Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento (PCTO - ex alternanza scuola-lavoro)

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    Parte l’alternanza scuola lavoro anche nei licei

    L’alternanza scuola-lavoro debutta anche nei licei con svariati corsi grazie a risorse straordinarie per 40 milioni destinate a laboratori scolastici territoriali.

    L’articolo 4 del decreto “La Buona scuola” prevede, infatti, dall’anno scolastico 2015/2016 i percorsi di alternanza scuola-lavoro sia negli istituti tecnici e professionali sia nei licei a partire dal terzo anno. Nell’alternanza, che può essere svolta anche nei periodi di sospensione dell’attività didattica, rientrano anche progetti che riguardano l’impresa formativa simulata.

    La vera rivoluzione, al riguardo, è la partenza dell’alternanza scuola-lavoro anche nei licei, con 200 ore nel secondo biennio e nell’ultimo anno.

    Tutto quello che c’è da sapere sull’alternanza scuola-lavoro sarà definito nello “Statuto delle studentesse e degli studenti in alternanza” che stabilirà diritti e doveri degli studenti impegnati in tirocini, alternanza, impresa simulata e stage che potranno essere validi anche per l’esame di maturità.

    L’alternanza scuola-lavoro vera e propria sarà preceduta da una settimana di corsi di formazione sulla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.

    Il Miur con un decreto che dovrà essere adottato entro il prossimo 31 agosto, istituirà il Registro nazionale delle imprese per l’alternanza scuola lavoro che sarà suddiviso in sezioni regionali e riporterà le aziende che si sono dichiarate disponibili a svolgere i percorsi. Nel registro accanto a ciascuna azienda sarà indicato il numero massimo di studenti e i periodi dell’anno in cui svolgere l’alternanza.

    Gabriele Toccafondi, sottosegretario all’Istruzione ha sottolineato che si farà tutto il necessario per evitare il rischio di tirocini e stage sottopagati in cui gli studenti siano sfruttati poiché lo scopo dell’alternanza scuola-lavoro è quello di insegnare agli studenti un mestiere ma facendo in modo che siano seguiti attraverso la stipula di contratti di apprendistato.

    Ma La Buona Scuola di Matteo Renzi e Stefania Giannini prevede anche l’educazione degli studenti all’autoimprenditorialità basandosi sul modello tedesco.

    Fonte: Orizzonte Scuola (05 marzo 2015)

     
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    DDL riforma. Faraone spiega l'alternanza scuola-lavoro

    "Grazie a #labuonascuola i ragazzi e il mondo del lavoro si incontrano. Ogni studente potrà costruirsi un percorso personale, sperimentare le proprie passioni e rafforzare le proprie attitudini."

    "Imprese, musei, enti offriranno esperienze di lavoro vero, in grado di preparare gli studenti a scelte importanti per la propria vita; di mettere in relazione il sapere con il fare; di connettere scuola e società in un percorso coerente di crescita culturale e sociale".

    Lo scrive su Facebook Davide Faraone, Sottosegretario all'Istruzione, nel quarto di una serie di post, dal titolo "La scuola che cambia", che spiega i dettagli del ddl "La Buona Scuola".

    "#labuonascuola - continua Faraone - istituzionalizza l'alternanza scuola-lavoro, nel pieno rispetto del lavoro dei ragazzi, tutelato e regolamentato dalla Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola-lavoro. Carta che contribuiranno direttamente a stilare nel Forum Nazionale degli studenti". "L'alternanza scuola-lavoro - ricorda Faraone - c'è già ma non è obbligatoria. Nell'anno scolastico 2013-2014 211.121 studenti l'hanno praticata. Più numerosi quelli degli istituti tecnici o professionali, appena il 13,3% quelli dei licei. Per una media di circa 90 ore (in un solo anno, 270 nel triennio) tra stage veri e propri e progetti di orientamento. #labuonascuola aumenta il numero di ore, consentendo agli studenti di avere più tempo per capire i meccanismi degli ambienti di lavoro e conoscersi in una veste diversa".

    "Per fare ciò, #labuonascuola stanzia 100 milioni - scrive il Sottosegretario - circa 35 mila euro per ogni scuola. Prima di adesso su cosa si reggeva? Sui fondi messi a disposizione con la legge 440: 11 milioni nel 2014, 19 milioni nel 2015, che resteranno. Dal 2016 ci saranno risorse decuplicate. Non sono solo numeri, ma fatti di una scuola che cambia".

    Tutto sulla Buona scuola

    Fonte: Orizzonte Scuola (06 luglio 2015)

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    Scuola-lavoro ed i poteri del Dirigente scolastico

    Uno degli aspetti più rilevanti del ddl sulla scuola come definitivamente approvato il 9 luglio, riguarda certamente laquestione scuola-lavoro, la scuola delle competenze.

