Adozioni libri di testo

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    Baretta. L'IVA sugli allegati ai libri di testo torna al 4%

    Il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta ha annunciato che il "Governo ripristina l'Iva al 4% sui libri scolastici".

    L'annuncio è stato dato a margine dei lavori nelle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera, dove é in discussione il decreto legge ecobonus.

    Il rialzo al 21% era stato fissato per gli allegati ai libri di testo.

    Fonte: Orizzonte Scuola (26 luglio 2013)

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    Libri scolastici, +5%. Carrozza: "Faremo monitoraggio". Libri digitali, un "pasticcio" che sarà "scoppola per le famiglie"

    Riparte il nuovo anno scolastico, riprendono le polemiche sui libri di testo. A lanciare l'allarme è il Codacons che denuncia un aumento del costo dei libri di testo di un +5% e del corredo di un +3,5%.

    Fermo restando che la spesa relativa al corredo dipende da scelte familiari, preoccupazione è stata espressa ed è condivisibile, relativamente alle spese per i libri che, secondo il Codacons, è aumentata di oltre 3 volte quanto previsto dai tetti del Ministero dell’Istruzione

    Ed è quest'ultimo ad essere nel mirino dell'associazione dei consumatori, accusato di aver salvaguardato "i diritti patrimoniali dell’autore e dell’editore invece degli stipendi dei dipendenti statali che non sono più indicizzati da oltre 3 anni", incrementando "i prezzi di copertina in misura pari al tasso di inflazione programmata, ossia dell’1,5%".

    "Hanno pensato bene, - continua l'associazione - con la legge 221/2012, di eliminare l’unica cosa positiva di questi ultimi anni, ossia l’articolo 5 del decreto-legge n. 137/2008 convertito dalla Legge n. 169/2008, che obbligava le scuole ad adottare solo libri per i quali gli editori si erano impegnati a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio"

    Altra bordata viene rivolta alla questione digitale. Secondo il Codacons, infatti, l'aver tolto l'obbligo del digitale (o del formato misto) ormai in vigore e reintroducendolo per l’anno scolastico 2014/2015", si è creato un "vero pasticcio, che rischia di determinare stangate multiple invece di una sola, ormai superata. Un regalo alla lobby degli editori che rischia di causare per l’anno scolastico 2014/2015 una vera e propria scoppola per le famiglie".

    Ieri, il Ministro, sollecitato sull'argomento nella sua pagina Twitter, ha risposto: "Stamani parliamo di caro libri, anche se sono considerati accessori e astucci nell'effetto del caro prezzi, faremo un monitoraggio".

    Fonte: Orizzonte Scuola (23 agosto 2013)

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    Carrozza. Prima internet nelle scuole, poi gli e-book al più presto nel 2015/16

    Tra i punti per riordinare la scuola italiana nel decreto per l'istruzione trova spazio anche una revisione del decreto Profumo sui libri digitali per rivedere tempi e modi di adozione dei testi elettronici, ma anche i tetti di spesa.

    L'intento è di far slittare l’adozione degli e-book all’anno scolastico 2015-2016 a cui potrebbe corrispondere lo sblocco del tetto sui costi imposti da Profumo alle aziende (con risparmi per le famiglie dal 20% al 30%).

    Il ministro ha voluto incontrare a luglio gli editori preoccupati per la rapida evoluzione digitale della scuola (che assorbe un quinto del totale dei libri venduti in Italia, un fatturato di 650 milioni di euro), sottolineando che “l’accelerazione impressa all’introduzione dei libri digitali è stata eccessiva”.
    “Il sentiero dei libri digitali è segnato e non vogliamo uscirne, i tempi, però, mi sembrano troppo rapidi e il ministero non vuole nuovi contenziosi”. Il ministro ha scelto di congelare i libri digitali anche a causa del " ritardo infrastrutturale tecnologico della scuola italiana: banda larga, wifi, cose per ora residuali nelle nostre aule".

    Il ministro vuole portare prima internet in tutte le scuole, per poter poi usare gli e-book.

    “Abbiamo incontrato editori, genitori, insegnanti, dirigenti scolastici, studenti. Certamente – ha sottolineato più volte Carrozza – non sono gli editori i nostri unici partner. Li ascoltiamo ma guardiamo avanti. Abbiamo arruolato esperti che ci stanno aiutando. Il ministro Bray è un esperto di libri digitali e lo stiamo coinvolgendo. Stiamo predisponendo un nuovo decreto che dà indicazioni su come deve essere questo nuovo libro digitale. Ma bisogna pensare a portare in tutte le aule d’Italia internet. Servono infrastrutture adeguate e c’è anche un problema di apertura del software che non deve essere chiuso”.

