razionalizzato il numero dei settori disciplinari, che passano da 370 a 180 settori concorsuali;

    * Dottorati di ricerca

    Istituite nuove modalità di selezione per l'attivazione di dottorati di ricerca, basate su criteri riconosciuti anche a livello internazionale. Anche i dottorati dovranno essere accreditati e dunque certificati e valutati.

    Gli altri provvedimenti:

    Razionalizzazione dei corsi e dei curricula

    In tre anni, dall'anno accademico 2007/2008, c'è stata una riduzione del 25% dei corsi di laurea e del 40% dei curricula. I corsi passano da 5.879 a 4.389, mentre i curricula passano da 8.955 a 5.424.

    Si tratta di un'opera di razionalizzazione dell'offerta formativa che ha l'obiettivo di garantire agli studenti percorsi di studio di maggiore qualità e meglio seguiti dai docenti. Il numero dei corsi attivati infatti deve tenere conto del corpo docente disponibile in ogni università, sia dal punto di vista numerico che scientifico, in modo da assegnare ad ogni corso di laurea un numero adeguato di docenti con un curriculum scientifico pertinente con gli insegnamenti previsti.

    Più risorse alle università migliori

    Aumenta la percentuale del Fondo di finanziamento ordinario che viene distribuita alle università in base a specifici criteri di qualità e merito. Rispetto al 2010, quando la quota era del 10%, la percentuale sale al 13,5%. Dal 2009, quando il 7% dei fondi è stato distribuito su base meritocratica, la percentuale è quasi raddoppiata. Si tratta, in valori assoluti, di circa 930 milioni di euro, rispetto ai 720 milioni del 2010.

    Negli ultimi tre anni, da quando la distribuzione dei fondi alle università è legata alla valutazione, più della metà degli atenei italiani è migliorata nei parametri di qualità presi in considerazione.

    VQR - Valutazione della qualità della Ricerca

    Uno dei i primi compiti dell'Anvur, l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca insediata il 2 maggio scorso, è la valutazione della qualità. Sarà esaminato, su indicazione del ministro, il lavoro di tutti i professori e di tutti i ricercatori delle università italiane. I risultati delle valutazioni dell'Anvur saranno determinanti per la distribuzione della quota premiale dei fondi, assegnata agli atenei su base meritocratica.

    Ricerca, 106 milioni per il PRIN

    Si è conclusa la selezione dei Progetti di ricerca di interesse nazionale. Ai progetti individuati sarà assegnata una cifra complessiva di 106 milioni di euro.

    Test d'ingresso a Medicina in inglese

    Quest'anno, per la prima volta, nelle università dove sono attivati corsi di Medicina in inglese, anche il test d'ingresso si svolgerà in lingua. Si tratta dell'Università di Milano, dell'Università di Roma "La Sapienza" e dell'Università di Pavia. Il test sarà elaborato in collaborazione con l'Università di Cambridge e si svolgerà contestualmente alle Università di Londra e Cambridge.

    Fonte: Ufficio Stampa MIUR (08 luglio 2011)

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    Università, firmato il decreto per la Valutazione della Qualità e della Ricerca

    Il ministro Mariastella Gelmini ha firmato oggi il decreto per la Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) nel periodo 2004-2010, affidata all'ANVUR. La VQR esaminerà i tre migliori lavori di ricerca (libri, articoli o brevetti) di ciascun docente universitario o ricercatore di enti sotto la vigilanza del Miur, circa 70 mila studiosi.

    Per svolgere l'attività di valutazione l'ANVUR si avvarrà di 450 esperti altamente qualificati, italiani e stranieri, organizzati in 14 ambiti disciplinari, e di revisori esterni.

    La VQR valuterà ogni dipartimento, realizzando così per la prima volta una graduatoria affidabile della qualità della ricerca svolta in tutti i dipartimenti italiani. Questa graduatoria servirà da base per la distribuzione dei fondi statali su base valutativa. L'ANVUR si prefigge di concludere il suo lavoro in circa 18 mesi.

    Verrà inoltre istituita l'Anagrafe nazionale della ricerca nella quale saranno raccolte tutte le pubblicazioni dei docenti universitari italiani, con l'obiettivo di valorizzare il merito e garantire la massima trasparenza.

