Possibili immissioni in ruolo e mobilità professionale

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    Si riaprono i termini per i ricorsi al giudice del lavoro da parte dei precari

    Si riaprono i termini per i ricorsi del lavoro da parte dei precari. Per tutto il 2011 non si applicherà la norma prevista dall'art. 32 della legge 183 del 2010 che ha aperto vertenze entro la scadenza del collegato 1 sul lavoro che fissava al 23 gennaio 2011 i nuovi termini per l'impugnazione dei licenziamenti.

    Infatti le Commissioni Affari costituzionali e Bilancio approvano l'emendamento presentato al mille proroghe che proroga i termini per l’impugnazione dei ricorsi in tutela del personale precario.

    Quindi tutti coloro che non hanno presentato i ricorsi sulle reiterazioni dei contratti senza assunzione in ruolo possono farlo entro il 2011.

    Fonte: Conitp (10 febbraio 2011)

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    Fioccano le sentenze dei giudici italiani di condanna del ministero dopo l'accordo quadro Ue
    Precari, assunzione o risarcimento
    E in questi casi non serve l'ok preventivo dell'Economia

    Via libera alle immissioni in ruolo dei precari oppure agli aumenti di stipendio legati all'anzianità di servizio. Senza passare per l'autorizzazione del ministero dell'economia. Ma a patto che sia un giudice a disporlo. La normativa europea vieta sia la reiterazione delle supplenze che gli stipendi più bassi per i precari e siccome prevale su quella nazionale, legislativa o contrattuale, il giudice italiano può disapplicare la normativa interna applicando direttamente quella comunitaria. È questo il principio che si evince da due recenti sentenze di giudici del lavoro, le ultime di una lunga serie,depositate in questi giorni.

    La più recente è del 25 gennaio scorso, ed è stata emessa dal giudice del lavoro di Livorno (r.g. 428/2000), che ha disposto l'immissione in ruolo dei ricorrenti. E la seconda è del 3 gennaio, ed è stata emessa dal giudice del lavoro di Trieste (n.503/2010), che ha condannato l'amministrazione scolastica ad attribuire ai ricorrenti la ricostruzione di carriera. Le pronunce si inquadrano in un vero e proprio filone, ingenerato dal recente orientamento della giurisprudenza comunitaria, basato sulla direttiva 28/6/99/70 CE relativa all'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato. Da questo orientamento si evincono due principi: il principio di non discriminazione tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato, (a tutela del quale è prevista la prevenzione dell'abuso derivante dalla reiterazione del lavoro a termine tramite l'applicazione di sanzioni) e il principio di eccezionalità del contratto di lavoro a termine, mentre la regola è il lavoro a tempo indeterminato. Va detto, inoltre, che la Corte di giustizia europea, a differenza del giudice italiano, è un giudice di common law. E quindi le relative sentenze immettono diritto nell'ordinamento vincolando direttamente la giurisprudenza. A fronte di tale situazione, il giudice italiano può seguire tre strade. La prima è quella di rimettere gli atti alla Corte costituzionale, se dovesse dubitare della costituzionalità delle disposizioni da applicare al caso in esame. Qualora le disposizioni italiane non dovessero essere conformi all'ordinamento comunitario, infatti, esse sarebbe incostituzionali per contrasto con l'articolo 117 della Costituzione. La norma costituzionale, infatti, vincola l'esercizio della potestà legislativa oltre che alla Costituzione anche ai vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario. La seconda possibilità è quella si di sollevare una questione pregiudiziale davanti alla Corte di giustizia, chiedendo direttamente ai giudici comunitari di pronunciarsi circa la compatibilità della norma italiana rispetto all'ordinamento comunitaria. La terza via, invece, è quella di applicare direttamente la norma comunitaria disapplicando quella italiana. Ed è esattamente quello che hanno fatto i giudici del lavoro di Livorno e Trieste. Il giudice di Livorno, dopo avere accertato la illegittimità della reiterazione dei contratti a termine effettuata dall'amministrazione scolastica nei confronti dei ricorrenti, ha disposto la loro immissione in ruolo. In ciò sposando la tesi affermata dal giudice del lavoro di Siena (r.g. 662/2010) che al risarcimento per equivalente (in denaro) ha preferito la reintegrazione in forma specifica ( l'immissione in ruolo). Il giudice del lavoro di Trieste, invece, ha ritenuto di disporre la corresponsione delle differenze retributive tra il trattamento riservato ai ricorrenti rispetto a quello che avrebbero percepito se fossero stati immessi in ruolo (la cosiddetta ricostruzione di carriera).

    Allegato:
    Articolo originale (versione PDF)

    Fonte: ItaliaOggi (08 febbraio 2011)

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    Illegittima, in forza delle leggi UE, la reiterazione dei contratti a tempo determinato

    Questa volta è il tribunale di Livorno, con una setenza che segue quella del tribunale di Siena del 25 gennaio a sancire un principio basato su una norma europea.

    Secondo quanto riportato da un articolo apparso sul Sole 24Ore la reiterazione dei contratti a termine è illegittima, accettabile solo se eccezionale. Il danno che provoca al contraente va risarcito dall’Amministrazione, e il risarcimento non legittima la reiterazione (come invece fin qui è stato in applicazione dell’art.36 comma5 del D.lgs 165/2001, il Testo Unico per il pubblico impiego).

    Gli abusi di reiterazione di contratti a termine “segnano in termini negativi” la qualità della vita dei lavoratori, chel’Amministrazione Pubblica è tenuta a tutelare effettuando una ricostruzione di carriera corretta in termini retributivi e contributivi.

    Fonte: Orizzonte Scuola (16 marzo 2011)

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    Il mese di aprile decisivo per Graduatorie ad esaurimento, salvaprecari, immissioni in ruolo

    Ancora incerta la composizione delle Graduatorie ad esaurimento per l'a.s. 2011/12. Italia Oggi anticipa i possibili scenari, lasciando aperta più di una soluzione, dall'intervento amministrativo a quello legislativo. Intervento che potrebbe riguardare anche la proroga del provvedimento salvaprecari. Aggiungiamo che vi è attesa anche per le immissioni in ruolo, di cui manca ancora l'autorizzazione.

    Partiamo proprio dal salvaprecari: ad oggi nessun intervento legislativo assicura la riproposizione delle liste prioritarie per l'a.s. 2011/12, ma potrebbe essere il ministero stesso a varare un proprio intervento di proroga.

    Un intervento legislativo potrebbe essere necessario anche per le Graduatorie ad esaurimento, un provvedimento che renda esecutiva la sentenza 14/11 della Corte Costituzionale e che porti avanti le intenzioni manifestate dal ministero nel comunicato emesso subito dopo la pubblicazione della sentenza stessa: "Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca adotterà i provvedimenti necessari per garantire l’ordinario funzionamento della scuola e per offrire in ogni caso le maggiori occasioni di impiego ai docenti per evitare che il ripristino della normativa previgente (legge 296/2006), determinato dalla sentenza della Corte Costituzionale, comporti un congelamento delle occasioni di lavoro alle sole graduatorie provinciali di appartenenza e l’insorgere di nuovo precariato."

    Il provvedimento sulle Graduatorie ad esaurimento dovrebbe essere emanato al massimo entro metà aprile per garantire i tempi di presentazione delle domande (30 giorni) e poi gli adempimenti degli uffici per la pubblicazione delle graduatorie in tempo utile. Ricordiamo infatti che quest'anno il termine ultimo per la disposizione delle immissioni in ruolo è tornato ad essere il 31 luglio, non il 31 agosto, come derogato negli anni precedenti.

    Attesa dunque anche per il contingente di immissioni in ruolo per l'a.s. 2011/12, dopo le entusiastiche promesse del Ministro "Precari, entro 2018 ne verranno assunti 300mila".

    Ricordiamo che solo l'immissione in ruolo su tutti i posti vacanti potrebbe dare un senso alle parole del Ministro, si è dunque in attesa di come questa partita verrà giocata nella contrattazione sindacati - Ministero dell'Istruzione - Ministero dell'Economia.

    L'articolo di Italia Oggi
    Leggi anche "Gelmini: in 8 anni 300.000 immissioni in ruolo. Quante nel 2011/12?"

    Fonte: Orizzonte Scuola (23 marzo 2011)

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    In Gazzetta Ufficiale il "salvascatti"

    Il decreto interministeriale con cui si definiscono le modalità di recupero degli scatti di anzianità per il personale della scuola è da ieri in Gazzetta Ufficiale. Il testo, che recepisce le intese raggiunte dalla CISL, insieme a UIL, Snals e Gilda, è quello che a suo tempo abbiamo ampiamente illustrato e che prevede il graduale ripristino della validità degli anni 2010 (ripristino già operante), 2011 e 2012 ai fini delle progressioni di carriera.

    C'è chi sta compiendo, in questi giorni, il difficile tentativo di intestare a suo merito i "successi" di azioni sindacali per lo più condotte da altri e proprio per questo sempre guardate con degnazione e diffidenza; in qualche caso (vedi organici ATA), si giunge oggi a cantare vittoria dopo aver bollato a suo tempo come intrallazzo l'azione di pressante confronto col MIUR condotta dalla CISL Scuola.

    Anche l'intesa sugli scatti, del resto, è stata più volte definita un pateracchio e ancora oggi si insiste nel negare l’evidenza, mettendone in dubbio l’efficacia e facendo leva su questo per sostenere le proprie agitazioni: nel momento in cui i suoi contenuti trovano un'ulteriore formale conferma, dopo aver già prodotto positivi effetti col pieno recupero dell'anno 2010, noi la rivendichiamo ancora una volta come concreto risultato del nostro lavoro.