    Fonte: Orizzonte Scuola (03 settembre 2013)

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    8 milioni per il comodato d'uso libri e supporti e-book. Carrozza firma il Decreto. Criteri per l'accesso al comodato

    Come anticipato questa mattina da OrizzonteScuola.it, il Ministro Carrozza ha firmato il decreto per consentirà alla escuole di acquistare libri e supporti per e-book da dare in comodato d'uso per i meno abbienti e i meritevoli.

    Comunicato MIUR
    Via libera alla distribuzione delle risorse stanziate nel dl scuola per il comodato d’uso. Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, ha infatti firmato il decreto che stabilisce i criteri per ripartire gli 8 milioni disponibili (2,7 per il 2013, 5,3 per il 2014) alle istituzioni scolastiche.

    I fondi serviranno per l’acquisto, da parte di scuole o reti di scuole, di libri di testo e dispositivi elettronici per la lettura di materiali didattici digitali da concedere in comodato d’uso agli studenti delle secondarie di primo e secondo grado. Si tratta del primo decreto attuativo del decreto scuola “L’Istruzione riparte” varato il 9 settembre scorso dal Consiglio dei ministri.

    Priorità a meno abbienti e meritevoli:
    Nella ripartizione delle risorse disponibili per il 2013 è stata data priorità ai territori dove le famiglie vivono una situazione di maggiore disagio economico e ai meritevoli. I 2,7 milioni disponibili per quest’anno sono infatti destinati alle scuole secondarie statali di primo e secondo grado che si trovano in Regioni dove il tasso di famiglie disagiate (con reddito netto fino a 15.493,71 euro) è superiore al 15%. Le risorse saranno date a ciascuna scuola in base al numero di studenti iscritti. I fondi disponibili per il 2014 (5,3 milioni) saranno destinati, con un successivo decreto, anche alle scuole delle restanti Regioni.

    Criteri per l’accesso al comodato:
    Le scuole daranno in comodato d’uso i testi o i dispositivi elettronici agli studenti che ne faranno richiesta, che avranno i requisiti economici necessari e che non risulteranno beneficiari di altri contributi per la fornitura gratuita, totale o parziale, dei libri di testo e per l’acquisto di supporti elettronici per la didattica. A parità di condizioni economiche, il comodato d’uso sarà concesso agli studenti più meritevoli in base ai voti finali dell’anno scolastico precedente. Viene data priorità, poi, ai ragazzi iscritti nelle classi dove i tetti di spesa sono più elevati: le prime delle scuole secondarie di primo grado e le prime e terze delle secondarie di secondo grado. Saranno le scuole, in piena autonomia, a decidere come ripartire la somma ricevuta tra l’acquisto di libri e l’acquisto di dispositivi elettronici. Sempre le scuole stabiliranno, nei loro regolamenti, i termini per l’utilizzo annuale e la restituzione di libri e dei dispositivi concessi in comodato.

    Fonte: Orizzonte Scuola (24 settembre 2013)

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    Linee guida del Miur sul libro digitale. Firmato il decreto: introduzione graduale, ridotti i tetti di spesa

    Il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza ha firmato il decreto ministeriale che sancisce tempi e modi del passaggio dalla carta all'e-book. La novità verrà introdotta gradualmente a partire dal prossimo anno scolastico.

    Sempre dal 2014/2015 cambieranno, poi, anche i tetti di spesa per i testi, con un risparmio immediato del 10% per le famiglie degli alunni che frequenteranno le classi prime della secondaria di primo grado e le prime e le terze della secondaria di secondo grado, quelle in cui la dotazione libraria viene cambiata per intero risultando dunque più costosa.

    Il decreto contiene, nel suo allegato, anche linee guida sul libro del futuro che dovrà essere sempre meno di carta, ma, soprattutto, fruibile su tutti i supporti digitali (tablet, pc, lavagne interattive di produttori diversi), in modo da lasciare la massima libertà nell'acquisto a famiglie e insegnanti.

    "Sono consapevole dell'importanza di questo passaggio storico al libro digitale - afferma il Ministro Maria Chiara Carrozza - Probabilmente il modo di apprendere cambierà molto. Ma non deve cambiare la nostra attenzione ai contenuti, alla qualità degli apprendimenti e alle pari opportunità per tutti gli studenti italiani. Credo - aggiunge - che il libro digitale possa rappresentare una grande opportunità di crescita e progresso per la nostra scuola se sarà vissuto in modo aperto e progressivo da tutti gli attori del sistema scolastico".