    "Si tratta - ha dichiarato il Ministro Gelmini - di una tappa fondamentale per promuovere la cultura della valutazione nel nostro sistema accademico, coerentemente con i migliori standard internazionali. La Riforma dell'Università attribuisce grande importanza alla valutazione e alla distribuzione premiale dei fondi. Quindi mi attendo dall'ANVUR indicazioni della massima importanza".

    Fonte: MIUR (13 luglio 2011)

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    Università, approvato in Cdm il decreto sul commissariamento degli atenei

    Il Consiglio dei Ministri ha dato oggi il via libera definitivo al decreto legislativo sui parametri di sostenibilità finanziaria degli atenei e l'eventuale commissariamento. Il decreto ha già ricevuto l'assenso del Consiglio di Stato e il parere favorevole delle Commissioni parlamentari e sarà quindi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dopo la registrazione da parte della Corte dei Conti.

    Il decreto prevede un monitoraggio costante della situazione economica, finanziaria e patrimoniale degli atenei e definisce parametri atti ad individuare le situazioni critiche e deficitarie degli stessi. Gli atenei dovranno:
    * garantire certezza ed omogeneità nel risanamento dei bilanci ed evitare eccessivi disavanzi;
    * gestire i fondi con maggiore trasparenza;
    * garantire un'offerta formativa di alto livello, senza dover ridurre gli investimenti sulla formazione;
    * operare secondo obiettivi di efficacia, efficienza e trasparenza.

    Il decreto definisce e disciplina tre casi. Due definibili da "cartellino giallo".

    Il primo riguarda il caso di situazione critica di disequilibrio economico e finanziario e patrimoniale temporaneo. In questa fase l'Università intraprende un percorso di risanamento vigilato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e dal Ministero dell'Economia e delle Finanze.

    Il secondo riguarda il caso di dissesto finanziario che comporta l'incapacità per l'ateneo di fare fronte ai debiti liquidi ed esigibili. In questa fase viene elaborato un piano di rientro in tempi certi;

    Il "cartellino" diventerà "rosso" nella terza fase: cioè se, nonostante queste possibilità, gli atenei non metteranno ordine nei propri conti. In questo ultimo caso scatterà il commissariamento. In questa fase l'organo commissariale ha l'obiettivo di ripianare i debiti e ricondurre l'intero sistema ad una situazione di equilibrio.

    Nel provvedimento è stato valorizzato il ruolo dell'ANVUR che, dopo la procedura commissariale, deve valutare se esistano i presupposti per mantenere l'accreditamento dell'istituzione universitaria ovvero per un'eventuale operazione di federazione o fusione di atenei, ai sensi dell'articolo 3 della legge 240 del 2010, in linea con i principi ispiratori della riforma.

    L'intervento normativo consente dunque di:
    * individuare tempestivamente, tramite l'organo di controllo contabile, le situazioni critiche negli equilibri economici, finanziari e patrimoniali delle università;
    * avviare un percorso di risanamento nelle fasi critiche ed adottare un piano di rientro nella fase di dissesto finanziario, secondo criteri analiticamente definiti e sotto la vigilanza dei Ministeri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e dell'Economia e delle finanze, anche per mezzo del Collegio dei revisori dei conti;
    * finalizzare positivamente l'eventuale fase commissariale, diretta al riequilibrio nella situazione economica, finanziaria e patrimoniale e alla garanzia del mantenimento di un livello soddisfacente nella qualità della didattica e della ricerca delle università statali.

    Fonte: Ufficio Stampa MIUR (23 settembre 2011)

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    Dottorato di ricerca: proroga causa malattia

    Il ministero interviene nella normativa sul congedo per dottorato di ricerca: il collegio dei docenti può deliberare la proroga per il periodo di tempo corrispondente alla durata della malattia

    Le modalità di fruizione del dottorato di ricerca erano già state indicate C.M. n. 15 del 22.2.2011. Con la nota 10331 del 14 dicembre 2011 il ministero disciplina la proroga del congedo per dottorato in caso di malattia:

    "In conformità della predetta disposizione si verifica che i Collegi dei docenti, su richiesta dell'interessato e sulla base di idonea documentazione medica, proroghino la durata del corso di dottorato per il periodo corrispondente all'accertata malattia, ed è in tali casi che si ritiene opportuno da parte dei dirigenti scolastici, autorizzare la proroga del congedo per dottorato per un periodo massimo corrispondente alla durata della malattia, il che consentirebbe peraltro ai docenti interessati di non vanificare gli impegni assunti con le Università presso cui essi svolgono il dottorato per consentire nel recupero."