    Scarica il decreto

    Fonte: Orizzonte Scuola (23 marzo 2011)

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    MIUR condannato a risarcimento 450.000 euro per mancata stabilizzazione 15 precari

    Lo avevamo già pronosticato, il MIUR sarebbe stato sommerso da una valanga di ricorsi. Così è stato e adesso inizia a pagare. Quanto ci costerà la politica bieca dell'attuale governo sui precari? Pubblichiamo i comunicati stampa giunti in redazione di UIL, Partito Democratico e ANIEF

    UIL Genova. 500 mila euro ai precari della scuola

    Si è svolta a Genova una conferenza stampa per illustrare i risultati del ricorso promosso dalla UIL Scuola della Liguria, un’azione legale gratuita rivolta ai lavoratori precari del comparto.
    Alla lettura della sentenza sulla stabilizzazione erano presenti: gli Avvocati Massimo Pistilli e Stefania Reho, il Segretario Generale UIL Scuola Liguria, Corrado Artale e il Segretario Provinciale UIL Scuola Savona, Ferdinando Agostino.

    Nella mattinata odierna il Tribunale di Genova ha riconosciuto a 15 lavoratori precari di Genova:
    - La ricostruzione di carriera, ovvero gli stessi diritti economici del personale di ruolo
    - L’illegittimità dei contratti a termine a cui sono stati costretti i lavoratori precari
    - Il riconoscimento di 15 mensilità per ogni lavoratore quale risarcimento del danno per la mancata immissione in ruolo
    Il Ministero dell’Istruzione dovrà quindi risarcire i lavoratori precari della scuola per circa 500 mila euro. “Ormai è chiaro che al Ministero non conviene affrontare i ricorsi in oggetto – dichiara Corrado Artale, Segretario Generale UIL Scuola Liguria - E’ invece necessario, legittimo e decisamente più conveniente riconoscere il ruolo ai lavoratori che ne hanno maturato il diritto”.

    In Liguria hanno presentato ricorso circa 450 lavoratori tra le province di Genova, Imperia e Savona.

    Inoltre, il Tribunale del Lavoro di Genova ha pronunciato nei mesi scorsi le prime sentenze sui ricorsi in oggetto, grazie alle quali alcuni lavoratori precari hanno ottenuto il riconoscimento dell’effettiva anzianità di servizio, il diritto alla progressione di carriera ed ai relativi arretrati.

    Il 29 marzo 2011 ci saranno le sentenze relative ai lavoratori precari di Savona.
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    Condanna ministero, Russ (PD): “Con Gelmini record di condanne: pagheremo due stipendi per un insegnante”

    “Il ministero dell’Istruzione continua a collezionare pesanti condanne, un record senza precedenti, che avrà effetti incommensurabili sul bilancio dello Stato”. Lo afferma Tonino Russo (Pd), componente della Commissione Cultura della Camera, commentando la sentenza del tribunale di Genova che condanna il Ministero a risarcire 15 lavoratori precari della scuola che avevano fatto ricorso per la loro mancata stabilizzazione.

    “È stato confermato quanto il Partito Democratico ha affermato, sin dall’inizio della Legislatura - prosegue Russo (Pd) - la mancata applicazione al comparto della scuola dei principi comunitari in tema di lavoratori a tempo determinato causa una ingiusta discriminazione, una ovvietà che oggi è stata autorevolmente sancita da un Tribunale”.

    “Il risultato delle scelte miopi della Gelmini - aggiunge il deputato Pd - è che lo Stato dovrà pagare due stipendi per avere un solo docente: uno stipendio a quello che ha insegnato, l’altro ad un precario che aveva diritto all’immissione in ruolo, ma a cui la Gelmini ha negato questo diritto con le sue improvvide scelte”.

    “La sentenza di oggi - continua Russo (Pd) - è l’ulteriore conferma dell’inadeguatezza assoluta del Ministro Gelmini e dei vertici del Ministero che la coadiuvano malconsigliandola. Vadano tutti a casa per evitare ulteriori danni alla Scuola ed all’Erario”. “Di fronte all’ennesima bocciatura delle scelte del duo Tremonti-Gelmini la maggioranza prenda atto che è necessaria una rapida inversione di tendenza. Fra le tante proposte di legge depositate dal Pd, ve ne è una – di cui l’on. Russo è primo firmatario - che, nel rispetto della normativa comunitaria prevede la stabilizzazione del personale docente e del personale Ata, e l’inserimento del personale docente nelle graduatorie ad esaurimento”.

    “Di fronte a questa ennesima condanna - dice il parlamentare democratico - è necessario evitare un costosissimo e lunghissimo contenzioso, è conveniente, ragionevole e legittimo riconoscere i diritti acquisiti alle decine di migliaia di precari, tra docenti e personale tecnico, che garantiscono il regolare svolgimento dell’anno scolastico”.

    “La maggioranza – conclude Russo (Pd) - avanzi soluzioni vere, non continui a perseverare nella dottrina Gelmini che, con presunte furbizie, ha sempre cercato di aggirare le sentenze, le direttive e quant’altro dimostrasse l’irragionevolezza della sua politica”.
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    ANIEF. Miur condannato a 450.000 euro per mancata stabilizzazione dei precari

    Questa è la sentenza del tribunale di Genova in risposta alla richiesta di 15 precari della UIL. Entro l’anno saranno discusse le 8.000 cause intentate dall’Anief nel rispetto di quanto previsto dalla direttiva 1999/70/CE e dal decreto legislativo 368/01 e 165/2001. A rischio le casse dello Stato per risarcimenti per 500.000.000 milioni di euro, due finanziarie.

    Sono più di 200.000 i supplenti annuali tra personale docente e ata che ogni anno hanno un contratto al 30 giugno o al 31 agosto per garantire il regolare funzionamento dell’amministrazione scolastica, il 15% del personale in servizio, di cui la metà su posti vacanti e disponibili, senza alcun titolare, posti che ai sensi dell’art. 49 della legge 133/2008 devono essere esclusivamente dati in ruolo. Anief, pertanto, chiede la discussione e l’approvazione con urgenza della proposta di legge n. 3920 presentata dall’on. Russo (PD) per risolvere il contenzioso seriale ed evitare un ingente danno erariale.

    Secondo il pres. naz. Marcello Pacifico, nonostante il c.1 dell’art.1 della Legge 167/09, il c. 519 della Legge 244/07 e il c.4-bis dell’art.5 del D.L. 368/01 prevedono l’immissione in ruolo del personale docente che ha prestato servizio per tre anni consecutivi a tempo determinato presso la PA, e risultano vacanti e disponibili 108.000 posti per il personale docente e ata, ancora ad oggi il tasso di precarietà per il funzionamento ordinario della scuola si attesta al 15% con grave pregiudizio dell’efficienza del servizio erogato. Sebbene diversi posti siano vacanti e disponibili, ai sensi dell’art.4 della Legge 124/99 e dell’art.1 del D.M. 430/00, e debbano essere assegnati per la prima volta in supplenza annuale, ovvero al 31 Agosto, in realtà, più di 20.000 cattedre sono assegnate illegittimamente al 30 giugno. Mentre l’art.53 della Legge 312/80 prevede gli scatti biennali di anzianità per il personale precario, ancora per gli anni precedenti è stato negato tale diritto.

    Sono, comunque, più di 20.000 i ricorrenti che si sono rivolti alle diverse organizzazioni sindacali per richiedere il rispetto della normativa comunitaria e della normativa nazionale. Ora i giudici sanzionano per la prima volta pesantemente il ministero per la violazione di norme imperative. Ma il risarcimento non è tutto, dovendo l’Amministrazione Pubblica effettuare una ricostruzione di carriera corretta in termini retributivi e contributivi. In tale senso si è pronunciato (sentenza 699 del 25 gennaio) il tribunale di Siena e più di recente (14 marzo 2011) il giudice del lavoro del tribunale di Livorno: la reiterazione dei contratti a termine segnano in termini negativi la qualità della vita dei lavoratori provocando un danno che l’Amministrazione deve risarcire (art.36 comma5 D.lgs 165/2001). E’ evidente che dall’istituire illegittimamente contratti a termine reiterati, la P.A. non potrà più ricavare risparmi, ed anzi dilaterà la spesa gravandola dei risarcimenti e delle spese di giudizio in un numero di casi che diventerà esponenziale. Quindi i precari con tre anni di servizio devono essere stabilizzati. Recentemente ancora una volta la Corte di giustizia europea ha confermato la parità di diritti tra personale precario e di ruolo. Nel frattempo, gli uffici del Miur sono nel caos a seguito delle migliaia di lettere interruttive giunte contestualmente alle richieste di accesso agli atti, a cui spesso gli ambiti territoriali rispondono in maniera elusiva o poco chiara. Dopo la sentenza del tribunale di Viterbo, infine, che riteneva la giurisprudenza comunitaria non applicabile al personale precario della scuola, la Corte Europea con Sentenza del 22/12/2010, nelle cause riunite C-444/09 e C-456/09, fa chiarezza e ribadisce il divieto di discriminazione tra lavoratori di ruolo e lavoratori con contratto a tempo determinato, nell’attribuzione degli scatti di anzianità. In un’altra sentenza della corte europea i giudici hanno ripreso i temi sviluppati dall’avvocatura dello Stato italiano, in materia “A tale proposito, nelle sue osservazioni scritte il governo italiano ha sottolineato, in particolare, che l’art. 5 del d. lgs. n. 368/2001, quale modificato nel 2007, al fine di evitare il ricorso abusivo ai contratti di lavoro a tempo determinato nel settore pubblico, ha aggiunto una durata massima oltre la quale il contratto di lavoro è ritenuto concluso a tempo indeterminato e ha introdotto, a favore del lavoratore che ha prestato lavoro per un periodo superiore a sei mesi, un diritto di priorità nelle assunzioni a tempo indeterminato. Inoltre, l’art. 36, quinto comma, del d.lgs. n. 165/2001, come modificato nel 2008, prevedrebbe, oltre al diritto del lavoratore interessato al risarcimento del danno subìto a causa della violazione di norme imperative e all’obbligo del datore di lavoro responsabile di restituire all’amministrazione le somme versate a tale titolo quando la violazione sia dolosa o derivi da colpa grave, l’impossibilità del rinnovo dell’incarico dirigenziale del responsabile, nonché la presa in considerazione di detta violazione in sede di valutazione del suo operato.”