    In base al ddlscuola il ruolo del dirigente è stato rivisto, e sicuramente rinforzati sono i suoi poteri, ma anche le responsabilità, Infatti, nell'ambito dell’autonomia dell’istituzione scolastica, il dirigente scolastico ne assicura il buon andamento, svolge compiti di gestione direzionale, organizzativa e di coordinamento ed è responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio nonché della valorizzazione delle risorse umane e del merito dei docenti.

    Ma le Istituzioni scolastiche garantiscono, in via teorica, la partecipazione alle decisioni degli organi collegiali e la loro organizzazione è orientata alla massima flessibilità, diversificazione, efficienza ed efficacia del servizio scolastico, nonché all’integrazione e al miglior utilizzo delle risorse e delle strutture, all’introduzione di tecnologie innovative e al coordinamento con il contesto territoriale. Edè in tale ambito che “l’istituzione scolastica effettua la programmazione triennale dell’offerta formativa per il potenziamento dei saperi e delle competenze delle studentesse e degli studenti e per l’apertura della comunità scolastica al territorio con il pieno coinvolgimento delle istituzioni e delle realtà locali”e dunque deve predisporre “ con la partecipazione di tutte le suecomponenti, il piano triennale dell’offerta formativa, rivedibile annualmente”.

    Tale piano è il cuore programmatico vitale della singola scuola“costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare,extracurricolare, educativae organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della loro autonomia”. Però quando si tratta, ad esempio, della questione scuola-lavoro tutta la bella teoria come ora riportata in merito alle decisioni collegiali, viene meno. Infatti, nel testo del ddl si afferma che “al fine di incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti, i percorsi di alternanza scuola-lavoro di cui al decreto legislativo 15aprile 2005, n. 77, sono attuati, negli istituti tecnici e professionali, per una durata complessiva, nel secondo biennio enell’ultimo anno del percorso di studi, di almeno 400 ore e, nei licei, per una durata complessiva di almeno 200 ore nel triennio”.

    Dunque il sistema scuola lavoro deve essere inserito obbligatoriamente anche nel sistema liceale, con una durata complessiva di almeno 200 ore, ma almeno 200 ore significa che può essere anche superiore. Tali percorsi di alternanza “sono inseriti nei piani triennali dell’offerta formativa”.

    Dunque le scuole interessate non possono rifiutarsi di inserirla nel POF, però possono definirne lemodalità: “ può essere svolta durante la sospensione delle attività didattiche secondo il programma formativo e lemodalità di verifica ivi stabilite nonché con la modalità dell’impresa formativa simulata. Il percorso di alternanza scuola-lavoro si può realizzare anche all’estero”.

    Mai poteri del dirigente emergono con forza lì ove viene individuato come l'unica figura deputata ad individuare all’interno del registro, istituito presso le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura per l’alternanza scuola-lavoro, le imprese e gli enti pubblici e privati disponibili all’attivazione dei percorsi citati.

    E l'unico che può stipulare apposite convenzioni anche finalizzate a favorire l’orientamento scolastico e universitario dello studente. Il dirigente scolastico, al termine di ogni anno scolastico, redige unascheda di valutazione sulle strutture con le quali sono state stipulate convenzioni, evidenziando la specificità del loro potenziale formativo e le eventuali difficoltà incontrate nella collaborazione. Dunque, come ben si può notare, certamente il coinvolgimento degli organi collegiali, in tema di alternanza scuola lavoro, è praticamente irrisorio o minimale rispetto al potere decisionale della dirigenza scolastica, e ciò ben rappresenta quello che è il ddl scuola nella sua sostanza, ove sparisce de facto la contrattazione, il ruolo dellaRSU è limitato ai minimi storici e mai citata all'interno di questo provvedimento, e gli organi collegiali sembrano più essere chiamati a ratificare od indirizzare determinate scelte che non possono neanche essere evitate, che esprimersi o meno in modo partecipato e libero ed incondizionato sulla progettualità e sul futuro della propria scuola.

    Fonte: Orizzonte Scuola (14 luglio 2015)

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    Alternanza Scuola-Lavoro: da settembre obbligatoria nei POF

    Con la pubblicazione della legge 107/2015 della Buona Scuola e con il decreto che ha portato al riordino dei contratti l’alternanza scuola-lavoro ne esce decisamente rafforzata.

    L’integrazione della scuola-lavoro viene rafforzata essenzialmente tramite 3 direttrici:
    1. l’alternanza scuola-lavoro
    2. sistema duale con apprendistato
    3. percorso di istruzione verticale con formazione professionale

    Alternanza scuola-lavoro
    L’alternanza, già disciplinata dal Dlgs 77/2015, diventa obbligatoria a partire dal prossimo anno. O meglio le offerte di alternanza scuola-lavoro dovranno essere inserite obbligatoriamente nei Piani dell’offerta formativa dell’istituto.

