Tfr e Tfs: chiarimenti sui nuovi termini di pagamento dei trattamenti di fine serv. e di fine rapp.

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    Pensionamento, arriva la guida per istanze-online

    Ma non la circolare, per la quale dovremo attendere ancora qualche giorno. Nel frattempo abbiamo aperto uno speciale dedicato.

    Il ritardo della circolare sarebbe dovuto, affermano dalla FLCGIL, alla complessità della riforma. In particolare "non è chiaro come verrà applicato l’art. 72, comma 11 della legge 133/08, sia per i casi di pensionamento così detto forzoso, sia per i casi di richieste di permanenza in servizio, poiché tale disposizione configge con le regole del sistema contributivo, introdotte in via definitiva con la riforma Fornero. Infatti, è da chiarire se in questi casi l’età anagrafica e contributiva sia quella richiesta nell’anno 2011 oppure se ci si debba riferire ai nuovi parametri introdotti per l’anno 2012 (66 anni di età – 41 anni e 1 mese di contribuzione per le donne/42 anni e 1 mese per gli uomini) o addirittura se i 70 anni non diventino il discrimine del così detto pensionamento forzoso".

    Appena divulgata dal MIUR pubblicheremo la circolare. Nell'attesa vi rimandiamo allo speciale dedicato alle pensioni dove troverete una guida operativa per istanze-online.

    Fonte: Orizzonte Scuola (20 febbraio 2012)

     
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    Pensioni, ancora attesa per la domanda. A riposo d'ufficio con 65 anni di età e 40 di contributi

    Il 29 febbraio si è svolto al Ministero un incontro con i sindacati e sulle pensioni riportiamo il resoconto FGU. Il nodo dei pensionamenti coatti.

    FGU

    "Nel ribadire che, al momento, non esiste alcuna data quale termine per la presentazione delle domande di pensione concernenti il personale docente ed ata, la dott.ssa Stellacci ha informato le OO.SS. che la Funzione Pubblica non ha sciolto ancora definitivamente i nodi relativi al collocamento d´ ufficio in quiescenza del personale interessato per il raggiungimento dei 65 anni di età e dei 40 anni di contribuzione maturati nel 2011, anche se sembra prevalere la tesi restrittiva che le suddette categorie di personale debbano necessariamente veder rescindere il loro rapporto di lavoro, senza che possano avvalersi dell´innalzamento dell´ età pensionabile e contributiva previsto dalla L. 214/11.

    La FGU ha espresso forti perplessità sulla legittimità di quanto intende porre in essere unilateralmente l´Amministrazione, dato che gli interessati possono avvalersi dei requisiti validi per il 2011, ma non possono vederseli imporre d´ ufficio, anche perchè risulta che altre Amministrazioni consentano di avvalersi, a parità di requisiti, proprio del prolungamento di cui alla cit. L. 214/11".

    Ricordiamo a questo proposito che poichè il provvedimento va preceduto da un preavviso di 6 mesi 6, alcuni Uffici scolastici hanno già pubblicato i nominativi del personale in possesso di tali requisiti. (vedi ad es. Sicilia) Fino al paradosso, raccontato dal Dirigente Scolastico che il 21 febbraio era stato convocato dall'USP di Caltanissetta per controfirmare il contratto di conferimento dell'incarico di dirigente scolastico fino all'agosto 2014 e dopo solo due giorni si ritrova pensionato d'ufficio! Pensionamento coatto in Sicilia: è anche questione di stile!

    Fonte: Orizzonte Scuola (02 marzo 2012)

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    Pensionamenti nelle istituzioni scolastiche ed educative: tacciono i Ministeri e intervengono gli uffici periferici

    Come noto il sistema previdenziale italiano ha subito radicali cambiamenti per effetto di una pluralità di Leggi approvate nel corso del 2011: Legge 111 del 15.07.2011 (Governo Berlusconi ), Legge 148 del 14.09.2011 ( Governo Berlusconi ) e Legge 214 del 22.12.2011 ( Governo Monti ). I cambiamenti hanno riguardato sia il sistema pensionistico che quello dei trattamenti di fine servizio ( TFS ) e di fine rapporto ( TFR ).