    La transizione al digitale e i tetti di spesa:

    Si parte dal prossimo anno scolastico. Dal 2014/2015, e per i successivi anni scolastici, i collegi dei docenti potranno adottare, "limitatamente alle nuove adozioni e non per le conferme di adozione", libri nella versione elettronica o mista (parte cartacea, parte multimediale). La conversione al digitale sarà dunque graduale. Mentre calano da subito i tetti di spesa nelle classi dove i costi per la dotazione libraria sono solitamente più elevati. Nel 2014/2015, infatti, nelle prime della secondaria di primo grado e nelle prime e terze della secondaria di secondo grado, i tetti saranno ridotti del 10% laddove i libri richiesti saranno in versione mista (in parte digitali, in parte cartacei). Se invece, nelle stesse classi, i docenti decideranno di adottare solo libri digitali il tetto di spesa sarà ridotto del 30%. La riduzioni si applicheranno progressivamente alle classi successive. Il Ministero promuoverà un monitoraggio dell'andamento delle adozioni anche per diffondere le migliori pratiche e sostenere i processi di innovazione. Restano
    confermati per il 2014/2015 i prezzi di copertina dei libri di testo per la scuola primaria già definiti per il 2013/2014, eventualmente incrementati del tasso di inflazione programmata. Il precedente decreto sui libri digitali, il n. 209 del 26 marzo 2013, è abrogato.

    Il libro del futuro:

    Il libro del futuro sarà sempre meno cartaceo e sempre più elettronico. La riduzione dei tetti di spesa più sostanziosa per chi passa all'e-book punta a promuoverne la diffusione. Digitale dovrà comunque fare rima con qualità. Nel decreto firmato dal ministro si fissano infatti precisi paletti per le caratteristiche degli e-book. I libri di testo, anche nella versione non cartacea, dovranno continuare ad essere conformi alle indicazioni nazionali (i piani di studio), dovranno offrire un'esposizione autorevole degli argomenti, organizzare contenuti complessi in un percorso narrativo efficace attraverso infografiche, animazioni, tabelle, contenuti audio e video.

    I software utilizzati per i libri digitali dovranno essere aperti e interoperabili, fruibili con la stessa qualità, cioè, su tutti i supporti elettronici, dai computer ai tablet, in commercio per lasciare libertà di scelta alle famiglie e ai docenti nell'acquisto. I dati raccolti eventualmente attraverso le piattaforme di fruizione dovranno essere gestiti secondo le normative sulla privacy. Nel caso siano necessari software specifici per l'utilizzo degli e-book o dei contenuti digitali dei libri misti, gli studenti dovranno poterli scaricare gratuitamente sul sito dell'editore. Nel caso di testi misti, la parte cartacea dovrà essere prodotta utilizzando materie prime di costo contenuto e con un occhio al peso complessivo del libro, favorendo i fascicoli rispetto ai tomi di molte pagine a patto di mantenere lo stesso prezzo di copertina.

    Il decreto

    Allegato

    Fonte: Miur (27 settembre 2013)

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    Detrazione fiscale per acquisto libri fino a 2mila euro

    La detrazione non riguarda soltanto i libri di scuola, ma qualsiasi libro, tranne gli e-book. Lo stabilisce un articolo del collegato alla Legge di stabilità presentato dal Minstero dello sviluppo economico. Soddisfazione dell'AGE

    A scriverlo l'agenzia Public Policy:

    " Le famiglie e le persone giuridiche (che non usufruiscono già di detrazione Iva) avranno “la possibilità di usufruire di una detrazione d'imposta del 19%”, per acquisti di libri muniti di codice Isbn, “fino ad una spesa annua di duemila euro, di cui mille per l'acquisto di libri di testo”. È quanto prevede l'articolo 17 dell'ultima bozza del collegato Mise alla Stabilità, che dovrebbe entrare domani in Consiglio dei ministri. Il titolo dell'articolo è “Misure per favorire la diffusione della lettura”. La detrazione vale per gli anni 2014, 2015 e 2016

    Per le coperture ” si provvede nella misura massima di 50 milioni di euro, a valere sulla proposta nazionale relativa alla prossima programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali comunitari, previa verifica della coerenza con le linee di intervento in essa previste, fruibili a seguito dell'approvazione da parte della Commissione europea del Programma operativo nazionale relativo alla competitività di responsabilità del ministero dello Sviluppo economico”.

    Soddisfatta l'AGE

    "Finalmente una misura che viene incontro alle famiglie e inverte una tendenza nella volontà di investire sull’istruzione nel nostro Paese. L Associazione italiana genitori (Age Onlus) accoglie con soddisfazione l approvazione da parte del Consiglio dei ministri del piano Destinazione Italia”, in cui è contenuta, tra le altre misure, la detraibilità fiscale dei libri di testo. I genitori vedono in questa decisione un positivo coronamento di anni di battaglie in questa direzione.

    Da tempo, infatti, le famiglie sono state chiamate, in concreto, a sostenere il dovere di bilanci pubblici rigorosi, e proprio per questo hanno sentito il dovere di richiamare l attenzione sulla spesa del nostro Paese per l istruzione. Da anni istituzioni autorevoli come Ocse e Bankitalia spiegano che l aumento dell istruzione comporta negli anni successivi un incremento medio del Pil"

    Le spese in formazione, allora, sono una questione delle singole famiglie e dei singoli genitori, quasi una delle tante rivendicazioni particolari, oppure un investimento, e quindi una responsabilità del Paese intero? «Fra spese per il cane e spese per lo sport – chiede da tempo l’Age -, perché non introdurre nelle manovre la detraibilità dei libri di testo, in quanto investimento in cultura e futuro?». Forse finalmente la tendenza si sta invertendo.