    L’alternanza potrà
    ◾Essere svolta anche all’estero
    ◾Durante il periodo di sospensione delle attività didattiche
    ◾Con la modalità di impresa formativa simulata

    Per ogni singolo studente dovrà essere previsto un periodo di alternanza a partire dal terzo anno di scuola e per tutti l’ultimo triennio della scuola secondaria di II grado.

    Negli istituti tecnici e professionali dovrà essere di almeno 400 ore, mentre nei licei di almeno 200 ore.

    E’ prevista, inoltre, l’istituzione di una Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola-lavoro e gli studenti potranno esprimere anche la propria valutazione sull’esperienza in azienda e sulla sua reale efficacia. Anche al dirigente scolastico, al termine di ogni anno scolastico, spetterà valutare le strutture in cui l’alternanza si è svolta evidenziando il potenziale formativo e le difficoltà riscontrate nella collaborazione.

    Apprendistato
    Con il riordino dei contratti cambia anche la disciplina dell’apprendistato e tutti i percorsi di studio che si concluderanno con l’acquisizione di un titolo potranno svolgersi presso le istituzioni scolastiche o presso quelle formative in apprendistato e necessitano di un contratto di lavoro e del elativo conseguimento di qualifiche.

    Tutti gli studenti, grazie alla nuova disciplina dell’apprendistato, in possesso del diploma quadriennale IeFP potranno accedere ai percorsi Its, purchè il titolo di studio sia integrato da un percorso di istruzione e formazione tecnica superiore.

    Fonte: Orizzonte Scuola (17 luglio 2015)

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    Scuola-lavoro, aiuta studenti a trovare un impiego? Uno studio rivela: Italia 15%, Paesi Bassi 60%

    Un articolo di Glenda Quintini ha comparato l'attività di alternanza scuola-lavoro in 23 paesi, che hanno partecipato al 2012 Survey of Adult Skills (PIAAC).
    Lo studio ha rilevato che il 39% degli studenti lavora con una percentuale che va dal 15% in Italia ad oltre il 60% in Olanda.
    Gli studenti lavoratori lavorano molto di più in part time rispetto alle altre tipologie di lavoratori, in particolare degli apprendisti: infatti il 73% di questi ultimi dichiara di lavorare a tempo pieno rispetto al solo 49% degli studenti IEFP e al 40% degli studenti che frequentano altri corsi di studio.

    Lo studio ha messo in luce anche che, sebbene i programmi di apprendistato e di formazione professionale raggiungano il 50% delle ore del curriculum scolastico in alcuni paesi, la stragrande maggioranza degli studenti lavora al di fuori di questi programmi formalizzati, in particolare in posti di lavoro che non sono legati ai loro curricula scolastici.

    Un mercato del lavoro flessibile riguardo ad assunzioni e licenziamenti aiuta di più gli studenti a trovare lavoro, ma peggiora il rapporto tra salario minimo e medio, in quanto è molto più costoso per i datori di lavoro assumere studenti inesperti.

    Infine, lo studio ha dimostrato che esiste una correlazione negativa tra la percentuale di studenti che lavorano e la disoccupazione giovanile, anche se la causa di questo fenomeno non è ancora chiara.

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    Allegato:
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    Fonte: Orizzonte Scuola (17 settembre 2015)

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    Alternanza a apprendistato: trovato l’accordo sui percorsi

    Il Job Act ha previsto, per attuare in alternanza la formazione duale. Nel biennio 2015/2017 patirà la sperimentazione dei nuovi percorsi previsti dall’alternanza rafforzata che permetteranno di ottenere qualifica e alta specializzazione.

    L’apprendistato di primo livello è finalizzato alla qualifica, quello di terzo livello all’alta specializzazione.

    Per il momento l’alternanza duale partirà soltanto nel segmento che riguarda l’istruzione e la formazione professionale per le quali il coinvolgimento della scuola statale è legato al decreto interministeriale non ancora emanato.

    Intanto il Governo ha raggiunto un accordo con le Regioni per attivare i percorsi aggiuntivi che saranno caratterizzati da contratti di apprendistato o di alternanza scuola/lavoro della durata minima di 400 ore.

    Delle 990 ore richieste, quindi almeno il 50% dovrà essere svolto in apprendistato o in alternanza scuola lavoro attraverso, anche , tirocini curriculari. Per l’apprendistato la formazione in azienda richiesta è di almeno il 40%dell’orario per il II anno e del 50% per il III, IV e V anno, l’ultimo anno sarà finalizzato al conseguimento della specializzazione tecnica.