    Il sovrapporsi degli interventi legislativi e la complessa e delicata attuazione degli stessi che coinvolgono diritti sostanziali delle persone e della loro attività lavorativa – con specifico riferimento ai requisiti maturati sul piano dell’età anagrafica e dell’anzianità contributiva alla data del 31.12.2011 – impone una puntuale direttiva dei competenti Ministeri ed in particolare del MIUR per le peculiari caratteristiche che riguardano il personale delle Istituzioni Scolastiche ed Educative vincolato al calendario scolastico ( cessazioni obbligate al 1° settembre di ogni anno ).
    Purtroppo a tutt’oggi questa direttiva non è stata emanata e alcuni Uffici Scolastici Regionali ( Sicilia e Campania per quanto a nostra conoscenza ) sono intervenuti direttamente sui pensionamenti d’ufficio dei Dirigenti Scolastici ed hanno invitato i Dirigenti delle Scuole a comportarsi nello stesso modo per quanto riguarda il personale Docente e ATA.

    In buona sostanza questi Uffici periferici collocano in pensione d’ufficio coloro che hanno maturato i 65 anni di età entro il 31.12.2011 ( tutti i nati nel 1946 ) e quanti sono in possesso di 40 anni di contribuzione sempre al 31.12.2011. Per chi ha raggiunto i 40 anni di contribuzione procedono ed invitano a procedere con atto unilaterale di preavviso entro il 29.02.2012.

    Singolarmente in Campania l’USR colloca in pensione anche i Dirigenti nati nel 1947 che al 31.12.2011 non hanno compiuto i 65 anni di età, senza spiegarne la ragione È impensabile che l’attuazione di una Legge dello Stato non avvenga nello stesso modo su tutto il territorio nazionale. Non è accettabile che si lasci alla libera interpretazione ( spesso discutibile e non adeguatamente motivata ) dei rappresentanti di Uffici periferici l’applicazione complessa di norme aventi valore ed effetti generali. Anche nei casi dove si possono assumere decisioni discrezionali legate a valutazioni e condizioni territoriali differenti ( vedi il caso dei trattenimenti in servizio ) queste decisioni, che incidono sull’intero sistema, debbono avvenire nell’ambito di indirizzi assunti a livello nazionale.

    In queste condizioni è giunto il momento che i competenti Ministeri assumano le loro decisioni e le rendano urgentemente pubbliche. È indispensabile, comunque, che lo faccia il MIUR, anche per evitare atti illegittimi dei Direttori Regionali e dei Dirigenti Scolastici; atti che potrebbero aprire non pochi contenziosi.

    Fonte: Comunicato ANQUAP (06 marzo 2012)

     
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    Pensioni, per la Fornero non si torna indietro

    "Per quanto possa umanamente comprendere questi lavoratori non la ritengo un'ingiustizia e dunque non credo che possiamo tornare su questa questione riportando indietro le lancette a favore della categoria dei lavaoratori della scuola". Lo ha dichiarato il ministro del Lavoro, Elsa Fornero durante il Question Time alla Camera relativo alle pensioni.

    Fonte: Orizzonte Scuola (07 marzo 2012)

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    Pensioni scuola, lo stop della Fornero, la reazione dei sindacati

    Ieri abbiamo tempestivamente ripreso le parole del Ministro Fornero sulle pensioni scuola. Il Ministro, durante un question time, ha così affermato: "Per quanto possa umanamente comprendere questi lavoratori non la ritengo un'ingiustizia e dunque non credo che possiamo tornare su questa questione riportando indietro le lancette a favore della categoria dei lavoratori della scuola". Pubblichiamo le reazioni dei sindacati.


    Cisl. Scrima a Fornero: chiediamo giustizia non umana comprensione
    Sui pensionamenti il personale della scuola non chiede "umana comprensione", ma di rimediare a provvedimenti iniqui e discriminanti. Lo diciamo al ministro del lavoro, che in Parlamento ha escluso la possibilità di rivedere le norme sui requisiti di accesso alla pensione.
    Quando chiediamo di spostare al 31 agosto 2012, anziché al 31 dicembre 2011, la data a cui fare riferimento per la maturazione dei requisiti di accesso al pensionamento con le regole precedenti, non rivendichiamo privilegi ma solo di tener conto che i lavoratori della scuola, a differenza di tutti gli altri, possono lasciare il servizio solo e unicamente il 1° settembre, così come dal 1° settembre decorre normalmente la stipula dei loro contratti.
    Anche in questa occasione, peraltro, si fatica a comprendere se ci sia - e quale sia - una linea condivisa sia all'interno del governo, sia nel rapporto tra il governo e la maggioranza che lo sostiene.