    La proposta di legge
    XVI LEGISLATURA

    CAMERA DEI DEPUTATI

    PROPOSTA DI LEGGE
    d'iniziativa dei deputati RUSSO ANTONINO,

    DISPOSIZIONI GENERALI SUI PROCEDIMENTI PER L’ADEMPIMENTO DEGLI OBBLIGHI COMUNITARI NELL’AMMINISTRAZIONE SCOLASTICA



    Onorevoli colleghi,
    la situazione della precarietà nella scuola italiana è drammatica, mette a rischio la continuità didattica, l’attività ordinaria di insegnamento e di formazione garantita dallo Stato ai cittadini, grazie al persistente utilizzo di personale specializzato a tempo determinato.
    L’accordo quadro comunitario in materia di diritto al lavoro, introdotto dalla direttiva 1999/70/CE, vieta a ogni Stato membro di predisporre iniziative legislative finalizzate a realizzare disparità di trattamento tra personale a tempo determinato. Le sentenze della Corte di Giustizia Europea del 4 luglio 2006 su procedimento C. 212/04, del 7 settembre 2006 su procedimento C. 53/04, del 134 settembre 2007 su procedimento C. 307/2005 confermano tale indirizzo che, in verità, è stato recepito nel nostro ordinamento dal Decreto Legislativo 6 settembre 2001, n. 368, ma, purtroppo, mai attuato nel comparto della scuola, a differenza di quanto previsto dalla legge 26 dicembre 2006, n. 296 e dalla legge 24 dicembre 2007 n. 244, per altri comparti della pubblica amministrazione.
    Decine di migliaia di precari tra docenti e personale tecnico, all’inizio di ogni anno scolastico, garantiscono, come supplenti, l’avvio dell’anno scolastico nelle scuole. Migliaia di docenti hanno conseguito l’abilitazione in Italia con corsi organizzati dalle Università a numero chiuso, ma continuano a rimanere fuori dalle graduatorie ad esaurimento, mentre i loro colleghi abilitati all’estero ne sono inseriti a pieno titolo.
    La norma stabilisce alcuni criteri per la stabilizzazione del personale docente e del personale Ata, e per l’inserimento di personale docente nelle graduatorie ad esaurimento nel rispetto della normativa comunitaria.
    Per quanto riguarda il personale docente e Ata della scuola che ha superato un concorso per titoli ed esami, si tratta di personale inserito nelle graduatorie provinciali ad esaurimento previste dall’articolo 1, comma 605, lettera c), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni, o nelle graduatorie permanenti di cui all'articolo 554 del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado, di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297.

    Articolo 1
    (Disposizioni generali sui procedimenti per l’adempimento degli obblighi comunitari nell’amministrazione scolastica)
    1. Entro l’anno scolastico 2012-2013, al fine di dare attuazione nell’amministrazione scolastica a quanto disposto dalla direttiva comunitaria 1999/70/CE, e recepito nel nostro ordinamento dal decreto legislativo n. 368/01, e al fine di dare adeguata soluzione al fenomeno del precariato storico nel settore dell’istruzione e di evitarne la ricostituzione, di stabilizzare e rendere più funzionali gli assetti scolastici, di attivare azioni tese ad abbassare l’età media del personale docente, a domanda, è stabilizzato il personale scolastico in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, anche non continuativi, o che consegua tale requisito in virtù di contratti stipulati anteriormente alla data del 31 agosto 2010 o che sia stato in servizio per almeno tre anni, anche non continuativi, nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della presente legge, che ne faccia istanza, purché sia stato assunto mediante procedure selettive di natura concorsuale o previste da norme di legge. Le assunzioni di cui al presente comma sono autorizzate secondo le modalità di cui all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni.
    2. Considerata la normativa comunitaria di cui alle direttive 2005/36/CE e 2006/100/CE, attuata con decreto legislativo 9 Novembre 2007, n. 206 e quanto previsto dall’art. 5-bis della legge 30 ottobre 2008, n. 169, nei termini e nelle modalità fissati con Decreto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, da adottare entro il 30 aprile 2011, possono inserirsi, a domanda, con riserva nelle graduatorie ad esaurimento disposte per il biennio 2011/2013, ai sensi dell’articolo 1, commi 605, lettera c), e 607, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni, i docenti che hanno frequentato i corsi biennali abilitanti di secondo livello ad indirizzo didattico (COBASLID, ABA), il secondo e il terzo corso biennale di secondo livello finalizzato alla formazione dei docenti di educazione musicale delle classi di concorso 31/A e 32/A e di strumento musicale nella scuola media della classe di concorso 77/A, attivati nell’anno accademico 2008/2009 e 2009/2010, e coloro che si sono iscritti negli anni accademici 2008/2009, 2009/2010, 2010/2011 al corso di laurea in scienze della formazione primaria e ai corsi quadriennali di didattica della musica, e i docenti che sono in possesso di un’abilitazione conseguita in Italia. La riserva è sciolta all’atto del conseguimento dell’abilitazione entro il 30 giugno del relativo anno accademico corrispondente, secondo modalità stabilite con Decreto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e i docenti sono collocati nelle graduatorie nella posizione spettante in base ai punteggi attribuiti ai titoli posseduti.

    Articolo 2
    (Copertura finanziaria)
    1. Le risorse previste dal comma 14 dell’articolo 8 di cui alla legge 30 luglio 2010 n. 122, sono destinate al finanziamento di un piano straordinario di assunzioni per l’attuazione della presente legge, da autorizzare con Decreto a firma del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, del Ministro della Funzione Pubblica, del Ministro dell’Economia e delle Finanze e del Ministro del Lavoro.

    Il comunicato dell’on. Russo
    SCUOLA, CONDANNA MINISTERO, RUSSO (PD): “CON GELMINI RECORD DI
    CONDANNE: PAGHEREMO DUE STIPENDI PER UN INSEGNANTE”

    “Il ministero dell’Istruzione continua a collezionare pesanti condanne, un record senza precedenti, che avrà effetti incommensurabili sul bilancio dello Stato”. Lo afferma Tonino Russo (Pd), componente della Commissione Cultura della Camera, commentando la sentenza del tribunale di Genova che condanna il Ministero a risarcire 15 lavoratori precari della scuola che avevano fatto ricorso per la loro mancata stabilizzazione.
    “È stato confermato quanto il Partito Democratico ha affermato, sin dall’inizio della Legislatura - prosegue Russo (Pd) - la mancata applicazione al comparto della scuola dei principi comunitari in tema di lavoratori a tempo determinato causa una ingiusta discriminazione, una ovvietà che oggi è stata autorevolmente sancita da un Tribunale”.
    “Il risultato delle scelte miopi della Gelmini - aggiunge il deputato Pd - è che lo Stato dovrà pagare due stipendi per avere un solo
    docente: uno stipendio a quello che ha insegnato, l’altro ad un precario che aveva diritto all’immissione in ruolo, ma a cui la Gelmini ha negato questo diritto con le sue improvvide scelte”.
    “La sentenza di oggi - continua Russo (Pd) - è l’ulteriore conferma dell’inadeguatezza assoluta del Ministro Gelmini e dei vertici del Ministero che la coadiuvano malconsigliandola. Vadano tutti a casa per evitare ulteriori danni alla Scuola ed all’Erario”.
    “Di fronte all’ennesima bocciatura delle scelte del duo Tremonti-Gelmini la maggioranza prenda atto che è necessaria una rapida inversione di tendenza. Fra le tante proposte di legge depositate dal Pd, ve ne è una – di cui l’on. Russo è primo firmatario
    - che, nel rispetto della normativa comunitaria prevede la stabilizzazione del personale docente e del personale Ata, e l’inserimento del personale docente nelle graduatorie ad esaurimento”.
    “Di fronte a questa ennesima condanna - dice il parlamentare democratico - è necessario evitare un costosissimo e lunghissimo contenzioso, è conveniente, ragionevole e legittimo riconoscere i diritti acquisiti alle decine di migliaia di precari, tra docenti e personale tecnico, che garantiscono il regolare svolgimento dell’anno scolastico”.
    “La maggioranza – conclude Russo (Pd) - avanzi soluzioni vere, non continui a perseverare nella dottrina Gelmini che, con presunte furbizie, ha sempre cercato di aggirare le sentenze, le direttive e quant’altro dimostrasse l’irragionevolezza della sua politica”.

    Fonte: Orizzonte Scuola (26 marzo 2011)

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    Sentenza risarcimento a docenti precari. MIUR ricorrerà in appello, rischio default da 4miliardi

    Continua la politica procastinatrice e attendista del Ministero, un modo come un altro per non affrontare i problemi. Dopo il pasticcio delle code si prospetta un disastro. L'unica soluzione sono le immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti.

    La senteza del tribunale di Genova non sarà che la prima delle sentenze che rischia di mettere in ginocchio il Ministero, far saltare dai gangheri Tremonti, annullare gli effetti della "razionalizzazione" e pesare sui conti pubblici.