    Al momento gli studenti svolgono tirocini di 150/200 ore, la formazione pratica con l’alternanza duale si rafforza e lo scopo, sottolinea il sottosegretario al lavoro Luigi Bobba, è quello di sottoscrivere almeno 60mila contratti di apprendistato e alternanza per collegare scuola e lavoro lasciando la componente educativa nel ruolo centrale.

    Le imprese che ospiteranno i ragazzi nei percorsi di apprendistato e alternanza riceveranno degli incentivi ma è prevista anche l’assegnazione di agevolazioni per coprire i costi di tutoraggio.

    Allegato:
    apprendistato.pdf

    Fonte: Orizzonte Scuola (25 settembre 2015)

     
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    Apprendistato, il Decreto interministeriale: piani individualizzati per studenti con livelli retribuzione. Il modello

    Pronto il Decreto interministeriale (Ministero lavoro e istruzione) contenente le regole per l'avvio della scuola-lavoro.

    Agli studenti dovrà essere "cucito" un piano personalizzato che contenga sia le competenze della scuola che dell'azienda. Tra le indicazioni anche l'inquadramento professionale, l'orario di lavoro e la retribuzione. Il modello del piano personalizzato lo trovate nel decreto, come allegato 1A.

    La durata dell'apprendistato non può essere inferiore a sei mesi e deve rispettare tetti massimi che sono contenuti nell'Articolo 4 del decreto.

    Per quanto riguarda la flessibilità curriculare essa può riguardare fino al 30/35%, se si tratta di una seconda superiore oppure di una classe del triennio.

    Nel Decreto anche i diritti e i doveri degli apprendisti, nonché le indicazioni per i tutor aziendali e formativi, nonché sulla valutazione e la certificazione delle competenze.

    Scarica il Decreto

    Fonte: Orizzonte Scuola (01 ottobre 2015)

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    Alternanza scuola-lavoro, quali i compiti del tutor aziendale e formativo. Retribuzione

    Nel testo del Decreto interministeriale sull'alternanza scuola-lavoro che vi abbiamo fornito in anteprima, ci sono i compiti che dovranno svolgere i tutor.

    Ricordiamo che sono previsti sia tutor aziendali che formativi. Lo scopo è di favorire il raccordo didattico tra la scuola e l'impresa e sono individuati, il tutor formativo all'interno dell'istituzione scolastica, il secondo all'interno dell'azienda.

    Il tutor formativo ha il compito di monitorare l'andamento del percorso e intervenire nella valutazione iniziale, intermedia e finale del periodo di apprendistato.

    Il tutor aziendale favorisce l'inserimento dell'apprendista nell'impresa. Ha anche compiti di assistere lo studente-lavoratore nel percorso di formazione interna e di trasmettere le competenze necessarie per il lavoro.

    Entrambi i tutor collaborano alla compilazione del dossier dell'apprendista.

    Per quanto riguarda la retribuzione del tutor formativo, il testo del Decreto riporta: i compiti svolti dal tutor formativo possono essere riconosciuti nel quadro degli esistenti strumenti di valorizzazione della professionalità del personale docente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e, comunque, nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente".

    Apprendistato, il Decreto interministeriale: piani individualizzati per studenti con livelli retribuzione. Il modello

    Fonte: Orizzonte Scuola (05 ottobre 2015)

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    Alternanza scuola lavoro: obbligatoria per le classi terze. FLCCGIL: ma con quali risorse?

    Per l’anno scolastico 2015/2016 le scuole secondarie di secondo grado potranno finanziare l'alternanza scuola-lavoro con le risorse del "Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche - ex legge 440/97" relative all’anno finanziario 2015 e, a partire dal 2016, alle risorse, 100 milioni di euro annui, previste dal comma 39 della Legge 107/15.

    In effetti l'articolo 17 del dm 435/15 dispone che per la realizzazione delle attività attinenti l'Alternanza Scuola-lavoro per l'anno 2015, comprese quelle dell'impresa formativa simulata sono destinati complessivamente euro 19.000.000 di euro.

    La somma viene ripartita nella scuola secondaria di secondo grado statale in questo modo:

    euro 6.000.000,00 per i percorsi di istruzione professionale;
    euro 11.000.000,00 per i percorsi di istruzione tecnica;
    euro 1.900.000,00 per i percorsi di istruzione liceale;
    euro 100.000,00 per le misure nazionali di sistema, concernenti interventi di governance, comunicazione e diffusione delle attività di alternanza.

    La nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2015 prevede le seguenti spese (in milioni di euro) per l’alternanza scuola lavoro: nel 2015 sono previsti 0 euro, nel 2016 sono 25 milioni, nel 2017 sono 45, nel 2018 sono 75, nel 2019 sono 100 milioni di euro.