    Anief: sulle pensioni il Ministro Fornero sbaglia
    Da decenni i lavoratori della scuola vanno in pensione il 31 agosto. I giudici non potranno che darci ragione. E non solo per questo: l’insegnamento è tra le professioni più a rischio burnout e va inserita nella categoria di quelle usuranti.

    L’Anief giudica offensive le parole del Ministro del Welfare, Elsa Fornero, che durante il question time alla Camera ha chiuso alla possibilità ai lavoratori della scuola di concedere deroghe ai requisiti per andare in pensione: il sindacato sostiene che non si tratta di riportare “indietro le lancette a favore dei lavoratori della categoria della scuola”, come ha dichiarato il ministro, ma solo di adottare una regola di equità per dei lavoratori che da decenni lasciano il servizio in corrispondenza del termine dell’anno scolastico.

    “Il Ministro Fornero – ha dichiarato il Presidente dell’Anief, Marcello Pacifico – continua a non comprendere che le nuove regole sulle pensioni toccano i diritti acquisiti del personale della scuola, che da sempre matura l’anno di servizio nell’estate successiva rispetto all’approvazione della norma: è evidente dunque che di fronte a tale disparità di trattamento dei lavoratori, il giudice non potrà non riconoscere la normativa specifica in ambito scolastico”.

    Il giovane sindacato ritiene inoltre ingiusto che la scuola non risulti tra le professioni usuranti: “vorrei ricordare che nel comparto pubblico – ha detto il rappresentante dell’Anief – l’attività di insegnamento è tra quelle lavorative più stressanti e per questo motivo ad alto rischio ‘burnout’. Pertanto chiederemo ai giudici di riconoscere l’attività di docenza come usurante e come tale di garantire ai suoi lavoratori la stessa ‘finestra’ concessa ai privati”, ha concluso Marcello Pacifico.


    FGU. Pensioni, il ministro Fornero non ha idea di come funzioni la scuola
    » in Comunicati Il commento di Rino Di Meglio alle dichiarazioni rese dal titolare del Welfare, nel corso del question time di oggi alla Camera mercoledì 7 marzo 2012.

    "Un ministro che non ritiene un´ingiustizia stoppare il mantenimento delle vecchie regole del sistema pensionistico al 31 agosto per la categoria degli insegnanti dimostra di non avere nessuna idea di come funzioni il mondo della scuola».

    Il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, commenta così le parole pronunciate dal titolare del Welfare, Elsa Fornero, nel corso del question time di oggi alla Camera.

    "Persino un semplice studente - rincara la dose il sindacalista - comprende bene che per chi lavora a scuola il termine per i requisiti di pensione non cade il 31 dicembre e che, quindi, anche il computo dei contributi viaggia al ritmo dell´anno scolastico".

    Fonte: Orizzonte Scuola (08 marzo 2012)

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    Pensionamenti, le indicazioni della funzione pubblica

    Il dipartimento della funzione pubblica, giorno 8 marzo, ha emanato la circolare n. 2 con la quale si vogliono fornire indicazioni interpretative per un'omogenea applicazione della disciplina soprattutto relativamente agli aspetti di impatto sul rapporto di lavoro o di impiego.
    Vai alla circolare

    Fonte: Orizzonte Scuola (10 marzo 2012)

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    Limiti massimi di età per il pensionamento dei pubblici dipendenti

    Oggetto: Circ. DFP n. 2/2012 – Limiti massimi di età per il pensionamento dei pubblici dipendenti.

    Il Dipartimento della Funzione Pubblica, richiamandosi al DPR n. 1092/1973, che fissa per i pubblici dipendenti a 65 anni l’età per il conseguimento della pensione di vecchiaia, con la circolare n.2/2012 dell’8 c.m. giunge a questa conclusione:

    "Discende da quanto detto che nel settore del lavoro pubblico non opera il principio di incentivazione alla permanenza in servizio sino a 70 anni enunciato dal comma 4 dell'art, 24 citato".