    La nota (file PDF)
    La c.m. n. 15 del 22 febbraio 2011
    Tutte le notizie sul dottorato di ricerca

    Fonte: Orizzonte Scuola (16 dicembre 2011)

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    Dottorato di ricerca: interrogazione su riconoscimento stipendio da insegnante

    Presentata alla Camera l'interrogazione a risposta 5/06478, primo firmatario Siragusa Alessandra sulla possibilità, per un docente precario, di mettersi in aspettativa per dottorato di ricerca mantenendo il proprio stipendio come gli insegnanti di ruolo o gli altri dipendenti della pubblica amministrazione.

    L'interrogazione

    Premesso che,

    nella Circolare n. 15 Prot. N. AOODGPER1507 del 22 febbraio 2011, del Ministero dell'Università e della Ricerca , Direzione Generale per il personale scolastico, avente per oggetto "Dottorato di Ricerca e problematiche connesse" si legge: "si ritiene opportuno un richiamo alla normativa prevista dall'art. 19 del vigente CCNL, riguardante "Ferie, permessi ed assenze del personale assunto a tempo determinato", intendendosi come personale a tempo determinato, il personale destinatario di contratto durata annuale o fino al 30 giugno, il cui primo comma dispone che "Al personale assunto a tempo determinato, al personale di cui ..............., si applicano, nei limiti della durata del rapporto di lavoro, le disposizioni, in materia di ferie, permessi ed assenze stabilite dal presente contratto per il personale assunto a tempo indeterminato"., e pertanto anche a tale tipologia di personale si ritiene debbano essere applicate, nei limiti previsti dalla richiamata norma, le disposizioni riguardanti i congedi per il personale ammesso alla frequenza dei dottorati di ricerca: si ritiene comunque opportuno precisare che le predette disposizioni esplicano, la propria validità esclusivamente sotto il profilo giuridico (riconoscimento del servizio ai fini previsti delle vigenti disposizioni) non ritenendosi che le stesse possano esplicare la validità sotto il profilo economico (conservazione della retribuzione per il periodo di frequenza del dottorato)";

    si è quindi previsto, modificando di fatto quanto previsto dal CCNL di cui sopra, che non sia più possibile, per un docente precario, mettersi in aspettativa mantenendo il proprio stipendio come gli insegnanti di ruolo o gli altri dipendenti della pubblica amministrazione;

    con sentenza n.360 del 26.05.2011, il Giudice del Lavoro del Tribunale di Verona, a cui si era rivolto un insegnante precario – risultato idoneo ad un concorso per dottorato di ricerca senza borsa- impugnando la circolare, si è espresso in modo favorevole al ricorrente;

    per sapere,

    se il Ministro non ritenga di dover modificare quanto prima il contenuto della circolare di cui sopra che, di fatto, discrimina i docenti precari vincitori di concorso di dottorato di ricerca.

    Fonte: Orizzonte Scuola (24 marzo 2012)

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    Numero chiuso accesso alle Università incostituzionale, arriva il test valido per più facoltà

    Il consigliò di Stato ha rinviato alla consulta la legge che regola le porte d'ingresso in alcune facoltà italiane come medicina veterinaria architettura e le professioni sanitarie: la legge violerebbe tre articoli della costituzione: 3,34 è 97. Con decreto Ministeriale 28 giugno 2012 n. 196, il ministero inserisce una novità nei test, ampliandone la sperimentazione.

    Il ministro si è detto tranquillo relativamente al rinvio alla corte costituzionale della legge sul numero chiuso.

    "Per le scienze della vita e l'architettura- ricorda il ministro in una intervista al quotidiano "La Repubblica" - c'è una legge europea. Poi ci sono casi in cui il numero chiuso è previsto se non ci sono strutture sufficienti nell'ateneo".

    Nel frattempo giorno 28 giugno il ministro ha emanato il decreto 196 con il quale inserisce delle novità per quanto riguarda il test di ammissione alle università.

    L'obiettivo, si legge nello stesso decreto, è di ampliare la sperimentazione già avviata lo scorso anno e per l'anno accademico 2012-13 prevede test validi per aggregazioni di sedi universitarie con graduatorie comuni, secondo l'ordine di punteggio dei candidati.