    La causa è la mancata assunzione per i precari che hanno avuto reiterato il contratto per tre anni, in violazione di una direttiva comunitaria. Una violazione che potrebbe costare circa 4miliardi di euro se le prossime sentenze confermeranno quanto assegnato ad un gruppo di ricorrenti precari seguiti dalla UIL.

    Infatti, i 15 precari ricorrenti che hanno ottenuto soddisfazione dal tribunale di Genova hanno visto riconoscersi un danno di 30mila euro a testa, corrispondenti a 15 mensilità con arretrati, dal momento che è stato riconosciuto gli stessi diritti economici del personale di ruolo.

    Quanti sono i precari interessati? Tanti, 140mila. Fate voi due conti. Forse il Ministro dovrebbe ricredersi quando afferma che dalla scuola non è stato licenziato nessuno; non solo ciò non è vero, ma non si poteva farlo per più di tre volte.

    Il MIUR, intanto, per voce del Dirigente Chiappetta, dichiara dalle pagine del Sole24Ore che l'intenzione è di ricorrere in appello, forse uno "stratagemma" per prendere tempo al fine di elaborare una soluzione normativa. Staremo a vedere.

    Le soluzioni migliori ci paiono invece quelle fino ad ora suggerite dai sindacati, dalla UIL stessa che insiste nel proporre immissioni in ruolo sui posti vacanti in organico di diritto e organico funzionale e contratti pluriennali;

    E della CISL che rinnova per l’ennesima volta al ministro e al Governo l'invito a coprire con personale di ruolo tutti i posti vacanti e disponibili.

    L'unica soluzione sono le immissioni in ruolo.

    Fonte: Orizzonte Scuola (28 marzo 2011)

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    Risarcimento danni ai precari licenziati, leggina salva MIUR impraticabile

    La volontà del Ministero di aggirare le sentenze che assegna ai precari storici un risarcimento di 80mila euro per aver violato le direttive europee sulla gestione del precariato, sembra abbia un fondamento veritiero. Ma è una via praticabile?

    A rispondere ci ha pensato l'avvocato Massimo Pistilli dalle pagine del quotidiano "ll Secolo XIX", secondo cui "Non ci sono margini per il Minstero dell'Istruzione: impossibile applicare anche una nuova legge per sfuggire alla sentenza genovese [...] La normativa europea ha valore costituzionale; nessuna legge può andargli contro".

    Vedi anche:
    Sentenza risarcimento a docenti precari. MIUR ricorrerà in appello, rischio default da 4miliardi
    MIUR condannato a risarcimento 450.000 euro per mancata stabilizzazione 15 precari

    Fonte: Orizzonte Scuola (29 marzo 2011)

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    Stabilizzazione dei precari: le notizie buone e quelle cattive

    I ricorsi avviati negli ultimi mesi dai docenti precari potrebbero costare al ministero dai 4 ed i 6 miliardi di euro. Una cifra da capogiro, alla quale certo il ministro dell'Economia non può restare indifferente. Spunta quindi l'ipotesi (e questa è la notizia buona) di un pacchetto di assunzioni consistente, tale da abbattere alla radice il problema. Difficile invece la strada della stabilizzazione per sentenza (e questa è la notizia cattiva): è dell'8 marzo scorso la sentenza della Corte d’appello di Perugia, che stabilisce che la reiterazione degli incarichi a tempo determinato non produce titolo all’immissione in ruolo, per la quale è necessario il concorso.

    Scontato l'appello del Ministero avverso la sentenza definita "choc" di Genova per la consistenza del risarcimento ad ogni docente che aveva proposto ricorso. Ma mentre si attende per oggi l’esito di altri 450 ricorsi patrocinati dalla Uil Scuola Liguria, i numeri di cui si parla sono tali da mettere in ginocchio l'intero sistema: si stima che i docenti coinvolti in questi ricorsi siano circa 150 mila, di cui 40 mila affidati ai legali della FLC CGIL.

    Scontata la decisione di fare appello contro la sentenza, ma si tratta solo di un modo per guadagnare tempo.

    Nell'incontro di oggi al Ministero si parlerà anche di questo, i sindacati (e il Partito democratico) portano avanti la strategia delle immissioni in ruolo su tutti posti vacanti e liberi, almeno 50 mila da fonte UIL.

    La richiesta avanzata a Tremonti (valutare ogni possibile intervento sugli organici) potrebbe aprire la strada ad una proposta che fanno da tempo sia i sindacati sia il Partito democratico.

    Ma, pur restando aperta questa importante ipotesi, il Ministero ha pronta un'altra strategia, cioè legiferare in modo da ribadire la legittimità delle procedure di stabilizzazione esistenti, cioè assunzioni al 50% dalle graduatorie ad esaurimento e al 50% dalle graduatorie di merito, a seconda del canale di abilitazione. Il tutto appellandosi alla possibilità di uno Stato di discostarsi in qualche punto dall’applicazione puntuale di una direttiva purché motivi adeguatamente la sua scelta.

    Al momento facciamo il tifo affinchè il pacchetto di assunzione su tutti i posti vacanti e liberi dopo le operazioni di mobilità si concretizzino in posti di lavoro a tempo indeterminato per i precari.

    Sentenza risarcimento ai docenti precari. Miur ricorrerà in appello, rischio default da 4 miliardi

    Fonte: Orizzonte Scuola (29 marzo 2011)

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    60 mila immissioni in ruolo? Nel frattempo si attende il parere dell'avvocatura dello Stato

    Giorni in apnea per i precari, in questi giorni si deciderà molto sul loro futuro. In gioco ci sono molte variabili, compresa quella del numero delle immissioni in ruolo. Nel frattempo si attende il parere dell'avvocatura dello Stato

    Il MIUR ha infatti chiesto "consiglio" circa il comportamento da adottare relativamente alla questione pettine-coda. Difatti, in viale Trastevere si ritiene che la sentenza della Corte Costituzionale abbia abbrogato tutta la disciplina relativa al trasferimento, di conseguenza anche la possibilità di trasferimento a pettine. La richiesta è in allegato.

    Una interpretazione che circolava già dopo i primi giorni dalla sentenza e che, se l'avvocatura darà opinione favorevole, permetterà un aggiornamento dei punteggi senza trasferimento di provincia.

    Altra questione è il numero di immissioni in ruolo. Inizia già da adesso il toto-immissioni, con cifre che variano dai 50.000 posti ai 60.000 circa. L'agenzia Dire, ad esempio, parla di 30mila docenti e oltre 30mila Ata. Una cifra che avevamo ipotizzato anche noi, calcolata dai pensionamenti e al netto dei tagli.

    Allegato:
    richiesta_avvocatura_dello_stato.pdf

    Fonte: Orizzonte Scuola (30 marzo 2011)

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    Gilda Cuneo vince ancora: il Miur condannato a risarcire 73.500 € a 6 docenti precari di Alba e Bra

    Nella giornata di lunedì, 28 marzo 2011, presso il Tribunale del Lavoro di Alba, si è conclusa la prima sentenza della provincia di Cuneo per il ricorso giurisdizionale, patrocinato dalla GILDA degli INSEGNANTI di Cuneo, e condotto dal legale Avv. Maria Grazia Galliano dello studio Galliano-Rosso di Alba, a favore dei Docenti precari che da anni lavorano nel mondo della scuola. Il ricorso riguarda 6 docenti, appartenenti al gruppo dei “precari storici” che lavorano in scuole duperiori si Alba e Bra.

    Il Giudice del Tribunale di Alba, aveva già dichiarato l’illegittimità del comportamento del Ministero dell’Istruzione, nel continuare ad assumere per più anni lo stesso Docente senza che il rapporto di lavoro si trasformi da Tempo Determinato a Tempo Indeterminato, e nel discriminare il lavoro a tempo determinato, non consentendo ai docenti né la regolare progressione stipendiale né – nella maggior parte dei casi – la copertura economica dei mesi di luglio e agosto di ciascun anno.

    L’udienza di ieri pertanto, avevo il solo scopo di definire la cifra che il Ministero avrebbe dovuto corrispondere ai singoli ricorrenti a titolo di risarcimento danni.

    Si tratta di una cifra complessiva pari a 66.206,96 € che, aggiunte alle spese legali di 7.384,38 € - che il giudice ha posto totalmente a carico del Ministero - danno una somma di denaro abbastanza cospicua che il MIUR dovrà versare ai ricorrenti.

    Consideriamo poi che questa sentenza riguarda solo i primi 6 ricorrenti a fronte di un centinaio di precari che si sono rivolti alla Gilda degli Insegnanti di Cuneo, il che rende l’idea delle cifre in gioco e dovrebbe indurre il Ministero a prendere atto che le normative comunitarie impongono una politica del personale scolastico che ponga termine a tutte quelle discriminazioni contrattuali che, finora, rendevano conveniente allo Stato assumere precari piuttosto che procedere alla loro stabilizzazione.

    Siamo convinti che questo tipo di sentenze contribuiscono a ribaltare questa convenienza e per questo motivo la Gilda di Cuneo, oltre ad esprimere grande soddisfazione per il risultato ottenuto a livello locale, è contenta di aver dato un contributo ad una soluzione più generale che possa portare nel più breve tempo possibile all’assunzione a tempo indeterminato di tutti quei docenti precari che da anni contribuiscono al regolare svolgimento di tutte le attività scolastiche.