    Andiamo a leggere il citato comma 4:

    4. Per i lavoratori e le lavoratrici la cui pensione e' liquidata a carico dell'Assicurazione Generale Obbligatoria (di seguito AGO) e delle forme esclusive e sostitutive della medesima, nonche' della gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, la pensione di vecchiaia si puo' conseguire all'eta' in cui operano i requisiti minimi previsti dai successivi commi. Il proseguimento dell'attivita' lavorativa e' incentivato, fermi restando i limiti ordinamentali dei rispettivi settori di appartenenza, dall'operare dei coefficienti di trasformazione calcolati fino all'eta' di settant'anni (…OMISSIS…).

    “Fermi restando i limiti ordinamentali” non può ovviamente significare “purché non si superano i limiti ordinamentali”, come sostiene la circ. n. 2/2012, poiché in tal caso nessuno potrebbe continuare a lavorare sino a 70 anni di età.; e nessuno potrebbe essere incentivato prima del conseguimento della pensione di vecchiaia.
    A mio avviso “Fermi restando i limiti ordinamentali” significa:

    “Il proseguimento dell’attività lavorativa è incentivato per i periodi lavorativi successivi ai limiti di età ordinamentali previsti dai rispettivi settori di appartenenza per il raggiungimento della pensione di vecchiaia, e (incentivato) sino all’età di settant’anni”.

    Ripeto: altrimenti, se fosse vero quello che dice la circ. n. 2/2012, nessuno potrebbe lavorare oltre i limiti ordinamentali, perché tutti i lavoratori hanno comunque dei limiti ordinamentali per il raggiungimento della pensione di vecchiaia.

    In altri termini, e a costo di ripetermi, se fosse corretto quanto affermato dal DFP nella circ. n. 2/2012, chi mai, insomma, potrebbe avere diritto alla prosecuzione dell’attività lavorativa e all’incentivazione previste entrambe dall’art. 24, comma 4, del D. L. n. 201/2011, per i periodi successivi al conseguimento della pensione di vecchiaia?

    Distinti saluti.

    *DSGA presso un Istituto di Istruzione Superiore Statale della provincia di Bergamo.

    La circolare della Funzione Pubblica

    Fonte: Gregorio Macchione (12 marzo 2012)

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    Pensionamenti: domande entro il 30 marzo 2012

    Pubblicata Circolare e decreto con istruzioni operative. Il termine ultimo per la presentazione, da parte del personale, docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola, delle domande di collocamento a riposo per compimento del limite massimo di servizio, di dimissioni volontarie dal servizio, di trattenimento in servizio, oltre il raggiungimento del limite di età a valere, per gli effetti, dal 1° settembre 2012, nonché per la eventuale revoca di tali domande, è fissato al 30 marzo 2012.

    Vai allo speciale

    Fonte: Orizzonte Scuola (13 marzo 2012)

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    Pensioni, scheda UIL su requisiti e modalità operative

    Domanda per le pensioni entro il 30 marzo 2012. Aggiorniamo lo speciale con una scheda UIL.
    Lo speciale

    Fonte: Orizzonte Scuola (14 marzo 2012)

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    Pubblicato il decreto sui pensionamenti: nessuno slittamento al 31 agosto per il riconoscimento dei requisiti del personale della scuola

    Anief conferma che ricorrerà contro l’ingiusta decisione del Governo: entro domenica 18 marzo saranno fornite precise istruzioni.

    Il Miur ha finalmente pubblicato, attraverso il decreto ministeriale n. 22 del 12 marzo 2012, la scadenza, fissata per venerdì 30 marzo 2012, e le regole per la presentazione delle domande di pensionamento che interessano il personale scolastico che ha raggiunto il limite massimo di servizio, che volesse chiedere le dimissioni volontarie oppure rimanere in servizio oltre il raggiungimento del limite di età: la stessa scadenza è stata fissata per il personale che desideri cessare anticipatamente il servizio.