    La nota 8606 del 18 settembre 2015 di trasmissione del decreto pone come ultima data il 5 novembre perché gli uffici scolastici regionali inviino al MIUR l’elenco delle scuole titolari dei progetti, con i relativi importi.

    Il DD 936/15 ricorda come a partire dal 2015/16 l’attività di alternanza scuola lavoro sia obbligatoria per tutti gli alunni delle classi terze di tutti gli indirizzi della secondaria superiore, confermata dalla Legge 107/15 che prevede che le attività di alternanza siano rivolte a tutti gli allievi delle classi terze, quarte e quinte di tutte le filiere della scuola secondaria di II grado.

    Ad oggi si è in attesa dell’emanazione di specifiche norme applicative per le quali i sindacati del comparto scuola hanno chiesto la convocazione urgente di un incontro.

    Fonte: Orizzonte Scuola (06 ottobre 2015)

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    Scuola lavoro, inviata la Guida operativa. Giannini: “Con riforma risorse certe, subito coinvolti 500.000 studenti”

    Comunicato MIUR - Arriva nelle scuole il primo “manuale” per la progettazione dei percorsi di alternanza scuola lavoro. Novantaquattro pagine, allegati esemplificativi compresi, pensate per guidare passo dopo passo dirigenti scolastici e docenti, dall’ideazione del progetto al momento del monitoraggio finale.

    La Guida operativa è stata inviata alle scuole secondarie di secondo grado accompagnata da una lettera del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini. La Buona Scuola ha fatto fare un “balzo in avanti al rapporto fra scuola e lavoro”, ricorda il Ministro. L’alternanza diventa da quest’anno “un elemento strutturale dell’offerta formativa”. Con almeno 400 ore da effettuare negli ultimi tre anni degli istituti tecnici e professionali e 200 nei licei.

    “Si tratta di una vera e propria rivoluzione, che questo Governo ha inteso sostenere anche finanziariamente con una dote di 100 milioni di euro all’anno”, ricorda Giannini nella lettera di accompagnamento. “Siamo pronti a partire: quest’anno avremo almeno 500.000 ragazzi impegnati obbligatoriamente nell’alternanza. A regime, sul triennio, saranno circa 1 milione e mezzo gli studenti coinvolti”.

    A fronte del nuovo obbligo, il Miur ha voluto fornire una Guida molto pratica che parte dal contesto normativo di riferimento, ripercorrendo tutte le novità previste dalla riforma, per poi addentrarsi nei passaggi necessari per attivare i percorsi di alternanza. Che da quest’anno, per effetto della Buona Scuola, potranno essere svolti anche in periodi extra scolastici, ad esempio in estate, e anche all’estero. Sarà possibile per i ragazzi andare non solo nelle imprese, ma anche in enti pubblici e nelle istituzioni culturali. È la prima volta che alle scuole viene fornito uno strumento di questo tipo.

    “Quella dell’alternanza è un’innovazione storica per l’impianto formativo della scuola italiana, perché punta ad aprire le porte delle scuole alle esperienze e alle competenze che si formano fuori dall’aula, unendo sapere e saper fare”, ricorda il Ministro. Alla Guida faranno seguito “la Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza e il Registro nazionale dell’alternanza in cui saranno visibili enti e imprese disponibili a svolgere questi percorsi”. Nei prossimi mesi ci saranno iniziative di assistenza tecnica, di accompagnamento e di monitoraggio.

    Scarica la guida

    Fonte: Orizzonte Scuola (08 ottobre 2015)

     
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    Alternanza scuola lavoro. Le dieci proposte di Confindustria al Governo

    Dopo la guida spedita dal MIUR per indicare come organizzare i percorsi di alternanza scuola-lavoro, tocca adesso alle industrie e agli imprenditori darsi delle linee guida.

    La seconda giornata dell’Education che si è svolta ieri a Roma all’università Luiss è stata l'occasione per presentare un manuale di istruzioni per gli imprenditori con suggerimenti pratici per le imprese e una rassegna di buone pratiche, già realizzate, da prendere come modelli di riferimento.

    Intanto, Confindustria chiede al governo di migliorare alcuni aspetti contenuti nella riforma e formula 10 proposte.

    La prima richiesta riguarda gli incentivi e sgravi fiscali, poi la formazione sulla sicurezza nei programmi scolastici di tutte le scuole secondarie superiori; chiede di inquadrare i progetti di alternanza scuola-lavoro nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa sulla base delle differenze tra piccola e grande impresa; più attenzione alla fase di orientamento e di preparazione/progettazione del percorso di alternanza, ma anche alla sua realizzazione e alla restituzione dei risultati per dare significato all’esperienza, curando la motivazione degli studenti e responsabilizzando il tutor/referente della scuola.

