Trasformare le ceneri dei propri cari in diamanti, il nuovo business

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    Trasformare le ceneri dei propri cari in diamanti, il nuovo business
    Una pratica perfettamente lecita e addirittura diventata una moda in Svizzera. E in Italia?

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    Da dieci anni una ditta svizzera trasforma le ceneri dei defunti in diamanti da indossare. Un business che attira clienti giapponesi, tedeschi, austriaci e tanti svizzeri.

    La pratica è perfettamente lecita anche nel nostro paese, dove la “diamantizzazione” delle ceneri umane è possibile dal 2009. Ma se nel mondo si procede al ritmo di 800-900 diamanti umani all’anno, in Italia ci sono una decina di casi a malapena.

    E la società Algordanza lamenta i problemi essenzialmente culturali che impediscono alla maggioranza degli italiani di considerare la “diamantizzazione” una pratica rispettosa della memoria del caro scomparso. “Siamo lontani dalle attese”, riconosce Walter Mendizza, amministratore delegato della consociata italiana. “Ormai”, racconta ancora Mendizza, “abbiamo accumulato una certa esperienza. Di fronte alla nostra proposta, gli italiani si dividono radicalmente tra entusiasti e inorriditi. Una via di mezzo non c’è».

    QUANTO COSTAQuanto costa trasformare un proprio caro in diamante? L’operazione non è alla portata di tutti e può variare da 14 mila euro se si richiede una pietra da 1 carato, a 4 mila se ci si accontenta di 0,3 carati. Certo, si tratta di prezzi decisamente alti. E forse anche le ragioni economiche non favoriscono la diffusione di questa pratica in Italia.

    REATO DI VILIPENDIO DI CADAVERE – In parlamento c’è anche qualcuno che lavora per estendere il reato di “vilipendio di cadavere” anche per chi “trasferisce all’estero le ceneri per fargli subire un processo di diamantificazione”: a proporre il ddl è stato il senatore di Idea Carlo Giovanardi, già noto per altre crociate di tipo “etico” come la lotta alle droghe leggere. “Il senatore”, racconta l’ad di Algordanza, Walter Mendizza, “forse non ha capito bene lo spirito dell’iniziativa. Per noi, la cosa peggiore è l’abbandono dei defunti. Intendo i nostri cimiteri, luoghi senza alcuna grazia, inadatti ad accogliere i nostri cari. Peggio ancora per la dispersione delle ceneri in aria. Capisco l’aspetto romantico, ma siamo agli antipodi. Il defunto deve essere sempre con noi, in un diamante che portiamo al collo o al dito”.

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    Fonte: QuiFinanza (22 settembre 2016)

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