    Per questi ultimi, quindi tutti coloro che volessero fare domanda di collocamento a riposo accedendo alla pensione di anzianità, serviranno i seguenti requisiti (posseduti al 31.12.2011):
    60 anni di età anagrafica e 36 anni di contributi utili oppure 61 anni di età anagrafica e 35 anni di contributi utili; la quota 96 può essere raggiunta anche sommando le eventuali “porzioni” di anno, quindi ad esempio sommando 60 anni e 2 mesi di età con 35 anni e 10 mesi di contributi utili;
    40 anni di contributi utili (bastano anche 39 anni, 11 mesi e 16 giorni) prescindendo dall’età anagrafica.

    L’Anief conferma la volontà di ricorrere contro l’insensata scelta del Governo di non concedere al personale della scuola, il cui servizio si calcola obbligatoriamente sull’anno scolastico e non su quello solare, la possibilità di far slittare il riconoscimento dei requisiti al 31 agosto 2012: entro domenica 18 marzo il giovane sindacato fornirà precise istruzioni a tutti coloro che nei giorni scorsi scrivendo a [email protected] hanno manifestato la volontà di ottenere il rispetto dei diritti acquisiti per andare in pensione con le regole precedenti alla riforma Fornero. Contestualmente saranno fornite precise istruzioni su come compilare la domanda per aderire ai ricorsi stessi.

    Fonte: Ufficio stampa ANIEF (14 marzo 2012)
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    Pensionamenti 2012/13, una guida ed un'annotazione a margine

    Ieri è stata pubblicata la circolare e decreto con istruzioni operative. Aggiorniamo lo speciale segnalando una guida della UIL e un'annotazioni su limiti massimi per la permanenza in servizio nelle Pubbliche Amministrazione e nella Scuola inviataci da Gregorio Macchione, DSGA presso un Istituto di Istruzione Superiore Statale della provincia di Bergamo. Ricordiamo che il termine per la presentazione della domanda è fissato per il 30 marzo.

    Vai allo speciale

    Fonte: Orizzonte Scuola (14 marzo 2012)

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    Edited by Steve Hi Power Mc - 14/3/2012, 14:08
     
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    Riforma pensioni. La FLC ricorre al Tar. Le nuove norme danneggiano migliaia di lavoratori

    Impugnate le circolari Miur e FP. Eventuali ricorsi di singoli andranno proposti contro gli atti adottati dall’amministrazione, quindi affrontati caso per caso: non ci sono termini decadenziali.

    La FLC CGIL impugnerà avanti al TAR del Lazio la Circolare ministeriale della Funzione Pubblica dell’8 marzo 2012, la Circolare nr. 23 e il Decreto nr. 22 del Miur del 12 marzo che applicano al settore pubblico e alla scuola la riforma Fornero.

    Come abbiamo già più volte denunciato le novità introdotte da questa riforma sono tutte peggiorative e stanno penalizzando migliaia di lavoratori, in particolare nel comparto scuola, per questo la FLC CGIL sta studiando tutte le possibili azioni per contrastarne l’applicazione.

    Queste nuove regole hanno effetti diversi anche sui singoli pensionandi e sui requisiti che derivano dalla storia personale di ciascuno. Questo significa che per attivare la tutela individuale e proporre eventuali ricorsi, da valutare caso per caso, è necessario prima di tutto presentare la domanda e attendere un atto di diniego da parte dell’amministrazione a una richiesta di pensionamento o al misconoscimento di uno o più requisiti. Va quindi impugnato un atto amministrativo ben preciso davanti al giudice del lavoro: per l’impugnazione non c’è scadenza.

    I lavoratori interessati possono sottoporre l’atto da impugnare agli uffici legali delle FLC CGIL territoriali che li assisteranno nell’azione giudiziaria.

    Fonte: FLCGIL (16 marzo 2012)

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    Riforma delle pensioni, una guida sintetica

    La guida è stata elaborata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed è volta ad illustrare le modifiche al sistema pensionistico entrate in vigore dal primo di gennaio.

    Scarica la guida (file PDF)
    Lo speciale sulle pensioni

    Fonte: Orizzonte Scuola (16 marzo 2012)

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    FLCGIL diffida MIUR per trattenuta TFS e TFR

    Secondo il sindacato una "sottrazione ingiustificata del 2,5% sugli stipendi che penalizza i pubblici dipendenti." E fornisce la lettera di diffida.