    Coordinatore provinciale
    Antonio Antonazzo

    Fonte: Comunicato Gilda Cuneo (30 marzo 2011)

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    Gelmini perde anche sul sostegno

    Altra tegola sul capo del Ministero, condannato per "eccesso di potere" per aver tagliato il sostegno a 60 bambini disabili e un totale di 2130 ore mensili.

    In Puglia, il Tar ha condannato il Ministero poichè ha ritenuto i tagli alle ore dei bambini disabili come "violazione e falsa applicazione di legge, eccesso di potere per ingiustizia manifesta, disparità di trattamneto, violazione della normativa comunitaria e internazionale": quanto recita la sentenza.

    Fonte: Orizzonte Scuola (30 marzo 2011)

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    Sentenze risarcitorie, il piano del MIUR che non è un piano. 60mila immissioni sì, ma in 4 anni

    Eravamo già a festeggiare con le migliaia di precari storici che da anni vedono scadere il proprio contratto il 31 agosto per poi essere riassunti, con nuovo contratto, il 1 settembre, che abbiamo dovuto mettere in frigo nuovamente le bottiglie di spumantino. Prima ascoltando l'On. Aprea su Radio Anch'io e Class Action, poi leggendo un articolo del "Corriere della Sera" che parla di 65.000 assunzioni in 4-5 anni come intervento "straordinario" per risolvere il problema delle sentenze risarcitorie.

    Intanto l'On. Aprea, che ieri, credo, abbia dato davvero una buona notizia ai collaboratori scolastici durante la trasmissione "Radio Anch'io" del Sole 24 ore, affermando che la situazione dei 40.000 ATA, che potenzialmente sono interessati al contenzioso, non lascia dubbi "in questo caso la giurisprudenza è stata netta, in ottemperanza alla direttiva europea per la stabilizzazione dei precari che impegna gli stati nazionali europei a stabilizzare nell'impiego pubblico e privato lavoratori che abbiano lavorato per più di tre anni. Sul personale ata non ci sono stati dubbi perchè i posti sono effettivamente vacanti, disponibili." Bene.

    Di diverso avviso, l'Aprea, è invece per quanto riguarda la situazione dei docenti, infatti, citiamo testualmente: "in riferimento al grande numero del precariato docente la giurisprudenza è molto più oscillante, dà ragione al Ministero e dà ragione ai ricorrenti, proprio perchè non c'è la stessa chiarezza rispetto alla disponibilità dei posti. Questo è fin qui la situazione delle sentenze"

    Se ciò si può dir vero per quanto riguarda l'immissione in ruolo, non ci pare possa esserlo per quanto riguarda la richiesta di risarcimento. Non ci risulta ci siano sentenze contrarie al risarcimento, ma solo all'assunzione in ruolo. Nel frattempo ricevevamo il comunicato della Gilda Cuneo che titolava "Il Miur condannato a risarcire 73.500 € a 6 docenti precari di Alba e Bra".

    Qui sta il nodo e la salute delle coronarie di Tremonti. Infatti, sottovalutare la questione può costar caro, circa 3miliardi di euro, se è vero che i docenti interessati al risarcimento sono circa 65mila.

    Da qui il piano straordinario che, secondo quanto riferito dal Corriere della Sera consisterebbe nell'assunzione di 65mila tra docenti ed ATA entro il 2015. Un piano che non è un piano, scusate il gioco di parole, dal momento che, secondo i calcoli fatti dal sito Tuttoscuola.com, "negli ultimi tre anni vi è stata questa successione di nomine in ruolo: 25mila docenti e 7mila Ata nel 2008/09 per un totale di 32 mila assunzioni; 8mila docenti e 8mila Ata nel 2009-10 per un totale di 16 mila assunzioni; 10mila docenti e 6.500 Ata nel 2010-11 per un totale di 16.500 assunzioni. La media annua dell’ultimo biennio è stata di 16.250 nomine, pari, cioè, alla previsione media di cui si parla per i prossimi anni."

    Calcoli alla mano non vediamo nulla di straordinario in questo piano, dal momento che, già quest'anno, si ipotizzava, sono disponibili 30.000 posti vacanti.

    Fonte: Orizzonte Scuola (31 marzo 2011)

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    Il ministro che non rispetta le leggi

    Un'interrogazione dei deputati PD chiede al ministro Gelmini di procedere ad un piano straordinario di immissioni in ruolo e di bloccare la terza tranche dei tagli dei posti in organico. L'alternativa? Una marea di cause di lavoro dei docenti precari e oneri miliardari per lo Stato

    Che la Gelmini sbagli, che il governo tutto sbagli, ora arrivano a certificarlo anche i giudici e la sentenza del tribunale del lavoro di Genova dello scorso 25 marzo, che ha condannato il Ministero dell'istruzione a risarcire quindici lavoratori con contratto a tempo determinato, è una sorta di bomba a orologeria per il ministro peggiore (insieme a Letizia Moratti) della storia repubblicana del nostro Paese.

    I magistrati liguri, infatti, hanno riconosciuto la possibilità della ricostruzione di carriera, l'illegittimità dei contratti a termine e i danni derivanti dalla mancata nomina a tempo indeterminato con la previsione per ciascuno dei quindici ricorrenti di un risarcimento di circa 30 mila euro. Complessivamente il costo del risarcimento a carico dell'erario ammonta a circa 500 mila euro.

    I deputati Pd Manuela Ghizzoni, Ventura, Maria Coscia, Rosa De Pasquale, Caterina Pes, Antonino Russo, Alessandra Siragusa e Luigi Nicolais, in una interrogazione rivolta a Gelmini, scrivono che la decisione del tribunale di Genova si fonda sul mancato rispetto da parte del Ministero della direttiva dell'Unione europea 1999/70/CE che prevede che un contratto a tempo determinato possa essere prorogato non più di una volta, che la durata totale di uno o più contratti a tempo determinato non possa superare i tre anni e che uno o più contratti di durata superiore ai tre anni siano considerati contratti a durata indeterminata. E gli insegnanti precari liguri che hanno vinto davanti al tribunale del Lavoro, avevano contrati a tempo determinato reiterati da tre a dieci anni.

    Nell'interrogazione si legge anche che "nell'anno scolastico 2010-2011 risultano in servizio a tempo determinato 113.348 docenti, di cui 89.931 con contratto fino al termine delle lezioni, e 51.402 unità di personale amministrativo, tecnico e ausiliario" e se la sentenza del tribunale del Lavoro fosse estesa a tutto il personale della scuola a tempo determinato che volesse intraprendere analoghe azioni legali, per lo Stato l'onere potrebbe aggirarsi tra i 4 e i 6 miliardi di euro.

    Si può lavorare per scongiurare questa costosissima eventualità? Nei giorni scorsi Francesca Puglisi, responsabile Scuola del PD, aveva invitato il governo ad accoglierre subito la proposta del Partito Democratico di assunzione degli insegnanti precari, come già previsto dal governo Prodi, con una operazione a costo quasi zero per le casse dello Stato.
    I deputati del Pd nell'interrogazione impostano questo ragionamento: "nei prossimi tre anni andranno in pensione all'incirca 70.000 docenti con una fascia retributiva media di 28/35 anni di servizio. Il costo di tale personale in ruolo è pari a circa tre miliardi di euro: se le cattedre lasciate libere venissero coperte con l'assunzione di personale attualmente occupato con contratti a tempo determinato (e venisse loro ricostruita la carriera), lo Stato sosterrebbe un costo stimato di 2 miliardi e mezzo di euro, con un risparmio di circa 500 milioni di euro".

    Inoltre, proseguono i parlamentari democratici, "un piano straordinario di immissione in ruolo non avrebbe solo un vantaggio economico e di tutela dei docenti che da anni assolvono, pur in una condizione di precariato, al delicato compito dell'insegnamento e dei servizi ausiliari e di segreteria, ma consentirebbe soprattutto di garantire agli alunni quella continuità didattica indispensabile per il miglioramento dei livelli di apprendimento e per l'innalzamento della qualità del sistema di istruzione. In tale senso era stato predisposto il piano triennale di assunzioni, previsto dal Governo Prodi nella legge finanziaria per il 2007, che disponeva l'immissione in ruolo di 150.000 docenti e 20.000 unità di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, prefigurando l'esaurimento - di fatto - delle graduatorie ad esaurimento".

    Ecco perché il PD chiede al ministro Gelmini di procedere ad un piano straordinario di immissioni in ruolo e di bloccare la terza tranche dei tagli dei posti in organico, ennesima iattura per la scuola pubblica.

    Fonte: Partito Democratico (31 marzo 2011)

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    "Accelerare le immissioni in ruolo"

    Le parole della Gelmini ad una interrogazione parlamentare presentata dal Partito Democratico a seguito delle sentenze risarcitorie per i precari della scuola.
    "Credo che responsabilmente, insieme con il sindacato e con tutte le forze politiche presenti in questo Palamento - ha risposto all'interrogazione il Ministro - dovremo certamente accelerare le immissioni in ruolo possibili".
    A tal fine, e qui sta la notizia, continua la Gelmini "anticiperemo il numero delle assunzioni che saremo in grado di fare per il prossimo anno".

    Fonte: Orizzonte Scuola (01 aprile 2011)

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    Precariato, arriva un'altra sentenza che ordina al MIUR l'immissione in ruolo

    L'Avv. Vito Bonanno ci comunica che una sua assistita ha ottenuto dal tribunale l'immissione in ruolo dopo tre anni di contratto a tempo determinato. Intanto al Ministero si pensa ad un blitz legislativo.