    Detrazione fiscale per acquisto libri fino a 2mila euro

    Fonte: Orizzonte Scuola (14 dicembre 2013)

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    Detrazione fiscale acquisto libri: appena 50 mln, vale 2 euro a famiglia

    Vi abbiamo già dato notizia della presenza nella Legge di stabilità della detrazione fiscale per chi acquista libri, approfondiamo parlando di cifre.

    Ricordiamo che la detrazione non riguarda soltanto i libri di scuola, ma qualsiasi libro, tranne gli e-book.

    Le famiglie e le persone giuridiche (che non usufruiscono già di detrazione Iva) potranno "usufruire di una detrazione d'imposta del 19%”, per acquisti di libri muniti di codice Isbn, “fino ad una spesa annua di duemila euro, di cui mille per l'acquisto di libri di testo”.

    Il tetto massimo di spesa è di 50mln di euro che dovrà coprire 20milioni di famiglie italiane.

    Una cifra irrisoria che corrisponde a 2,5 euro a famiglia, che dunque potrà ottenere una detrazione fiscale su circa 20 euro di libri, a fronte di una media annua di spesa per i soli libri scolastici che si aggira intorno alle 500 euro e il cui 19% fa 95 euro.

    Insomma, queste cifre permetteranno di avere uno sconto del 19% su un libro che potrà costare al massimo 20 euro.

    Cifre stanziate, dunque, ridicole, un incentivo psicologico all'acquisto di libri, più che un vero e proprio supporto per case editrici e famiglie.

    Si sa, che in tempi di vacche magre valgono più i proclami che gli interventi concreti.

    Fonte: Orizzonte Scuola (20 dicembre 2013)

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    Libri di testo, sentenza del Consiglio di Stato per vincolo pluriennale adozione. Ma non c'è più dal 1 settembre 2013

    Era il tempo della Gelmini quando venne introdotto il vincolo di per 5 anni nella primaria e 6 nella secondaria relativamente all'adozione dei libri di testo. Una sentenza dà ragione all'ex Ministro, ma ...

    Un gruppo di docenti aveva ricorso contro il vincolo, affermando di vedere la norma come una costrizione, in quanto, un docente giunto in una nuova scuola avrebbe subito scelte altrui.

    Dopo un primo assenso da parte del Tar del Lazio, il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza a seguito dell'appello del Ministero. Sentenza che è stata accolta come manna per le tasche delle famiglie.

    In realtà, nel frattempo le cose sono mutate. Infatti, il Ministro Profumo, al fine di favorire il passaggio ai libri digitali, ha introdotto nel Decreto sviluppo del dicembre 2012 una norma che svincola l'adozione dei libri di testo dal blocco pluriennale introdotto dal Ministro Gelmini. Una scelta additata da più parti come un regalo alle case editrici e un danno alle famiglie.

    D'altro canto, l'attuale Ministro, ha promesso agli editori una proroga per l'adozione dei testi digitali, vista anch'essa come un regalo alle case editrici, ma che non si è ancora concretizzata in un atto formale.

    Vedremo se sarà rinnovato anche il vincolo.

    L'atto normativo da parte della Carrozza è comunque atteso, anche alla luce delle novità relative ai libri di testo introdotte dal Decreto istruzione, a partire dall'adozione facoltativa e dall'uso delle edizioni precedenti.

    Fonte: Orizzonte Scuola (06 gennaio 2014)

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    Libri di testo: il fai-da-te non può essere anarchico. Parla Giorgio Palumbo, Presidente gruppo educativo AIE

    Al ministero dell’Istruzione lo hanno accusato di essere ‘gentiliano’, ma Giorgio Palumbo, ai vertici dell’Associazione Italiana Editori, risponde con una battuta e dice: “Non si tratta di essere ‘gentiliano’ o ‘profumiere’. Ben venga il pluralismo, ma per competere dobbiamo essere tutti alla pari. Poi non è dimostrato da nessuna parte che il digitale debba produrre un risparmio”.

    Nel sentire comune gli editori di libri scolastici italiani sono sempre più visti come sciacalli che hanno speculato per anni sulle spalle delle famiglie italiane, costrette ad acquistare edizioni aggiornate che di nuovo avevano solo la copertina o tomi resi pesantissimi da apparati inutilizzati. Poi, complice la rivoluzione del 2.0, il loro monopolio è stato messo in crisi dall’urgenza di passare dal libro cartaceo a quello digitale in una vera e propria corsa contro il tempo che ha imposto loro una riconversione rapidissima, e soprattutto dal fai-da-te, con gli stessi docenti che diventano autori dei supporti per gli apprendimenti degli allievi, che tanto è piaciuta agli ultimi ministri (nella legge 104 si dice ormai espressamente che l’adozione di libri di testo non è obbligatoria, cosa peraltro già prevista dalla normativa sull’autonomia scolastica). Così adesso – dice sempre il sentire comune – le case editrici si affannano a salvare il salvabile a colpi di ricorsi.