    Si chiede inoltre di avviare la sperimentazione per individuare le prove di Esame di Stato più adeguate a valutare l'esperienza di lavoro, articolando ad esempio la seconda prova dell’esame di maturità sulla base di una tematica generale definita a livello centrale, ma lasciando alle singole scuole la redazione di dettaglio.

    Per le industrie è inoltre importante avere sotto controllo e organizzare il coordinamento, la co-progettazione e la pianificazione dei percorsi di alternanza, avendo una sufficiente copertura finanziaria.

    Si chiede poi di inserire la valutazione del percorso di alternanza scuola-lavoro nel punteggio attribuibile dal consiglio di classe in sede di maturità nel rispetto del massimale di 20 punti complessivi.

    Per le attività di alternanza effettuate all’interno del normale percorso curriculare, le ditte chiedono che la prestazione del medico sia pagata da fondi dello Stato e delle Regioni come già previsto dalla normativa sugli stage rispetto alla posizione Inail.

    Ultima richiesta delle imprese sull’alternanza è quella di definire uno status dello studente in alternanza scuola-lavoro distinto da quello del lavoratore.

    Il ministro ha già risposto alla richiesta sugli sgravi fiscali: non sono previsti dalla legge 107, ma non si esclude la possibilità di introdurli con altri veicoli normativi. Inoltre il ministro afferma che quanto stanziato dalla legge per l'alternanza va anche a copertura dei costi delle imprese.

    Fonte: Orizzonte Scuola (14 ottobre 2015)

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    Alternanza scuola-lavoro, in arrivo 2mila euro a scuola. Primo acconto gennaio 2015

    Al via l'alternanza scuola-lavoro, alle scuole arriveranno circa 2mila euro, dipenderà dagli alunni impegnati avere più o meno risorse.

    Ai 2mila euro si aggiungeranno 200 euro per ogni sede aggiuntiva e una quota per ogni tipologia di scuola per ogni alunno.

    Queste le cifre:
    1. direzioni didattiche (euro 16 ogni alunno),
    2. istituti onnicomprensivi, comprensivi, scuole medie, CPIA (24 euro ogni alunno),
    3. licei classici, scientifici e scienze umane (24 euro ogni alunno),
    4. ex-istituti tecnici commerciali e geometri, licei musicali, sportivi e scienze applicate (40 euro ogni alunno),
    5. itis, ipsia, licei artistici (60 euro ogni alunno),
    6. istituti agrari, alberghieri, e professionali, nautici e aeronautici (80 euro ogni alunno).

    Per gli alunni disabili la quota sarà di 15 euro e 20 per ogni classe terminale delle secondarie di II grado.

    L'amministrazione seguirà un criterio legato al numero di alunni impegnati, rapportato al monte ore che ricordiamo essere di 400 ore per i professionali e tecnici, 200 per i licei.

    Dal 1 gennaio 2015 il Ministero assegnerà gli 8/12 del fondo di 100ml di euro a valere sull´intero a.s. 2015/2016 per il 70% agli istituti tecnici e per il 30% ai licei. In pratica verrà una cifra indicativa per studente di circa 58 euro nei tecnici e professionali e 29 nei licei.

    Tutto sull'alternanza scuola-lavoro

    Fonte: Orizzonte Scuola (14 ottobre 2015)

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    Edited by Steve Hi Power Mc - 15/10/2015, 00:28
     
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    Alternanza scuola lavoro: come funzioneranno registri di impresa. Manca Carta diritti doveri studenti

    La legge 13 luglio 2015, n. 107 (art.1, comma 41) ha istituito presso le Camere di Commercio, a decorrere dall’anno scolastico 2015/2016, il registro nazionale per l'alternanza scuola-lavoro.

    Tale registro nazionale per l'alternanza scuola-lavoro, come si evince facendo delle verifiche su alcuni siti di diverse Camere di Commercio, consta di due componenti: un'area aperta e consultabile gratuitamente, in cui sono visibili le imprese e gli enti pubblici e privati disponibili a svolgere i percorsi di alternanza.

    Per ciascuna impresa o ente il registro riporta il numero massimo degli studenti ammissibili nonché i periodi dell'anno in cui è possibile svolgere l'attività di alternanza; una sezione speciale del registro delle imprese, a cui devono essere iscritte le imprese per l'alternanza scuola-lavoro; tale sezione consente la condivisione delle informazioni relative all'anagrafica, all'attività svolta, ai soci e agli altri collaboratori, al fatturato, al patrimonio netto, al sito internet e ai rapporti con gli altri operatori della filiera delle imprese che attivano percorsi di alternanza.