    Secondo quanto riportato sul sito del sindacato la FLCGIL aveva già chiesto all'INPDAP di rettificare la circolare n. 17 in tema di TFS e TFR, in quanto le disposizioni in essa contenute, a nostro parere, producevano effetti ancor più negativi di quelli contenuti nell'art. 12 della legge 122/2010.

    Un operato illegittimo da parte dell'amministrazione che era stato confermato da una recente disposizione da parte dei giudici amministrativi i quali hanno evidenziato che il complesso normativo in materia previdenziale è mutato per effetto delle prescrizioni contenute nella Legge 30 luglio 2010 n. 122, di conversione, con modificazioni del DL 31 maggio 2010 n. 78, con la conseguenza che, a decorrere dal 1° gennaio 2011 non avrebbe più titolo ad essere effettuata la ritenuta del 2,50% sull’80% della retribuzione.

    Di conseguenza la FLC ha predisposto un atto di diffida in corso di notifica chiedendo, per tutti i lavoratori del Comparto Scuola, Università, Alta Formazione e Ricerca, di interrompere la ritenute del 2,50 sull’80% della retribuzione e di rimborsare gli importi illegittimamente trattenuti a decorrere dal 01.01.2011.

    La FLC ha altresì dato mandato al proprio ufficio giuridico di valutare la possibilità, in caso di risposta negativa da parte del Miur alla nostra diffida, di un'iniziativa di carattere legale e di predisporre gli strumenti di tutela legale dei lavoratori.

    Il sindacato avverte che per presentare il ricorso non ci sono termini decadenziali, ma che si può inviare una lettera (che vi linkiamo) per interrompere i termini di prescrizione sapendo che comunque c’è tempo fino al 31 dicembre 2016. Ciò vuol dire che gli interessati possono proporre ricorso in qualsiasi momento, ma che in caso di vittoria la richiesta degli arretrati può riguardare solo i cinque anni precedenti.

    La lettera di diffida dovrà essere inviata all’Ente di appartenenza che, nel caso del Comparto Scuola riguarderà il Miur.

    Fonte: Orizzonte Scuola (19 marzo 2012)

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    Ministero risponde a diffida su trattenuta TFS e TFR

    Il MIUR ha pubblicato una nota con la quale risponde alle lettere di diffida contro la trattenuta del 2,5% sugli stipendi dei pubblici dipendenti.

    L'operazione era stata organizzata dalla FLCGIL contro sottrazione "ingiustificata del 2,5% sugli stipendi", ritenuta illegittima e per la quale aveva dato mandato al proprio ufficio giuridico in caso di risposta negativa da parte del ministero alla diffida per un'iniziativa legale.

    Pubblichiamo la risposta del ministero alle lettere di diffida.

    Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
    Dipartimento per la programmazione
    Direzione generale per le risorse umane del Ministero, acquisti e AA.GG. Uff. 7


    Roma, 23 Marzo 2012

    Oggetto: Atti di diffida alla cessazione del prelievo della ritenuta del 2,5% sull’80% della retribuzione ai sensi dell’art. 37 del D.P.R. n. 1032 del 1973 e successive modificazioni.