    Una insegnante precaria di scuola elementare inserita da 7 anni nella graduatoria permanente della provincia di Siena, titolare di contratti annuali su posto vacante nell'organico di diritto, ha avanzato una causa al MIUR avente ad oggetto la nullità del termine per contrasto con la direttiva comunitaria 1999/70/CE, nonchè la trasformazione dei rapporti precari in un contratto a tempo indeterminato ed immissione in ruolo, e la condanna del Miur alla ricostruzione della carriera, con attribuzione delle posizioni stipendiali e degli scatti in base all'anzianità maturata.

    "Il Tribunale di Siena, - secondo quanto ci comunica l'Avv. Bonanno - con sentenza del 1.4.2011 ( giudice dott. Delio Cammarosano) ha accolto la domanda, ha dichiarato nullo il termine di durata apposto ai contratti, ha condannato il Miur ad immettere in ruolo la ricorrente, nonchè a pagare le differenze retributive fin dal 2005 previa ricostruzione della carriera; al fine di calcolare esattamente le somme dovute è stato nominato un un consulente che il 16 maggio prossimo dovrà fare i conteggi".

    Quindi, non solo risarcimento danni, ma anche immissione in ruolo del docente precario con tre contratti a TD . Una sentenza che farà discutere e che smentisce la teoria secondo cui per i docenti l'ordine di immissione in ruolo da parte dei giudici non è possibile per l'assoluta "volatilità" degli organici.

    Da canto suo il MIUR sta già pensando ad una contromisura. Un vero e proprio blitz, come lo definisce il Sole 24 ore del primo aprile a pagina 32. Infatti, leggiamo della volontà di erigere uno "scudo" ai ricorsi dei precari, attraverso un emendamento alla "legge comunitaria" che i tecnici dell'Istruzione potrebbero formalizzare quanto prima.

    I contenuti di questo emendamento non sono noti, probabilmente è stato ancora definito il canale. Di certo è che i tecnici dovranno stare molto attenti al testo da proporre, onde evitare le conseguenze di infrazione della direttiva europea che potrebbe costare più dei risarcimenti ai precari.

    Fonte: Orizzonte Scuola (04 aprile 2011)

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    Scuola. I modelli e gli indirizzi del ricorso dei precari per essere assunti a tempo indeterminato

    I docenti della scuola assunti per almeno tre anni a tempo determinato su posti della scuola vacanti, possono chiedere ed ottenere l’assunzione a tempo indeterminato. Ma devono farlo entro il 23 gennaio di questo mese per effetto della legge 183/2010 che ha abbassato notevolmente i tempi per poter impugnare l’atto contrattuale e bloccare la prescrizione fino al mese di settembre.
    In precedenza era possibile ricorrere anche a distanza di diversi anni, adesso è necessaria subito manifestare la volontà nel ricorrere, ma entro un periodo stabilito (60 giorni).
    Ecco così che i precari della scuola in possesso dei requisiti (almeno tre supplenze conferite dagli ex Provveditorati, per un periodo di almeno 36 mesi nel quinquennio) stanno impugnando l’atto, riservandosi successivamente di procedere in via giudiziale, così come riconosciuto dalla legge e successive circolari esplicative.
    Un precedente per quanto riguarda l’assunzione c’è stato lo scorso mese di ottobre in provincia di Siena, dove un giudice del lavoro ha dato ragione ad un insegnante precario che reclamava l’assunzione sul suo posto di lavoro vacante, in base alla direttiva europea 70/99 e nel rispetto della legge 124/99.
    Il governo ha voluto congelare le vertenze con la legge 183 dello scorso 2010, riducendo sensibilmente i tempi per la prescrizione passati a soli 60 giorni. Ha altresì stabilito che, in deroga, è’ possibile impugnare l’ultimo contratto e chiedere l’assunzione. In tal caso i termini per la prescrizione slittano al mese di settembre 2011.
    Impugnare l’atto contrattuale da parte del docente entro il 23 gennaio, non significa quindi ricorrere al giudice del lavoro, ma riservarsi la possibilità di farlo successivamente; anche alla luce delle imminenti scadenze riguardanti le modalità di arruolamento (graduatorie permanenti) di prossima emanazione.

    L’impugnativa va indirizzata al Ministro dell’Istruzione dell’università e della Ricerca Viale Trastevere, 76/A 00153 ROMA, e agli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali di pertinenza.
    Può essere spedita anche tramite posta elettronica certificata all’indirizzo [email protected] gli indirizzi dell’USR (Ufficio Scolastico Regionale) e dell’USP (Ufficio Scolastico Provinciale) possono essere reperiti facilmente sui rispettivi siti.

    Per scaricare il FAC Simile del modello di impugnativa CLICCA QUI (versione PDF).

    Fonte: Caserta 24ore (15 gennaio 2011)

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    PRECARI SCUOLA/ Il Fatto Quotidiano: Il Tribunale ordina di risarcire 15 docenti

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    PRECARI SCUOLA – Precari della scuola, il Tribunale di Genova prevede 500mila euro di risarcimento per 15 insegnanti. Lo scrive Caterina Perniconi su Il Fatto Quotidiano, rivelando che i magistrati hanno deciso che a ciascuno dei professori che avevano fatto ricorso spettassero 30mila euro. Estendendo così anche ai precari della scuola una regola che finora era applicata solo alle aziende private, secondo cui chi lavora per tre anni di seguito con dei contratti a termine, alla fine deve essere assunto. Per i magistrati se il ricorso al precario della scuola è ripetuto nel tempo, non è una necessità temporanea ma stabile. La scuola di conseguenza si trova in una situazione di utilizzo illegale del contratto a termine.

    I posti vacanti che il ministero dell’Istruzione potrebbe assegnare ai precari della scuola sono oltre 10mila, mentre le supplenze annuali ammontano a 120mila. La sentenza va a correggere il divario tra quanto previsto dalla normativa europea sulle assunzioni a tempo determinato e quella italiana che non prevede per i precari della scuola gli stessi diritti dei dipendenti privati. Il segretario della Flc Cgil, Mimmo Pantaleo, ha dichiarato al Fatto quotidiano: «E’ una sentenza molto importante. Dopo il collegato lavoro abbiamo presentato oltre 40mila ricorsi come questi, sia sul versante dell’immissione in ruolo che per il riconoscimento delle carriere dei precari della scuola. Stiamo richiedendo da mesi un incontro al ministero per risolvere il problema dei precari della scuola senza ricorrere al giudice».

    Sempre per Pantaleo, «serve la volontà politica di parlare dei precari della scuola e dei loro problemi per risolverli. Non stiamo chiedendo una sanatoria, ma la copertura dei posti vacanti, lo sblocco del turnover con la sostituzione di 27mila insegnanti che vanno in pensione e il cambio dei meccanismi di reclutamento». La proposta della Cgil è quella di trasformare il meccanismo esistente nella scuola, dove c’è un organico di diritto (gli assunti) e uno di fatto (conteggiando anche i precari) in un organico funzionale, stabile per almeno tre o quattro anni.

    Fonte: Il sussidiario.net (27 marzo 2011)

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    Migliaia di insegnanti precari ricorrono al giudice
    Dopo la sentenza di Genova che ha assegnato la cattedra di ruolo a 15 docenti con tre contratti annuali consecutivi. Ad avere già impugnato il contratto di lavoro, premessa del ricorso verso e proprio per ottenere l’assunzione a tempo indeterminato, sono infatti, ad oggi, 2.207, di cui 400 a Firenze

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    IN ITALIA (ultime stime del ministero) sono almeno 65 mila, e se tutti quanti decidessero di presentare ricorso per lo Stato sarebbe una stangata. Di cui c’è stato un «assaggio» pochi giorni fa, quando il Tribunale del lavoro di Genova ha riconosciuto a 15 insegnanti di scuola precari con almeno tre contratti annuali consecutivi l’illegittimità del contratto a termine, la ricostruzione della carriera, cioè gli stessi diritti economici degli insegnanti a tempo indeterminato, nonché il riconoscimento di 15 mensilità come risarcimento danni per la mancata immissione in ruolo. E mentre il ministero sta cercando di arginare la marea di ricorsi che si prevede seguiranno «per imitazione», si scopre che il contributo toscano all’esercito dei precari (docenti e personale Ata, cioè custodi e bidelli) con contratti scaduti fra giugno e agosto 2010, pronti a portare lo Stato in tribunale è addirittura gigantesco.

    Ad avere già impugnato il contratto di lavoro, premessa del ricorso verso e proprio per ottenere l’assunzione a tempo indeterminato, sono infatti, ad oggi, 2.207 (di cui 400 a Firenze, 320 sia a Siena che a Prato, 230 ad Arezzo, 200 sia Grosseto che a Livorno, 172 a Lucca, 160 a Pistoia, 120 a Massa, 85 a Pisa) assistiti dalla Cgil, più altri 4-5 mila seguiti dal Codacons, cui vanno aggiunti il migliaio che si sono rivolti a Gilda e i circa 650 della Uil, e non si sa quanti altri che hanno fatto ricorso per conto proprio. Ad oggi, perché fra poco ci sarà anche la mandata di quelli che completeranno i tre anni continuativi di contratto a giugno.
    «Una vera operazione di massa» osserva il segretario provinciale della Flc Cgil Alessandro Rapezzi, sottolineando come l’assistenza del sindacato rivesta «un chiaro valore politico»: «A nessuno fa piacere andare in tribunale, l’operazione serve per premere sul governo perché risolva alla radice un problema non più rinviabile». E che il governo stia prendendo sul serio la mobilitazione lo dimostrano i calcoli che il ministero, dopo la sentenza di Genova, si è affrettato a fare sui posti vacanti, cioè sulle cattedre annuali (scoperte causa aspettative, maternità, malattie, spezzoni non componibili di orari) e i posti Ata, fin qui assegnati dai Provveditorati con contratti a termine anziché a tempo indeterminato, da poter mettere a disposizione dei potenziali «ricorrenti» per sventare la loro iniziativa giudiziaria.