    Tale registro doveva nascere d'intesa con il MIUR sentiti il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il Ministero dello sviluppo economico ma non è noto se sia stato stipulato qualche protocollo o meno.

    La legge 107 del 2015 ha certamente recepito le istanze come espresse dalle Camere di Commercio nel mese di aprile 2015, quando richiedevano espressamente la creazione di un registro specifico o di una sezione speciale del Registro delle imprese dedicata all'alternanza scuola-lavoro. Ricordiamo che il DS individua, all'interno del registro le imprese e gli enti pubblici e privati disponibili all'attivazione dei percorsi di alternanza scuola e lavoro e stipula apposite convenzioni anche finalizzate a favorire l'orientamento scolastico e universitario dello studente. Analoghe convenzioni possono essere stipulate con musei, istituti e luoghi della cultura e delle arti performative, nonche' con gli uffici centrali e periferici del Ministero dei beni e delle attivita' culturali e del turismo.

    Tarda ad arrivare, invece, il regolamento con il quale si definirà la Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola-lavoro, concernente i diritti e i doveri degli studenti della scuola secondaria di secondo grado impegnati nei percorsi di formazione di cui all'articolo 4 della legge 28 marzo 2003, n. 53, come definiti dal decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 77, con particolare riguardo alla possibilita' per lo studente di esprimere una valutazione sull'efficacia e sulla coerenza dei percorsi stessi con il proprio indirizzo di studio.

    Fonte: Orizzonte Scuola (15 ottobre 2015)

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    Edited by Steve Hi Power Mc - 8/12/2015, 16:15
     
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    Alternanza scuola lavoro: progetti in tempi troppo stretti

    L’innovazione introdotta dalla legge 107/2015 che impone l’alternanza scuola-lavoro a tutti gli studenti delle classi terze della scuola secondaria, rischia di naufragare per via amministrativa.

    Cerchiamo di capire perché.

    La novità riguarderebbe circa seicentomila studenti contro i circa 10mila degli anni passati. Per poter accedere ai fondi messi a disposizione delle scuole per finanziare l’alternanza scuola-lavoro, è necessario presentare progetti corredati da documentazione in tempi probabilmente troppo stretti. La sfida delle scuole era quella di presentare i progetti entro il 25 ottobre quando la circolare relativa è stata comunicata soltanto il 13 ottobre mentre le linee guida del MIUR relative al progetto sono state rese note soltanto il giorno 8 ottobre.

    Per molte scuole l’alternanza costituisce una novità assoluta e predisporre i giusti progetti in tempi così brevi era quasi sicuramente impossibile documentando, tra l’altro il tutto. Per tali ragioni l'ANP ha scritto, in data 21 ottobre, al Ministro Stefania Giannini chiedendo un rinvio della scadenza dei termini per permettere alle scuole di partecipare all'assegnazione degli stanziamenti previsti.

    La scadenza è stata prorogata al 30 ottobre concedendo alle scuole 5 giorni di tempo in più per stendere e documentare i progetti necessari, individuare i soggetti ospitanti che si possano impegnare con la scuola accogliendo gli studenti. Controllare poi calendari, obiettivi e attività risulta quasi un’utopia.

    L’atmosfera nelle scuole, proprio per questo motivo, è frenetica e anche se le novità hanno accesso l’entusiasmo di docenti e studenti, la paura di poter perdere un’occasione importante preoccupa i dirigenti scolastici rendendo la preparazione a questo importante cambiamento faticosa oltre che difficile. E’ da notare, tra l’altro, che ogni istituto dovrà presentare entro il 30 ottobre agli USR un progetto unico per ogni ordine di studi definendo in esso obiettivi, modalità, e strategie. La straordinaria novità però, rischia di non essere messa in atto con progetti adeguati proprio a causa della strettezza dei tempi, facendo perdere sia alle scuole che ai suoi studenti la possibilità di poter interagire con il territorio attivamente fatto che porterebbe la stessa cultura scolastica a trasformarsi e a scostarsi dall’orientamento e dagli approcci didattici tradizionali.

    Fonte: Orizzonte Scuola (26 ottobre 2015)

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    Edited by Steve Hi Power Mc - 8/12/2015, 16:16
     
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    Alternanza scuola lavoro: è a rischio nei licei, ecco perché

    Molte sono le scuole in difficoltà in materia alternanza scuola lavoro poiché gli studenti in attesa di uno stage sono migliaia e non si trovano settori in cui impiegare le ore che dovranno trascorrere lontani dalle aule.