    Pervengono a questa Direzione Generale, atti di diffida volti ad ottenere la cessazione del prelievo della ritenuta del 2,5% sull’80% della retribuzione, ai sensi dell’art. 37 del D.P.R. n. 1032 del 1973 e successive modificazioni.
    In proposito si precisa che il MEF Dipartimento dell’Amministrazione Generale del Personale e dei Servizi, con nota del 13 febbraio 2012, ha chiarito che le modalità di calcolo del TFS non hanno subito, a decorrere dal 1° gennaio 2011, alcuna variazione.
    Peraltro, come è dato desumere dalle disposizioni dell’INPDAP emanate con Circolare n. 17 dell’8 ottobre 2010 e dal parere espresso dall’Ispettorato per la spesa sociale presso il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato per i dipendenti in regime di TFR la retribuzione netta percepita resta immutata, in virtù della considerazione che, per gli evocati dipendenti, la contribuzione del 2,5% a carico del lavoratore non è dovuta.
    Giova altresì richiamare il contenuto dell’art. 1 comma 3 del DPCM 20 dicembre 1999 secondo cui ”per assicurare l’invarianza della retribuzione netta complessiva e di quella utile ai fini previdenziali dei dipendenti ….omissis…. la retribuzione lorda viene ridotta in misura pari al contributo previdenziale obbligatorio soppresso e contestualmente viene stabilito un recupero in misura pari alla riduzione attraverso un corrispondente incremento figurativo ai fini previdenziali e dell’applicazione delle norme sul trattamento di fine rapporto, a ogni fine contrattuale nonché per la determinazione della massa salariale per i contratti collettivi nazionali”.
    La presente nota viene pubblicata sulle reti Intranet e Internet del Ministero, con preghiera da parte delle SS.LL. di massima diffusione tra il personale in servizio nelle strutture di competenza.

    IL DIRETTORE GENERALE
    Antonio Coccimiglio

    Fonte: Orizzonte Scuola (28 marzo 2012)

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    Pensioni: il Governo non riconosce specificità scuola. E i sindacati ricorrono

    Il Pd ha presentato un'interrogazione con la richiesta, per il personale della scuola, di uscire dal lavoro il 31 agosto 2012. La risposta è arrivata dal viceministro al Lavoro e alle Politiche sociali, Michel Martone, e ancora una volta è negativa.

    L'On. Manuela Ghizzoni, capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, così commenta "Martone, in continuità con quanto già affermato da Fornero il 7 marzo scorso, non riconosce la specificità del comparto scuola in ambito pensionistico , nonostante l'esistenza di un solo giorno di uscita dalla scuola: la continuità didattica da sempre vincola un docente a concludere l'anno scolastico indipendentemente dal giorno in cui ha maturato i requisiti per la pensione. Ed è per questo che la legislazione previdenziale emanata negli ultimi 15 anni (1997, 2007, 2010) ha sempre previsto norme ad hoc per la scuola.

    Inoltre, la risposta del viceministro è insoddisfacente poiché smentisce un dovere formalmente assunto dal Governo con l'accoglimento di un ordine del giorno presentato dal Partito Democratico: un cambio di atteggiamento discutibile sotto il profilo politico. E che certamente non farà cambiare la nostra ferma convinzione di andare avanti con l'iniziativa legislativa, tesa a far slittare al 31 agosto il termine per la maturazione dei requisiti per i lpensionamento con la normativa previgente alla riforma Fornero.

    Martone, infine, ha richiamato il principio dell'equità intergenerazionale come ispiratore della riforma pensionistica: purtroppo è un principio che cade nel vuoto per il comparto scuola, poiché già ora le rilevazioni internazionali ci informano che il nostro corpo insegnanti è il più anziano d'Europa e la nuova normativa previdenziale determinerà la permanenza in servizio di docenti ultrasessantenni e impedirà l'ingresso nella scuola a nuove generazioni di insegnanti
    ”.

    Le Organizzazioni Sindacali, da parte loro, annunciano battaglia attraverso i ricorsi.

    ANIEF - Il Governo si arrampica sugli specchi per le pensioni del personale della scuola, mentre alcuni AT chiedono ai ricorrenti di ritirare la domanda presentate prima dell’approvazione della legge, per non soccombere. Anief chiede di ignorare tali richieste per ottenere giustizia dai tribunali della repubblica, dopo la risposta all’interrogazione.

    Uil - La Uil Scuola ritiene inaccettabile questa decisione del governo che penalizza i lavoratori del nostro settore in modo particolare, creando disparità. Sul piano politico la Uil Scuola ha condotto iniziative mirate a modificare questa situazione, che si sono concretizzate con la presentazione di un emendamento in sede di conversione del decreto legge, emendamento non approvato.
    A questo punto, riteniamo che sia necessario ricorrere alla via giudiziaria e pertanto la Uil scuola si fa promotrice di ricorsi al TAR Lazio per tutelare le persone danneggiate da questo provvedimento.