    In realtà dopo il decreto con cui il ministro Carrozza a settembre ha rallentato di un anno, rispetto a quanto aveva stabilito il suo predecessore, il passaggio al libro interamente digitale e dopo le misure contenute nella legge di stabilità per le detrazione fino a 2000 euro per l’acquisto di libri (1000 solo per quelli scolastici e universitari), gli editori italiani potrebbero starsene un po’ più tranquilli, invece continuano ad avere molti motivi di perplessità e a chiedere al Miur chiarezza e regole uguali per tutti. Una cosa la chiediamo però prima di tutto a loro, rappresentati da Giorgio Palumbo, Presidente del Gruppo educativo dell’Associazione Italiana Editori: come mai le case editrici anziché cavalcare la possibilità del cambiamento l’hanno ostacolato?

    “Questo non è vero, adesso che anche l’Ocse l’ha certificato, posso affermare serenamente che il ritardo del nostro Paese in questo ambito è da imputare ai mancati investimenti in banda larga, i libri di testo sono l’ultimo anello. Non sono stati gli editori italiani a frenare il cambiamento. Le nostre case editrici hanno ampliato l’offerta digitale con oltre 17000 opere in formato misto e altre 5000 in formato esclusivamente digitale. Nonostante questo la domanda da parte delle scuole è diminuita proprio perché impreparate dal punto di vista infrastrutturale. Il problema non è quindi nell’insufficienza dell’offerta, quanto più nell’incapacità delle istituzioni di governare questo cambiamento epocale come una rivoluzione antropologica, mentre è passata l’idea che il passaggio al digitale sia imposto dalla necessità di un risparmio. Eppure non è dimostrato da nessuna parte che il digitale debba produrre un risparmio”.

    Beh, questo sillogismo è stato messo nero su bianco in primo luogo dal ministro Profumo, che nel suo decreto, corretto poi dal ministro Carrozza a settembre, parlava di abbattimenti dei costi intorno al 20-30% e anche oltre col passaggio delle classi interamente al digitale.

    “Passare al digitale non significa traslocare i contenuti dalla carta al pc, in più voglio segnalare una perversione del nostro sistema fiscale, che mentre prevede per i libri cartacei un’Iva del solo 4%, impone a quelle digitali una tassa del 22%. Va ancora esplicitato se i tetti di spesa saranno al netto o al lordo dell’Iva: in quest’ultimo caso l’imposta non sarebbe sul consumatore, ma si trasformerebbe in un’accisa a carico dei produttori con un abbattimento dei costi finali del 50%, ma questo non siamo disponibili ad accettarlo”.
    “Non è mai stato dimostrato – prosegue - che i tetti possano scendere in maniera significativa col passaggio al digitale. Immaginare un prodotto professionale su supporti interamente virtuali significa utilizzare nuovi strumenti, immagini in movimento, filmati, e dietro a tutto questo ci sono, per esempio, i diritti d’autore”.

    Certo, però questa è l’era di you tube: il fai-da-te magari propone un prodotto meno accattivante dal punto di vista estetico, ma se rispetta le indicazioni nazionali e aiuta a garantire livelli di istruzione standard in tutto il Paese, perché no?

    “Noi non siamo a priori contro il fai-da-te, è giusto che si possa scegliere tra un prodotto professionale e uno più ”artigianale”. Saranno i collegi dei docenti a optare per l’uno o l’altro. Certo dobbiamo rilevare che in questo momento di passaggio non stiamo concorrendo ad armi pari: mentre una casa editrice è costretta a presentare un intero piano editoriale di un libro di testo a un docente perché possa valutarne l’adozione, sopportando anche il rischio che questa non avvenga, il fai-da-te può presentarsi con solo il 30% dei contenuti sviluppati. Le tradizionali offerte editoriali, poi, si confrontano apertamente su un libero mercato. Lo stesso non può invece affermarsi per le cosiddette autoproduzioni che, fino adesso, sono sfuggite alle regole del mercato adozionale e sono contrassegnate da una assoluta mancanza di trasparenza. Inoltre, al ministero hanno fatto bene i calcoli su chi dovrà sopportare i costi per la produzione dei libri? Quali voci verranno rendicontate? Come si individueranno i docenti autori e validatori dei contenuti?”

    E’ indubbio che il Book in progress, per citare una delle sperimentazioni più note e meglio riuscite, piace ai cittadini e piace anche ai ministri…

    “Eh già, proprio al Ministero mi sono sentito dire di essere ‘gentiliano’ per non conoscere a fondo la legge sull’autonomia delle scuola, invece vorrei ribadire il mio favore verso il pluralismo, purché però si configuri in un sistema di regole che devono valere per tutti. Dobbiamo poter competere tutti alla pari”.