    La riforma 107 impone dal terzo anno in poi 400 ore l’anno che gli studenti dovranno trascorrere lontani dalle aule ad effettuare tirocini e stage per chi frequenta istituti tecnici e professionali mentre le ore sono 200 per gli studenti dei licei. Il problema principale riguarda, appunto, i Licei, poiché istituti tecnici e professionali hanno ormai un rapporto consolidato con fabbriche e aziende mentre per i licei la questione è molto più complessa. Per gli istituti tecnici e professionali sono molte le aziende e le imprese del territorio che sono interessate a coinvolgere gli studenti da, eventualmente, poi inserire nel proprio entuorage, mentre i licei devono rivolgersi ad istituzioni culturali che non sembrano preparate ad accogliere i ragazzi. Ai giovani stagisti va affiancato un tutor e proprio per questo motivo musei, gallerie darte, biblioteche e altri istituti privati hanno detto no agli stage. Il problema nell’immediato è che gli studenti del terzo anno dovrebbero partire con il primo pacchetto da 70 ore e saranno impiegate, per lo più in classe con tutor esterni.

    “Molti ci hanno risposto che non sono preparati per accogliere studenti minorenni, non sanno cosa fargli fare, non sanno nemmeno chi affiancargli, vista la carenza di personale. Forse se fosse stato previsto un gettone di presenza, avrebbero avuto una spinta maggiore a farsene carico, ma così diventa per molti solo una grana: tanto più che non si tratta di pochi studenti ma di migliaia, che cercano una collocazione e un utilizzo proficuo delle proprie ore di alternanza scuola/lavoro” spiega la professoressa di musica del liceo Tasso di Roma, Cristina Paciello .

    Secondo il sottosegretario all’istruzione Gabriele Toccafondi non servono altre norme per ovviare il problema che a suo parere è culturale.

    Il ministro Giannini risponde in Parlamento sui dubbi che sono sorti sulle difficoltà di far decollare l’alternanza scuola lavoro spiegando che il sistema sarà a regime nell’arco di un triennio. Si è in attesa della carta dei diritti e dei doveri e del registro delle imprese, una delle prime tappe di questo complesso cammino. Intanto dopo la richiesta dei presidi il termine ultimo per presentare i progetti di alternanza scuola lavoro è stato spostato dal 30 ottobre al 16 novembre, in questo modo i dirigenti avranno tutto il tempo necessario per l’organizzazione di stage e progetti.

    Fonte: Orizzonte Scuola (29 ottobre 2015)

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    Alternanza scuola lavoro. Novità della Riforma della scuola, ma non tutto sta filando liscio

    Da quest'anno, in base alla legge 107/2015, le classi terze delle nostre scuole secondarie di secondo grado dovranno avviare i percorsi di alternanza scuola-lavoro, per un totale di poco meno di 70 ore a testa tra svolgere in azienda per un totale di mezzo milione di studenti che varcheranno i cancelli e i portoni di aziende e uffici.

    Entro la fine del percorso quinquennale, gli studenti del liceo dovranno aver fatto 200 ore totali, 400 invece gli allievi di tutti gli altri istituti tecnici e professionali.

    Negli istituti tecnici e professionali di molte province specie al Nord del nostro Paese l’alternanza scuola lavoro è una prassi consolidata da decenni anche grazie alla collaborazione di migliaia di imprese che si sono prestate negli anni per accogliere gli studenti e al lavoro certosino dei docenti utilizzati dalle scuole in questo compito.

    La Riforma Renzi ha potenziato l’esperienza e la normativa sul lavoro fa diventare lavoratori, sia pure temporanei, gli studenti che frequenteranno gli stages con annessi problemi di sicurezza, formali e sostanziali.

    Ma alcuni deputati tra i quali Manuela Ghizzoni e Simona Malpezzi hanno sollecitato con un’interrogazione parlamentare a risposta immediata il governo ad affrontare alcuni problemi che stanno rallentando l’avvio della novità.

    "Attualmente - si legge nell’interrogazione – si ravvisano molteplici difficoltà che le scuole superiori stanno incontrando nel rivolgersi agli enti pubblici e privati per avviare questa parte della riforma molto importante per la formazione completa degli studenti, difficoltà, il più delle volte, motivate da una scarsa conoscenza della normativa e da una certa diffidenza nell'aprire certe istituzioni al mondo della scuola”.

    Per questo i parlamentari interroganti hanno chiesto “quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per rimuovere tali ostacoli e per dare certezze al percorso formativo dei ragazzi”.

    Sarebbe singolare, come hanno notato in tanti, per il governo ammettere che le aziende italiane siano restie ad aprire le porte ai nostri studenti dopo che il ministro del lavoro Giuliano Poletti aveva accusato i nostri alunni di fare vacanze troppo lunghe e che invece dovrebbero essere interrotte da periodi da trascorrere in azienda a contatto con il mondo del lavoro. A breve la risposta del Miur.

    Fonte: Orizzonte Scuola (03 novembre 2015)

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