    Con quali criteri, però, è tutto da vedere, perché alle stesse cattedre (in Toscana, per l’anno scolastico 2010-11, più di 3 mila) manterrebbero il diritto di aspirare anche gli insegnanti primi in graduatoria. «Lo Stato si sta finalmente rendendo conto che gli costa molto meno l’immissione in ruolo di tutti i precari che un risarcimento di massa» osserva il segretario regionale Flc Cgil Raffaello Biancalani, «senza contare i contenziosi sulle graduatorie».

    Fonte: La Repubblica Firenze (30 marzo 2011)

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    Ringrazio il mio amico Salvatore per la segnalazione.

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    Stop alle sentenze di Siena su immissione in ruolo precari

    Doccia fredda per i precari della scuola vittime di abuso di contratti a termine. La Corte d'appello di Firenze ha sospeso gli effetti della prima sentenza del Tribunale di Siena con la quale i giudici di primo grado avevano convertito il rapporto a termine in contratto a tempo indeterminato. E' così stata accolta l'istanza del ministero.

    Si tratta di una sospensiva che sembra in linea con le indicazioni di quella Corte, che non sembra molto favorevole al principio della conversione. Interessante notare che la Corte d'Appello di Firenze ammette nell'ordinanza che si impone «un completo esame delle argomentazioni sollevate dal ministero appellante».

    Intanto però i precari incassano uno stop non gradito, proprio a ridosso della seconda sentenza dello stesso tribunale di Siena.

    La possibilità di passare di ruolo per via giudiziaria è la più impervia rispetto alle altre due istanze e cioè quella di ottenere gli scatti di anzianità e quella relativa al risarcimento dei danni.

    Il Parlamento sta preparando una norma per spiazzare i precari anche su questo fronte, ma non dovrebbero esserci dei problemi per i precari che alla data dell'entrata in vigore del testo normativo avessero già prodotto il ricorso in cancelleria.

    (www.vincenzobrancatisano.it)

    Fonte: Vincenzo Brancatisano (05 aprile 2011)

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    Un blitz anti precari ma con le armi spuntate

    Mentre i giudici condannano la Gelmini a risarcimenti shock un documento svela la debolezza delle armi ministeriali.

    Spareranno sui precari, ma spareranno a salve. I parlamentari berlusconiani stanno preparando lo sgambetto ai precari della scuola, ma le loro armi sono spuntate. Abbiamo scoperto perché, come spiegheremo più avanti. Intanto è partita all’attacco la fanteria. Pensatori ed esperti scolastici dell’ultima ora cominciano ad affollare le colonne dei giornali con toni che diventano preoccupati dopo le sentenze di molti giudici che hanno riconosciuto i diritti dei precari su vari fronti, come più volte abbiamo scritto, anche in anteprima.

    Questa gente non s’è mai preoccupata dello stato di sfruttamento del lavoro in cui versano decine di migliaia di precari storici con contratto annuale reiterato decine di volte (in tutto 150.000 docenti e 50.000 non docenti sempre anuali che garantiscono da sempre l’avvio, il decorso e la fine dell’anno scolastico) e solo oggi si dicono frastornati per il destino delle casse pubbliche dopo che hanno fatto leggi e leggine capaci di garantire a loro lauti stipendi per il loro presente e pensioni di cospicua entità per il (sempre) loro futuro.

    Il vicepresidente Pdl della Commissione Lavoro della Camera, Giuliano Cazzola, scrive sul Sussidiario: “Due sentenze della magistratura mettono nei guai la Pubblica istruzione e potrebbero dare la stura, se non fossero corrette negli altri gradi di giudizio, a un contenzioso con effetti devastanti per le finanze pubbliche”.

    Cazzola si è accorto con qualche anno di ritardo che la magistratura sta facendo giustizia dello sfruttamento dei precari della scuola e ripercorrendo le tracce della sentenza del tribunale di Genova che ha risarcito alcuni precari con un molte decine di migliaia di euro a testa (mezzo milione nel totale) e della sentenza del Tribunale di Siena che ha stabilizzato un precario dopo alcuni anni di contratti a termine ripetuti senzasoluzione di continuità. Il parlamentare berlusconiano denuncia il pericolo di una debacle delle finanze dello Stato italiano. Il giudice di Siena (ma noi aggiungiamo quello Livorno), si allarma il deputato, avrebbe “ordinato, in pratica, la stabilizzazione dei ricorrenti che avevano già compiuto (da idonei) una lunga trafila nella scuola”. E poi aggiunge: “come è sempre avvenuto a causa delle caratteristiche stesse di quel tipo di impiego”. E “c’è da sperare – insiste Cazzola – che tali sentenze siano corrette negli ulteriori gradi di giudizio, dal momento che l’orientamento assunto sembra essere in palese contrasto con le norme di legge”. Se questo non bastasse, ci sarebbe un’arma segreta. “All’occorrenza”, insiste il Cazzola “è stata predisposta una norma di natura interpretativa (si parla di un emendamento alla legge comunitaria, in aula alla Camera questa settimana)”. Da sempre, conclude il deputato, “l’organizzazione del lavoro nella scuola richiede di utilizzare personale straordinario per far fronte alle supplenze, alle sostituzioni e quant’altro”.

    Ora, a parte che la Corte d’appello di Firenze ha appena sospeso gli effetti della sentenza del Tribunale di Siena, per la gioia di Cazzola, che ancora non lo sa, quest’ultimo dovrebbe però preoccuparsi del fatto che la mancata stabilizzazione del precario dev’essere per forza controbilanciata e giustificata con un molto lauto risarcimento del medesimo lavoratore perché così impongono le norme italiane (decreti legislativi 165 e 368/2001) e quelle comunitarie.

    Non si capisce dove possa rinvenirsi l’interesse dello Stato datore di lavoro ad avere un tenersi un dipendente precario-stabile e super indennizzato invece che un dipendente di ruolo su quello stesso posto, pagato in maniera “normale”. Eppure, stanno preparando un blitz alla Camera. Il fatto è che ci avevano tentato due anni or sono inserendo nel decreto Salvaprecari del 2008 (poi diventato legge 133) una norma, poi espunta, che prevedeva che la reiterazione dei contratti nella scuola non solo non dava diritto a una stabilizzazione del precario abusato ma anche che il precario medesimo non avrebbe maturato alcuno scatto di anzianità.

    Ora tornano alla carica con ? Non sappiamo con quale faccia ma conosciamo lo strumento: “un emendamento alla legge comunitaria”, spiega il nostro. Ebbene, abbiamo scovato un parere redatto dal Servizio Studi-Dipartimento Affari Comunitari della Camera durante l'iter di formazione della legge salvaprecari. Proprio grazie a questo parere la norma ammazzadiritti è stata eliminata. Il parere, poi girato al legislatore fa riferimento alla Nota della Direzione Generale per il personale scolastico del Miur del 25 settembre 2008 secondo la quale “il rapporto di lavoro che s’instaura tra il docente supplente e l’amministrazione scolastica ha caratteristiche del tutto peculiari, tali da giustificare e da rendere necessaria una diversità di trattamento, poiché il regime specifico delle supplenze nel settore della scuola si caratterizza quale disciplina separata e speciale, nell’ambito dei rapporti di lavoro a tempo determinato, in ragione della necessità di garantire, attraverso la continuità didattica, il diritto costituzionale all’educazione, all’istruzione e allo studio (...)”. Tale diversità di trattamento, prosegue preoccupato il Servizio Studi, “troverebbe fondamento nel fatto che le supplenze sono caratterizzate sia dalla precarietà del rapporto, legata all’assenza del titolare, sia dalla mancanza di continuità, in quanto i vari periodi di servizio di supplenza attengono a diversi contratti di lavoro”.

    L'Ufficio studi ha proseguito consigliando al legislatore di soprassedere. Vi si legge: "Tuttavia la disposizione in oggetto potrebbe venirsi a trovare in contrasto con le previsioni della direttiva 1999/70/CE e con quanto statuito nella Sentenza C-307/05. Potrebbero mancare infatti “ragioni oggettive”, secondo la richiamata interpretazione che la Corte ha dato di questa nozione, tali da giustificare una differenza di trattamento tra i lavoratori a tempo determinato e i lavoratori a tempo indeterminato comparabili”.

    Inoltre, si spiega ancora, la disciplina prevista dalla norma poi espunta dall’art. 1 del decreto-legge salavaprecari “potrebbe sollevare questioni di incompatibilità” con alcune norme comunitarie che stabiliscono “un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, ivi comprese le condizioni di retribuzione”.

    E si tratta di norme comunitarie non campate per aria, come il governo appoggiato da Cazzola, ma da norme comunitarie che secondo il Servizio Studi della Camera sono state recepite nell’ordinamento nazionale con il d.lgs. 9 luglio 2003, n. 216, recante disposizioni volte all'attuazione della parità di trattamento tra le persone per quanto concerne l'occupazione e le condizioni di lavoro, indipendentemente dalla religione, dalle convinzioni personali, dagli handicap, dall'età e dall'orientamento sessuale.

    Il decreto stabilisce le misure necessarie affinché tali fattori non siano causa di discriminazione, in un'ottica che tenga conto anche del diverso impatto che le stesse forme di discriminazione possono avere su donne e uomini".

    Siamo di fronte, dunque, a un’interpretazione “autentica” del problema. Stiamo cioè dicendo che lo “stesso” Parlamento ha già interpretato la problematica in senso favorevole ai precari. In attesa di conoscere la natura dell’annunciato blitz parlamentare, ci alletiamo con una riflessione relativa a un’altra allarmata intuizione di Cazzola.