    Abbiamo chiesto anche al ministero un’intervista su questa complicata materia, ma per adesso tutto ancora tace.

    Fonte: Eleonora Fortunato (14 gennaio 2014)

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    Libri di testo 2014/15. Al via libro fai da te, addio vincolo pluriennale per l'adozione

    Pubblichiamo la circolare relativa all'adozione dei libri di testo per il prossimo anno scolastico. Vediamo insieme cosa prevede e quali sono le novità

    Innovazione

    Si tratta della prima circolare dedicata ai libri di testo che parla esplicitamente di sviluppo della cultura digitale e alfabetizzazione informatica.

    Realizzazione diretta di materiale didattico digitale

    La portata innovativa della circolare riguarda in particolare la possibilità per i docenti di realizzare, a decorrere dall'anno 2014/15 materiali didattici digitali da utilizzare al posto dei testi.

    L'elaborazione del prodotto è affidata ad un docente responsabile e le opere dovranno essere inviate al Ministero dell'istruzione al fine di renderle disponibili agli altri istituti.

    Abolizione vincolo pluriennale di adozione

    Altra novità riguarda l'abolizione del vincolo temporale di adozione dei testi scolastici (5 anni per la primaria e 6 per secondaria di I e II grado).

    I docenti potranno, pertanto, liberamente procedere a nuove adozioni per le classi prime e quarte della primaria, le prime della secondaria di I grado e le prime e terze, nonché per le quinete ove previsto, per le secondarie di II grado.

    Per tutti particolari leggi la Circolare

    Fonte: Orizzonte Scuola (19 marzo 2014)

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    Libri di testo 2014/15. Al via libro fai da te, addio vincolo pluriennale per l'adozione

    Il ministero ci ha contattato poiché la nota pubblicata ieri non era la versione definitiva, ma una versione inviata per errore. Siamo in attesa di ricevere il testo definitivo. Nel frattempo vi anticipiamo alcuni contenuti.

    Pubblichiamo la circolare relativa all'adozione dei libri di testo per il prossimo anno scolastico. Vediamo insieme cosa prevede e quali sono le novità

    Innovazione

    Si tratta della prima circolare dedicata ai libri di testo che parla esplicitamente di sviluppo della cultura digitale e alfabetizzazione informatica.

    Realizzazione diretta di materiale didattico digitale

    La portata innovativa della circolare riguarda in particolare la possibilità per i docenti di realizzare, a decorrere dall'anno 2014/15 materiali didattici digitali da utilizzare al posto dei testi.

    L'elaborazione del prodotto è affidata ad un docente responsabile e le opere dovranno essere inviate al Ministero dell'istruzione al fine di renderle disponibili agli altri istituti.

    Abolizione vincolo pluriennale di adozione

    Altra novità riguarda l'abolizione del vincolo temporale di adozione dei testi scolastici (5 anni per la primaria e 6 per secondaria di I e II grado).

    I docenti potranno, pertanto, liberamente procedere a nuove adozioni per le classi prime e quarte della primaria, le prime della secondaria di I grado e le prime e terze, nonché per le quinte ove previsto, per le secondarie di II grado.

    Fonte: Orizzonte Scuola (20 marzo 2014)

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    Libri di testo. Ma se docenti e studenti diventano autori ed editori, chi verifica l'omogeneità dei percorsi e l'adesione alle indicazioni nazionali?

    Secondo le anticipazioni fornite dalla nostra redazione, il Ministero applicherà quanto previsto dal Decreto istruzione: i docenti potranno realizzare proprio materiale didattico. Ma le domande e i dubbi non mancano. Per esempio, in che modo si potrà assicurare l’omogeneità dei percorsi didattici? Ne abbiamo parlato con Salvatore Giuliano, preside dell’Istituto “Majorana” di Brindisi capofila di ‘Book in progress’, l’innovativo progetto che permette a 150 istituti in tutta Italia di farsi e stamparsi i libri di testo autonomamente.

    “Favorire la promozione della cultura digitale anche tramite l’elaborazione di una nuova generazione di libri scolastici, la cui fruizione possa avvenire su piattaforme aperte, funzionale alla collaborazione partecipata degli attori del processo – docenti, studenti ed editori”. La circolare sui libri di testo, della quale abbiamo avuto una anticipazione, l’ha messo nero su bianco: il libro di testo potrebbe avviarsi a un inesorabile declino, con buona pace dei tanti editori scolastici che d’ora in avanti potrebbero trovare proprio negli alleati fedeli di un tempo, cioè gli insegnanti, temibili concorrenti.