    FLC CGIL - La FLC CGIL impugnerà avanti al TAR del Lazio la Circolare ministeriale della Funzione Pubblica dell'8 marzo 2012, la Circolare nr. 23 e il Decreto nr. 22 del Miur del 12 marzo che applicano al settore pubblico e alla scuola la riforma Fornero.

    Fonte: Orizzonte Scuola (28 marzo 2012)

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    Pensionamenti coatti, preoccupazioni da parte dei Dirigenti

    L'ANP, tramite le pagine del proprio sito, denuncia che la CM 12 marzo 2012, n.23, sta creando qualche preoccupazione ai dirigenti che hanno ricevuto il preavviso di pensionamento coatto inviato loro dall’amministrazione.

    Infatti, comunicato dal sindacato dei presidi, nel testo figura il seguente passaggio:

    "Il dirigente scolastico che presenti comunicazione di recesso dal rapporto di lavoro oltre il termine di cui sopra (30 marzo) non potrà usufruire delle particolari disposizioni che regolano le cessazioni del personale del comparto scuola. In particolare il medesimo sarà soggetto alla disciplina vigente per la generalità dei lavoratori e, quindi, qualora abbia maturato i requisiti minimi per il diritto a pensione nel corso del 2011 sarà soggetto alla finestra mobile di cui all’articolo 12 del D.L. 31 maggio 2010, n. 78 convertito con modifiche nella legge 30 luglio 2010, n. 122".

    Secondo l'ANP, formalmente, la previsione è corretta. Occorre però distinguere, precisano dal sindacato, "fra la richiesta di 'recesso dal rapporto di lavoro' presentato dal dipendente e la 'risoluzione unilaterale del rapporto' decisa dall’Amministrazione. Mentre al primo caso potrebbe applicarsi la norma relativa alla finestra mobile, il secondo è evidentemente diverso, perché il datore di lavoro che procede al 'licenziamento' ha l’onere di garantire che il lavoratore non subisca ulteriore pregiudizio economico, quale quello di rimanere senza stipendio e senza pensione.
    In quest’ultima evenienza, tutte le conseguenze del recesso unilaterale dell'amministrazione ricadranno inevitabilmente sul datore di lavoro che procede al licenziamento, cioè sul Direttore dell'ufficio scolastico regionale
    ".

    Fonte: Orizzonte Scuola (02 aprile 2012)

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    27.754 domande di pensionamento

    Apprendiamo da fonte ministeriale che le istanze di cessazione per il 2012 sono state 27.754: 21.114 docenti, 5338 ATA, 35 personale educativo, 207 IRC, 1060 Dirigenti Scolastici.

    Fonte: Orizzonte Scuola (03 aprile 2012)

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    Sono 27.751 le domande di pensionamento inoltrate per il 2012/13

    Su 32.297 attese sono state inoltrate 27.751 domande di pensionamento, l'85,92%. 21.112 docenti, 5.336 è ATA, 35 personale educativo, 207 docenti di religione e 1.061 dirigenti scolastici. Maggiore voglia di andare in pensione nelle regioni del Nord.

    E' soprattutto in Umbria, nel Lazio ed in Emilia-Romagna che si riscontra in maggior interesse a restare in servizio, infatti le domande presentate sono inferiori rispetto a quelle attese. In Umbria si arriva al 64,26% di domande rispetto a quelle attese, nel Lazio al 74,17% e in Emilia-Romagna al 75%.

    Grande voglia di andare in pensione invece nelle regioni del Nord. In Lombardia si attendevano 2.352 domande di pensionamento e ne sono giunte, invece, 2.485: il 105,65%; in Piemonte su 950 domande attese che sono giunte 1157: il 121,79%; in Veneto su 1171 domande attese che sono giunte 1382: il 118,02%

    Per quanto riguarda i docenti, le domande inoltrate sono state 21.112. Le regioni che fanno riscontrare il più alto numero di richieste sono la Campania con 3.245 domande, il Lazio con 2.366, la Sicilia con 2.624, la Puglia con 2.155, la Lombardia con 1.934, e la Calabria con 1.707.

    Per la situazione degli ATA vi rimandiamo all'articolo specifico.

    Per tutti i dati divisi per categorie di personale, regioni e province, scarica il file (file XLS).

    Fonte: Orizzonte Scuola (24 aprile 2012)

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