    Ciò si tradurrà in una maggiore possibilità per gli aspiranti e, probabilmente, in un tentativo di smorzare le polemiche attorno al numero programmato.

    Decreto Ministeriale 28 giugno 2012 n. 196

    Fonte: Orizzonte Scuola (02 luglio 2012)

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    Spending review: Ghizzoni, non si colpiscano Università e Ricerca

    Al Cern ulteriore prova dell'eccellenza italiana "La spending review non colpisca l'università e la ricerca, settori di eccellenza che negli anni sono stati già duramente vessato dai tagli e che, come riscontrato anche oggi, dimostra l'eccellenza della ricerca italiana".

    E' quanto si augura Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati, dopo la diffusione dei dati raccolti dai due esperimenti del Cern in merito alla scoperta del bosone di Higgs - Grazie anche al valore dei fisici italiani la ricerca scientifica ha compiuto un altro importante passo di cui la fisica contemporanea aveva bisogno.

    Nello staff internazionale di ricercatori impegnati negli esperimenti europei del Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra, Cms, diretto da Joseph Incandela e Atlas, diretto Fabiola Gianotti, vi sono molti fisici provenienti dagli atenei italiani e dall'Istituto nazionale di fisica nucleare.

    "È una ulteriore prova dell'eccellenza dei nostri scienziati che, nonostante il nostro Paese sia decisamente indietro rispetto al resto dell'Europa per quanto riguarda il finanziamento della ricerca e il numero dei ricercatori - ha spiegato Ghizzoni, riferendosi ai risultati dell'indagine conoscitiva svolta dalla Commissione -, li posiziona tra i maggiori attori internazionali in questo campo. A loro non possiamo far mancare il nostro ringraziamento per aver portato la ricerca scientifica italiana in un contesto internazionale di così alto profilo. Non possiamo, la politica non può farlo, non impegnarci per evitare che, in nome della crisi, ulteriori tagli si abbattano su un settore già penalizzato dalla scarsità di finanziamenti, ma che continua a donare al Paese conoscenza, ricerca e innovazione".

    Fonte: Orizzonte Scuola (04 luglio 2012)

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    Università, Profumo presenta nuovo portale "UniversItaly"

    Domani, mercoledì 11 luglio alle ore 12, preso la Sala delle Comunicazioni del Miur, il ministro Francesco Profumo presenterà "UniversItaly", il nuovo portale dell'Università italiana.

    "UniversItaly", realizzato con la collaborazione della Crui, del Cineca e di tutti gli atenei italiani, fornirà la più ampia descrizione di tutte le componenti del sistema universitario italiano agli studenti italiani e stranieri e a tutti i soggetti interessati. Attraverso un moderno sistema di navigazione, di interazione con i social network e di strumenti comparativi dell'offerta delle università, aggiornata dagli atenei stessi, UniversItaly favorirà e semplificherà la conoscenza, la scelta e l'accesso al nostro sistema universitario.

    Fonte: MIUR (10 luglio 2012)

    STRONE126
     
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    Il dottorato di ricerca va retribuito anche per i periodi di precariato

    Successo dell'Anief presso il Tribunale di Verbania, con una sentenza che sancisce il diritto ad usufruire del congedo straordinario retribuito per motivi di studio anche se originariamente richiesto in presenza di contratto di lavoro a tempo determinato.

    Il legale dell'Anief ha ribaltato un precedente pronunciamento negativo del Giudice (in quel caso a difendere la ricorrente era un altro sindacato) e dichiarato il diritto della ricorrente alla retribuzione del congedo straordinario per dottorato di ricerca frequentato senza usufruire della borsa di studio.

    L'Avv. Ferrara ha, infatti, dimostrato che "un contratto a tempo determinato, che naturalmente si estingue alla data di scadenza stabilita, di certo non può considerarsi una “ipotesi di cessazione del rapporto per volontà del dipendente” soprattutto quando, nel corso dell'anno scolastico e a seguito delle consuete operazioni di individuazione degli aventi diritto all'immissione in ruolo, il contratto “da precario” viene trasformato dalla stessa amministrazione in contratto di lavoro a tempo indeterminato".

    Il MIUR è stato dunque condannato, a restituire lo stipendio trattenuto alla ricorrente e a pagare integralmente le spese di causa liquidate complessivamente in € 1.200.

    Fonte: Orizzonte Scuola (21 ottobre 2012)

    mes035
     
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