    Quest’ultimo tempo fa si era appena allarmato (ancora lui) dopo avere scoperto che la scuola conta pochi insegnanti laureati in giurisprudenza e tanti in lettere. Il problema era stavolta rappresentato dall’ignoranza degli studenti in questioni di legge e di economia. Nel commentare un’analisi condotta nel 2009 dalla Fondazione Agnelli sugli insegnanti appena assunti a tempo indeterminato, Cazzola ha scritto che solo il 2,9 per cento del campione usato dalla Fondazione nella sua analisi è laureato in giurisprudenza, mentre ben il 42 per cento è laureato in lettere!

    Ci limitiamo a riportare qui quanto abbiamo scritto nel libro “Una vita da supplente” e cioè che “la proporzione denunciata è invece ovvia, giacché corrisponde alla proporzione usata dal ministero per la scelta delle discipline da premiare con l’immissione in ruolo”. Se sul totale degli immessi in ruolo solo il 2,9 è laureato in giurisprudenza è perché si è scelto ancora una volta di mantenere nel precariato pluridecennale gli insegnanti di diritto". Una situazione che Cazzola ancora oggi desidera che continui a persistere.

    www.vincenzobrancatisano.it

    Fonte: Vincenzo Brancatisano (08 aprile 2011)

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    65.000 possibili assunzioni, CISL fornisce i dati per regione

    Sono 65.000, tra personale ATA e docenti, le assunzioni possibili per il prossimo settembre se - come da mesi stiamo chiedendo - saranno coperti con personale di ruolo tutti i posti vacanti e disponibili.

    E’ un’operazione che si può fare senza aggravio della spesa, perché il supplente che si dovrebbe comunque assumere percepirebbe lo stesso stipendio di un neo immesso in ruolo.

    Le cessazioni dal servizio prevedibili per gli anni seguenti escludono il rischio di nuove situazioni di esubero, né riteniamo possibile anche solo pensare a ulteriori tagli, dato che già oggi la scuola non è in grado di reggere quelli in atto.
    Dare stabilità al lavoro non risponde solo alle attese dei precari, ma assicura alla scuola condizioni di miglior gestione delle risorse, favorendo la continuità e la qualità della didattica.

    Si rompano dunque gli indugi e si dia finalmente concretezza ai ripetuti annunci di un piano straordinario di assunzioni: non occorrono risorse aggiuntive, si tratta solo di utilizzare al meglio quelle che comunque si dovrebbero spendere.
    Il tempo stringe anche sulla questione delle graduatorie e delle loro modalità di aggiornamento. Se si vuole che siano pronte per essere utilizzate a luglio, bisogna rapidamente risolvere le questioni tuttora aperte.

    Queste sono graduatorie che, per scelta del Legislatore nel 2006, sono state trasformate in graduatorie ad esaurimento. Noi abbiamo condiviso, allora, modalità di gestione che assicuravano un buon equilibrio fra diversi interessi, convinti che la finalità di queste graduatorie sia quella di stabilizzare progressivamente il lavoro precario laddove si svolge. Altri hanno invece preferito, dando vita ad un aspro contenzioso, alimentare tensioni e divisioni: quella che viene erroneamente presentata come guerra fra nord e sud, in realtà è una situazione che sta mettendo in concorrenza in modo generalizzato ogni provincia nei confronti di tutte le altre.

    Per quanto ci riguarda, crediamo che sia doveroso tutelate le aspettative di chi vede oggi profilarsi l’opportunità di consolidare il suo rapporto di lavoro dopo anni di precarietà e rischia invece di essere scavalcato nelle sue posizioni e nelle sue attese.

    Allegato:
    CS_PossibiliAssunzScuola2011_7apr_11.pdf (formato PDF)

    Fonte: Comunicato stampa di Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola (08 aprile 2011)

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    Gelmini pensa alle immissioni in ruolo, invece Tremonti a possibili nuovi tagli

    Una bufera. Il MIUR ha da poco presentato un piano triennale di assunzioni che prevede 64.000 posti (35mila Ata e 29mila docenti) per il solo 2011. Ma dall'Economia arrivano messaggi di tempesta che prevedono nuovi tagli.

    Partiamo dal piano triennale, anticipato da Italia Oggi giorno 12 aprile a Pg. 33 (articolo riportato anche in basso).

    Secondo quanto riportato dall'articolo citato, il piano presentato dalla Gelmini prevederebbe una tranche di immissioni per l'anno 2011-12 pari a 35mila Ata e 29mila docenti, sebbene i posti disponibili per gli insegnanti sarebbero 39mila, ma bisogna considerare gli esuberi causati dai tagli.

    Per il 2012/13 i posti disponibili sarebbero 25mila per i docenti e 7mila per bidelli e segretari. E se la tendenza dei pensionamenti sarà mantenuta, per il 2013/14 si supereranno le 100mila immissioni complessive.

    Sembrava filare tutto liscio, quando ieri, il Ministro si è sfogata con gli uomini del suo dicastero. Si tratta di un lancio di agenzia attribuito all'AGI, pubblicato su "Giornalettismo" e sulla rassegna stampa della FLCGIL.

    Oggi, infatti, Tremonti presenterà la Def, la Decisione di economia e finanza pubblica, e a quanto pare sono previsti ulteriori tagli alla scuola.

    Il Ministro Gelmini, in serata, ha incontrato i funzionari del suo dicastero e, secondo quanto riportato dai cronisti che hanno assistito si è giustamente sfogata: "domani mattina io non ci sono, dovete dirlo voi. Dite a Tremonti che io annullo le immissioni in ruolo, su questo non ci vedo".

    Secondo quanto riportato sugli articoli che vi abbiamo linkato, avrebbe assistito anche Valentina Aprea, presidente della commissione Cultura della Camera. La Gelmini avrebbe inoltre detto ai presenti "io non taglio nulla, se ne facciano una ragione. Piuttosto tagliate ai bidelli...".

    Fonte: Orizzonte Scuola (13 aprile 2011)

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    Il piano prospettato dall'Istruzione all'Economia. Braccio di ferro sui tempi di immissionePrecari, ora 64 mila assunzioni
    Dal prossimo anno saranno disponibili altri 32 mila posti
    di Alessandra Ricciardi

    Un piano triennale per coprire i posti vuoti in organico, quelli sui quali è più debole la difesa del governo italiano contro le sentenze dei giudici che hanno condanno il ministero dell'istruzione ad assumere a tempo indeterminato i precari assunti a ogni inizio anno e licenziati quando suona la campanella di fine.

    Il piano prospettato in questi giorni dal ministero dell'istruzione ai vertici dell'Economia, secondo quanto trapela, parla di 64 mila posti vuoti e disponibili, tra 35 mila Ata e 29 mila docenti. Gli insegnanti in verità sarebbero anche di più, circa 39 mila, ma vanno sottratti i dieci mila esuberi che viale Trastevere ha ancora da collocare. E non è per niente detto che i docenti in soprannumero corrispondano perfettamente, dal punto di vista delle discipline, a 10 mila cattedre senza titolare ma dal punto di vista contabile il ministero preferisce coprirsi con la Ragioneria generale dello stato. Si arriva così a una vacanza di 64 mila unità per il 2011. Ci sono poi i posti che si libereranno il prossimo anno, quasi certamente, in base all'andamento dei pensionamenti, altri 25 mila prof e 7 mila bidelli e segretari.

    Se il flusso pensionistico dovesse essere confermato anche nel 2013, si supererebbero abbondantemente le 100 mila assunzioni chieste da tempo dalla Flc-Cgil di Mimmo Pantaleo. Ma è proprio dalla tempistica delle assunzioni che potrebbe giungere una doccia fredda sulle aspirazioni dei precari della scuola che sabato hanno sfilato in piazza: se il piano triennale dovesse essere accettato dall'Economia, ma solo per la copertura dei posti disponibili ad oggi, questo significherebbe sanare in tre anni un precariato vecchio, senza rispondere a quello nuovo che si formerebbe a partire dal prossimo anno. Una soluzione, dunque, ma parziale al problema delle sentenze di condanna dei giudici. In questi giorni fervono le verifiche sulla sostenibilità finanziaria delle varie ipotesi di assunzioni. C'è chi come la Cisl scuola di Francesco Scrima ritiene che i posti vacanti e disponibili possano essere coperti tutti senza aggravi per le casse dello stato. E chi come la Uil scuola di Massimo Di Menna propone anche un organico funzionale e incarichi pluriennali per dare comunque stabilità ai precari.

    Il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, intanto ha puntato il dito contro le «scelte irresponsabili» dei precedenti governi che hanno «fatto lievitare fino a 240mila il numero degli insegnanti abilitati e iscritti nelle graduatorie, a fronte di soli circa 30mila posti vacanti l'anno». E ha rivendicato la necessità di scelte responsabili: «Circa 110 mila sono impiegati con supplenze annuali continuative... tutti saranno immessi in ruolo nel giro di 7 o 8 anni». La stessa Gelmini sembra credere poco nel piano di immissioni per 64 mila in un anno.

    Fonte: ItaliaOggi (Numero 086 pag. 33 del 12/4/2011)

     
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    Reiterazione contratti al 30 giugno: non sussiste diritto al risarcimento danni nè conversione a tempo indeterminato

    Sentenza della Corte d'Appello di Perugia sulla reiterazione di contratti al 30 giugno (organico di fatto) negli anni 2005/2006, 2006/07, 2007/08.

    Vai al documento presente su www.dirittoscolastico.it

    Fonte: Orizzonte Scuola (14 aprile 2011)

     
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