    “Di sperimentazioni riuscite per la didattica, capaci di stimolare la creatività degli studenti e la capacità progettuale dei docenti, e in più a costo zero per le famiglie, in Italia ne abbiamo tante e da anni. Il ministro Giannini si metta in ascolto di queste realtà che stanno innovando profondamente la scuola”: le prime parole di Giuliano tradiscono un po’ di preoccupazione. D’altra parte non tutti i ministri hanno mostrato nei confronti del suo progetto lo stesso apprezzamento di Profumo (con la Carrozza anzi, è lui stesso a ricordarcelo, nel settembre scorso c’è stato un vero e proprio battibecco combattuto a colpi di tweet).

    Ma la domanda che gli rivolgiamo riguarda due punti enunciati con sorprendente chiarezza anche nel decreto ministeriale 781: in che misura e a quali condizioni forme aperte e partecipate di redazione dei materiali didattici come 'Book in progress' garantiscono veramente l'omogeneità dei percorsi di apprendimento (da sempre uno dei punti di maggiore debolezza del sistema scolastico italiano) e l'offerta di una guida autorevole, validata ed efficace dei contenuti essenziali previsti dalle indicazioni nazionali? “Ritengo che forme aperte e partecipate di redazione di materiali didattici, anche con il coinvolgimento degli alunni, consentano di raggiungere la vera personalizzazione degli apprendimenti”. Omogeneità contro personalizzazione, sembra di capire. Un dualismo, oppure una schizofrenia, mai risolto in seno al dibattito educativo e che continua a produrre contraddizioni: “Molto spesso si parla di personalizzazione degli apprendimenti lasciandola per la maggior parte delle volte non agita. Ogni alunno ha il suo stile, ritmo e tempi di apprendimento. Si deve lavorare su questa diversità garantendo l’apprendimento ad ognuno”.

    Così chiediamo quanto una buona pratica come quella di ‘Book in progress’ abbia inciso nell’idea di ‘realizzazione diretta di materiale didattico digitale’ e Giuliano ci fa notare che, a differenza di quanto prospettato nella nota ministeriale, i docenti del suo progetto elaborano i materiali in orario rigorosamente extracurricolare “e senza nessun incentivo economico”, tiene a sottolineare. Gli chiediamo se i materiali così prodotti siano sottoposti a una validazione, problema che in una nostra recente intervista sollevava Giorgio Palumbo dell’Aie, e Giuliano spiega che nessuna validazione è prevista quale adempimento normativo: “La validazione viene effettuata da comitati scientifici composti da docenti. Sono gli stessi docenti che vanno in classe con i loro alunni. Molte volte nella scuola italiana si è pensato a ciò che fosse meglio o peggio per loro, senza mai ascoltare o confrontarsi con i protagonisti dell’apprendimento. Ritengo che la guida autorevole debba essere il docente. Ed in tal senso mi sembra che l’attuale Governo voglia muoversi”.

    Per Giuliano, quindi, quello che gli sottoponiamo è un falso problema: i docenti sono responsabili di quanto elaborano per iscritto nella stessa misura di quanto dicono a lezione (la non obbligatorietà dei testi scolastici, poi, non è certo una novità assoluta, ma un diritto che da sempre rientra nella libertà di insegnamento). E’ evidente che questo esalta e ridefinisce positivamente la loro professionalità, poiché, come tiene a far emergere il preside, il problema se i docenti debbano o no autoprodurre i supporti su cui studieranno i loro allievi rientra nel più ampio discorso della valutazione: “Solo quando finalmente i docenti dovranno rendere conto del proprio operato potrà esserci un approccio veramente sensato rispetto a questo problema. Ciascuno potrà decidere nella piena autonomia se avvalersi di materiali editi da altri o autoprodotti, consapevole che anche questo sarà uno degli elementi che contribuiranno alla sua valorizzazione sul piano professionale”.

    Fonte: Eleonora Fortunato (26 marzo 2014)

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    Libri di testo, la circolare. Entro la fine dell'anno scolastico le linee guida sui materiali digitali prodotti dagli istituti

    Adozione dei libri facoltativa, possibilità per le scuole di produrre in proprio materiali didattici digitali da proporre agli studenti, precisi paletti per i testi consigliati. Sono alcune delle novità che riguardano le adozioni dei testi scolastici contenute nella circolare inviata oggi alle scuole. Una sorta di vademecum per guidare dirigenti e insegnanti fra le novità che entrano in vigore dal prossimo anno scolastico.

    Da questa 'tornata' l'adozione dei libri diventa facoltativa, con la possibilità per i collegi dei docenti di scegliere anche strumenti alternativi, purché coerenti con i limiti di spesa stabiliti per legge e con i programmi in vigore. Le scuole potranno predisporre in proprio materiale didattico digitale da utilizzare al posto degli abituali libri di testo. Per poter supportare il loro lavoro entro la fine dell'anno scolastico in corso il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca predisporrà apposite linee guida. Nel corso del prossimo anno scolastico i contenuti prodotti dagli istituti saranno acquisiti dal Miur che li renderà disponibili a tutte le scuole italiane. Insegnanti e dirigenti saranno coinvolti per la prima volta in un'opera collettiva di elaborazione di strumenti per la didattica che avrà la scuola stessa come protagonista.

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    Dal prossimo anno scolastico comincia anche l'inserimento sempre più massiccio di libri in formato misto (digitale-cartaceo) e totalmente digitale. Per coniugare l'esigenza di risparmio delle famiglie con la possibilità per i docenti di fare nuove adozioni sono previste riduzioni dei tetti di spesa per le classi iniziali della scuola secondaria di I e II grado e le terze superiori del 10% se tutti i
    libri sono di nuova adozione in formato misto e del 30% se sono tutti digitali.

    Infine, per i testi consigliati scatta un paletto preciso: possono essere inseriti in lista solo se monografici o di approfondimento.

    Scarica la nota

    Fonte: MIUR (09 aprile 2014)

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    Libri di testo, attenti ai tetti di spesa in sede di delibere del Collegio docenti e Consiglio d'Istituto

    La nuova circolare sull'adozione dei libri di testo, al punto 7, affronta la riduzione dei tetti di spesa della scuola secondaria. Il riferimento è al DM n. 781 del 2013

    Infatti, il Decreto 781, all'articolo 3, recita

    1. Per l’anno scolastico 2014-2015, per le prime classi della scuola secondaria di primo grado e per le prime e terze classi della scuola secondaria di secondo grado, in cui la dotazione libraria necessaria sia composta da libri in versione mista, i tetti di spesa sono ridotti del 10%. Negli anni successivi tale riduzione, oltre che alle classi sopra indicate, si applica progressivamente alle classi seguenti, che mantengono la dotazione libraria in versione mista.

    2. Per l’anno scolastico 2014-2015, per le prime classi della scuola secondaria di primo grado e per le prime e terze classi della scuola secondaria di secondo grado, in cui la dotazione libraria necessaria sia composta esclusivamente da libri in versione digitale, i tetti di spesa determinati sono ridotti del 30%. Negli anni successivi tale riduzione, oltre che alle classi sopra indicate, si applica progressivamente alle classi seguenti, che mantengono l’intera dotazione libraria in versione digitale.

    3. Per le rimanenti classi della scuola secondaria di primo grado e della secondaria di secondo grado, per l’anno scolastico 2014 -2015 sono confermati i tetti di spesa già definiti per le adozioni relative all’anno scolastico 2013-2014, eventualmente adeguati al tasso di inflazione programmata per l’anno 2014.


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    La Circolare del 9 aprile 2014 sul'adozione dei libri di testo per l'anno 2014/15, ricorda la riduzione dei tetti di spesa del 10% e del 30% per la secondaria di primo e secondo grado, specificando che la riduzione è legata alle nuove adozioni.

    Inoltre, si ricorda che eventuali sforamenti devono essere contenuti entro il limite massimo del 10% e devono essere adeguatamente motivati da parte del Collegio dei docenti e approvate dal Consiglio di istituto.

    Scarica la Circolare sui libri di testo

    Il comunicato del Ministero

    Fonte: Orizzonte Scuola (14 aprile 2014)

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    Libri di di testo, quali criteri per la scelta? Quali indicazioni per i libri consigliati?

    Quali criteri bisogna tener presente quando si sceglie un libro di testo? La UIL ha elaborato una guida che evidenzia questo aspetto. Attenzione ai libri consigliati, si possono inserire anche contenuti digitali.

    Nella guida UIL realizzata da Noemi Ranieri, vengono elencati i requisiti che il collegio deve tenere conto per la scelta dei libri di testo:
    1. le potenzialità in ordine allo sviluppo di contenuti fondamentali delle singole discipline;
    2. la caratterizzazione sui contenuti propri di ogni insegnamento, necessari ad acquisire il possesso di conoscenze , abilità e competenze;
    3. i nessi e collegamenti con altre discipline;
    4. il linguaggio adeguato all'età dei destinatari, in termini di comprensibilità;
    5. la presenza di indicazione bibliografiche per eventuali approfondimenti

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    Per quanto riguarda i testi consigliati, ricordiamo che la circolare sui libri di testo afferma che possono essere indicati dal collegio dei docenti solo nel caso in cui rivestano carattere monografico o di approfondimento delle discipline di riferimento ed i libri di testo non rientrano tra i testi consigliati; vi rientra, invece l'eventuale adozione di singoli contenuti digitali integrativi ovvero la loro adozione in forma disgiunta dal libro di testo.

    Le indicazioni del MIUR sui libri di testo con la circolare

    Vedi anche

    Attenti ai tetti di spesa in sede di delibere del Collegio docenti e Consiglio d'Istituto

    Fonte: Orizzonte Scuola (29 aprile 2014)

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